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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
573. A SUOR BRIANNA CARAFA, NEL MONASTERO DI S. MARCELLINO, IN NAPOLI.
Le manda una delle sue operette, e l'esorta premurosamente a non tralasciare la santa comunione.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
ARIENZO, 18 GIUGNO 1768
Le mando quest'altra mia operetta della Pratica di amar Gesù Cristo, che da molto tempo desideravo di dar alla luce, ed ora per grazia di Dio è venuta alla fine.
Con quest'occasione desidero aver notizia del suo stato. La prego ad avvisarmi con libertà e senza soggezione se si ha presa un'altra guida.
Per carità, non creda di darmi dispiacere con dirmi di aver trovato altro direttore. Si assicuri che mi darebbe piacere; mentre il risponderle, per dirla con sincerità, mi porta qualche peso, non potendo alle volte sbrigarmene con poche parole, come vorrei: ed ora tanto più, che mi trovo infermo a letto da una settimana e col vessicante alla gamba, per i dolori di quasi sciatica che mi hanno assaltato.
Mi avvisi dunque se ha preso altro direttore, oppure se séguita a guidarsi colle regole del P. Savastano, dalle quali vorrei che non mai si partisse, e così anche andrebbe bene. Ma bisognerebbe specialmente obbedirlo nel comunicarsi; perché se lascia la comunione contra l'ubbidienza, come io le ho detto più volte, non potrà andare avanti.
E questo è quel che mi fa timore, che V. R. lasciando così spesso la comunione contra l'ubbidienza, come ha fatto per tanti mesi con me, mancando l'aiuto da una parte e dall'altra durando la tempesta degli scrupoli, tentazioni e desolazione, finalmente io temo che non lasci tutto e perda quanto ha fatto; dico meglio: e perda quanto ha fatto Gesù Cristo per incamminarla alla vita santa.
Al suo stato è necessaria un'esatta e cieca ubbidienza, ma in questa V. R. molto manca, dando udienza al demonio, che le mette avanti tanti timori e diffidenze
Mi raccomandi a Gesù Cristo, acciò mi dia pazienza ed uniformità in questo mio male: questo desidero e non sanare.
Legga, in questo libro, quell'ultimo capitolo specialmente delle tentazioni e desolazioni, ma legga prima delle desolazioni.
E se può farlo facilmente, lo faccia vedere a qualche altra monaca. E opera buona per tutti, ma singolarmente per le monache, ed in Napoli ha incominciato ad avere molto applauso.
A me poco importa l'applauso: il mio desiderio è che sia amato Gesù Cristo mio, specialmente in questi tempi, ne' quali in Napoli par che Gesù Cristo sia affatto sconosciuto. E così se gli altri non vogliono amarlo, amiamolo almeno noi.
E mi rassegno
Di V. R.
Umo servo
ALFONSO MARIA, vescovo di S. Agata.
Conforme ad una copia antica.