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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
678. AL P. D. ANGELO MAIONE, A NAPOLI.
Gli esprime i suoi sentimenti su di una convenzione per l'affare d'una cappellania.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
ARIENZO, 11 OTTOBRE 1771.
Non dubitate: né mi rispondete più ch'io nomini i Padri circa l'aggiustamento di Ciceri; mentre io non li ho nominati, né li nomino; anzi le dico che V. R., incontrandosi col Sig. D. Giulio, affatto si comprometta col medesimo: ché D. Ercole farà quello che voglio io; perché questo servirà per tener la porta aperta, poiché, quante volte non piaceranno a noi i progetti di Ciceri, sempre possiamo dire che D. Ercole non ha voluto far niente.1 Intendete.
Fatemi sapere come va la cosa de' capitali per far celebrar 1500 ducati di messe, e 'I resto per aiuto delle missioni; e se io ci diedi il consenso, o pure lo fece P. Ferrara da sé.
Informatevi di questo fatto senza meno, e quanto più presto, perché io affatto non me ne ricordo; onde senza meno informatemene per mia regola. La benedico.
Fratello ALFONSO MARIA
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma
Il Santo avea ragione, dicendo che suo fratello farebbe secondo il suo comando; perché, il dì 11 ottobre 1775, D. Ercole, con altro istromento trasmise il padronato della cappellania a' suoi eredi naturali, ma col patto che le messe della cappellania (venti per ogni mese) venissero celebrate nella chiesa dei Padri del SSmo Redentore in Pagani, ovvero in Iliceto. E così la Congregazione conseguì il beneficio della donazione dell'abate Ciceri.