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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
274. Al Capo Censore dei libri. Napoli.
Chiede che la censura della sua Opera contro gli Eretici pretesi riformati sia sollecita.
Arienzo, 21. 12. 1768.
Viva Gesù, M. a e Gius.e
Molto R.do P[ad]re Sig. Sig. [ETML-M:U=“[]”]P[adro]ne col.mo
Dovendo la R. V. commettere la rivisione di una mia opera1, cioè il Compendio del Cardinal Pallavicino circa l'Istoria del Concilio di Trento, la prego quanto posso a non commetterla al Sig. Can. Simioli2, perché questo soggetto sta occupatissimo di affari, e Dio sa quello [che] mi fece stentare per rivedere l'opera mia della Fede3, scusandosi sempre ch'esso non avea tempo da respirare, e perciò mi trattenne tanto tempo a bada.
La prego di questa grazia senza meno. E se vuol favorirmi della seconda grazia ce ne resterei infinitamente obbligato, cioè di commetterla al P. Capece4, il quale a rivedute più opere mie, e per sua bontà me le ha sbrigate presto.
Non altro. Mi raccomando alle sue orazioni, e resto con tutto l'ossequio rassegnandomi
Di V. R.
Div.mo ed Ob.mo Servidore v.
Alf. M. a Vesc.o di S. Agata
Arienzo, 21 Xbre 1768
Solo la firma è autografa. La lettera è scritta dal segretario Felice Verzella. -Trascrizione secondo la fotocopia conservata in A G; l'originale è nell'Archivio della Prov. Napoletana, Pagani (SA)
Analisi della lettera fatta dal P. Andreas Sampers.
Pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 9 (1961) p. 337.