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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
852. AL CARDINALE ANTONIO BRANCIFORTE, VESCOVO DI GIRGENTI, IN NAPOLI.
Lo prega d'interporsi per allontanare dalla Congregazione i danni, minacciati dalla relazione del Fiscale, e fa brieve apologia della sua teologia morale.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
[NOCERA, 21 FEBBRAIO 1777.]
.... Vostra Eminenza ben potrebbe ottenerci questa grazia1 dal Sig. marchese [della Sambuca], la quale pare che sia più giustizia che grazia.
Spero senza meno questo favore dalla pietà di V. E., prima che alla relazione si dia cammino diverso, che causar potrebbe la totale rovina della nostra povera Congregazione.
Per quanto ho potuto intendere, la relazione è tutta a noi contraria. Tra l'altro si dice che l'opera della mia teologia morale è secondo la dottrina de' Gesuiti, e che tengo opinioni contro il bene dello Stato e contro il Vangelo.
La mia Morale, oltre essere stata approvata in Napoli dall'una e dall'altra podestà, è stata ristampata sei volte, ed è stata ricevuta con applauso in Roma, nella Spagna, nella Germania ed anche in Francia.
Siccome ho io subodorato, si dimanda al Re nostro Signore che, essendo la medesima infetta di errori, debba vietarsi a tutt'i miei Congregati, da me diretti, che più non predichino e non confessino, fintantoché la mia Morale non sia esaminata.
In questo modo, ecco che resterebbero inutili, così i miei Fratelli che stanno qui in Napoli, come quelli che stanno in Girgenti.
Tannoia, Vita del Santo, lib. IV, cap. 8.