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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
44. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI.
Si lamenta del ritardo a cui vanno soggette le lettere e le spedizioni, e dà altri avvisi per disporre sempre meglio l'edizione dell'Istruzione e Pratica e delle opere spirituali.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
NOCERA, 11 SETTEMBRE 1758.
Illmo Sig. mio e Pne colmo.
Ricevo l'ultima sua delli 26 d'agosto, dove sento che già V. S. Illma mi avea scritto tante volte; ma io, quando scrissi quella mia, non le avea ricevute ancora. Le lettere nostre bisogna che restino in qualche luogo molto tempo a pontone; mentre vedo che ella non riceve le mie, ed io non ricevo le sue, alle volte, se non dopo tanti mesi. Io non so come vada questa cosa; mentre molte volte poi le ricevo subito. Ma le mie forse hanno più mala fortuna.
Io avendo inteso, della sua antecedente, che già avea cominciato a stampare l'Istruzione [e Pratica per li confessori], subito
le mandai le aggiunte che vi hanno da venire, e ce le mandai dentro una lettera, poiché non era molta roba; era cosa capace d'includersi nella lettera, ma erano bensì molte cose necessarie, colla picciola dissertazione, fatta ultimamente e stampata, circa la maledizione de' morti.
Mi dispiace che sino alli 26 d'agosto, quando ella mi scrive, non l'ha ricevute ancora, come vedo. Spero non però che, quando riceverà questa, le avrà già ricevute. Io sentendo che V. S. Illma già avea dato mano alla stampa, perciò anticipai a mandarcele nella lettera, e non mi curai della spesa dell'affrancazione che qui in Napoli è grossa, acciocché le pervenissero presto e sicuramente. E non le mandai al Sig. Agazzi; perché, quando sono scritti, il procaccio nostro non vuol portarli. Onde avrei avuto da mandarceli per qualche barca, ed aspettare questa barca era cosa di molto tempo.
Le scrissi poi in questa mia che, se mai ella si trovasse stampati quelli fogli dove andavano le aggiunte, almeno avesse procurato in fine del tomo di mettercele, con notare ivi i luoghi ove avrebbero dovute andare, i quali luoghi già stavano da me distinti; tanto più che poche aggiunte vanno al primo tomo, benché queste aggiunte del primo tomo siano di maggior quantità; onde non fa sconcerto che si mettano in forma di avvertimenti in fine del tomo.
Nel secondo tomo poi, ci vanno assai più aggiunte. Spero che questo secondo tomo non l'ha stampato ancora; ma se mai fosse anche stampato, pure bisognerà far così di metterle all'ultimo.
La prego, quando riceve questa, di avvisarmi subito se ha ricevute queste aggiunte colla lettera; perché se mai la lettera si fosse perduta, io tornerò a farle copiare e di nuovo ce l'inviero: perché sono cose molto importanti. Frattanto ella già ha cominciato a stampare e a pigliar possesso del Privilegio: onde può andar trattenendo la stampa sintanto che non riceve queste aggiunte.
Circa poi il compendio latino, si sta faticando. Mi dispiace che il P. D. Girolamo [Ferrara], quel compagno che mi aiuta, (mentre io son vecchio e poco più mi aiuta la testa) è caduto ammalato, ma ora sta meglio; io non lascio continuamente d'importunarlo a sbrigare.
Tengo poi apparecchiate l'altre aggiunte per l'Opera grande della Morale, per quando V. S. mi manderà le correzioni del P. Zaccaria.
Ricevo li frontespizi; ma, nel frontespizio della Passione, non vi leggo il trattatino della Volontà di Dio e l'altro della Preghiera, che sono forse li trattatini più utili e più acclamati. La prego senza meno a farceli aggiungere.
Sì signore, l'altre mie operette poi ce l'invierò per mezzo del Sig. Agazzi.
Resto facendole umilissima riverenza.
Di V. S. Illma.
Umo ed obblmo servitore vero
ALFONSO DE' LIGUORI, della C. del SS. Redentore.
Conforme all'originale esistente nella collezione Gamba, presso la Biblioteca civica di Bassano (Veneto.)