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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
468. A D. PASQUALE DIODATO.1
Gli dimostra la falsità di una proposizione.
[ANNO 1765].
... Non è come ella dice; ci rifletta, e vedrà non esservi parola in quel paragrafo che non vomiti veleno.
Come in buon senso potersi intendere il patriam, susseguendo la bestemmia etsi falsa? Dunque al dir di costui, se taluno portandosi nella Cina, ivi acquistasse la cittadinanza, per suo dovere far si dovrebbe idolatra; e se a Costantinopoli, dovrebbe farsi maomettano e difender l'alcorano? Vale a dire, o che indifferentemente ammette ogni religione, o che non ne ammette veruna.
È vero che egli, non so se più per paura o per altro, ha in altra edizione mutato il patriam in chiristianam: ma questo stesso fa vedere la sua mala fede. Perché christianam, e non catholicam?
Ma né anche questo può accordarsi col rimanente. Dicendo egli etsi falsa, ne siegue, che anche dubitar si potrebbe della cristiana religione, e non saprebbesi, se seguitar si dovesse quella di Lutero, o di Calvino, d'Inghilterra, o di Zuinglio...
Tannoia Vita di S. Alfonso lib. III, cap. II