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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
267. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.
Si consola nel sentir compita la 7ª edizione della Morale; esprime il desiderio di servirlo per la vendita dei libri, e raccomandando la stampa del libro delle Eresie, manda una piccola aggiunta e gliene ricorda i pregi.
Viva Gesù, Giuseppe e Maria!
ARIENZO, 17 NOVEMBRE 1772
Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.
Rispondo alla sua ultima delli g di novembre. Mi consolo che la Morale già siasi ristampata, come leggo dalla sua, col Monito in fine, come desideravo, e colle aggiunte. Di tutto la ringrazio sommamente.
Sì signore, ho ricevute benissimo le copie, così del Domenicale come dell'opera della Dogmatica, e vado lambiccandomi il cervello e trattando con altri, come si può fare per smaltire le sue copie; ma mi dispiace che non posso andare in Napoli a trattarne di persona co' librari.
Vo pensando di una persona che le andasse vendendo per, lo Regno; perché, se trovassi una persona abile e puntuale, spererei di smaltirle tutte fra poco tempo; ma temo che questa persona poi non mi tradisse. Basta: farò quel che posso. Questi
benedetti librari di Napoli, per lo più, sono pezzenti e vogliono smaltire solo i libri loro.
Spero poi che presto principierà la stampa del libro dell'Eresie, di cui da Lucca me ne scrivono grandi lodi Ed intanto le includo qui questa picciola cartella; e prego V. S. Illma di farla fermare, con un poco di ostia, al luogo dove va nel terzo tomo di detto libro dell'Eresie, alla pagina 628, in principio. Non è qualche aggiunta che vi si ha da mettere, ma sono due brevi parole (più Dei) che si hanno da levare, per togliere ogni equivoco che potesse pigliarsi. La prego senza meno a far attaccare subito questa cartella al luogo designato; perché già la tenevo fatta da più tempo per mandargliela. E molto mi dispiacerebbe che si stampasse l'Opera senza questa correzione1.
Soprattutto poi la prego a non lasciare di stampare questa opera; perché, in quanto a me pare, è una opera insigne per cui ho faticato più anni per farla breve e chiara, e sono stati meco due altri dotti a faticarvi; ed in questa materia so certo che non vi è opera simile: mentre vi è in breve quello che hanno scritto tanti autori famosi, antichi e moderni.
In quanto all'Homo Apostolicus, sto inteso; ma si ricordi senza meno di avvisarmelo, quando l'avrà da stampare di nuovo. Del resto, le copie di questo libro sono quelle che qui più si smaltiscono.
Io poi seguirò a pregare per la totale quiete delle sue tribolazioni, e farò pregare.
Intanto mi confermo
Di V. S. Illma Divmo ed obblmo servitore vero
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
[P. S.] Leggo nella sua che, quando avrà la comodità, mi
spedirà in dono alcune copie della medesima [Storia dell'Eresie]. Io da ora ne la ringrazio sommamente, come sempre ne l'ho ringraziata, vedendo che V. S. Illma è stata sempre profusa in questi regali con me. Ma la prego a non mandarmi molta quantità di queste copie per smaltirle; acciocché non mi cresca l'angustia in vedere tante stampe delle sue, ammontate come tengo, senza poterle smaltire. Basta che me ne mandi venticinque copie a smaltirle; perché queste voglio vedere di smaltirle da qui, nella mia diocesi. Che se poi ne avrò più richieste, ce lo scriverò, acciocché me le mandi.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.