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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
454. AL P. D. ANDREA VILLANI.
Per la rinunzia teme assaissimo di esser mosso da amore al proprio comodo.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
SANT'AGATA, 14 GENNAIO 1765.
Vi ho scritto un'altra mia circa il pensiero conferito con [Monsignor] Borgia; ora di nuovo vi prego, prima di venire qui, parlarne anche con D. Gennaro Fatigati, col P. Alasio e Porcara e col P. de Matteis.
La causa maggiore sarebbe non già il desiderio di solitudine, come dice Borgia, perché questa è esclusa dal testo, cap. Nisi, de renunc., ma sarebbe l'età avanzata, giacché a settembre entro agli anni 70, e di più l'infermità che patisco di petto. Si tratta che l'anno passato qui in S. Agata, nell'inverno, stetti quasi sempre malato; ed in questo inverno, si può dire malato da che son venuto; ed ora farà già un mese che sto al letto con l'asma.
È vero però (bisogna dir tutto per farmi restare senza scrupolo) che non lascio di sbrigare i negozi, né si manca a niente.
Solamente è vero che d'inverno non posso andare girando, né assistere al coro in chiesa. Del resto nel tempo d'estate, in cui sto libero col petto, non lascio di girare per tre o quattro mesi la diocesi.
La passione mi tira alla rinunzia, perché mi vedo oppresso da tanti pensieri tutti di scrupoli, scandali e tante negative che ho da fare; ma questo mi fa più temere: che io, nella rinunzia, cerchi il comodo mio e non la gloria di Dio, e perciò vorrei assicurarmi di quello che è maggior gloria di Dio.
Vi raccomando di tener segreto con tutti questo pensiero della rinunzia e di raccomandare fortemente a tutti, a cui l'ho comunicato, la segretezza.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
Conforme all'edizione romana