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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
388. A Michela Gaeta, Principessa di Presicce1, Lecce.
1777…2 Nocera
V. G. M. e Gius.
Ecc.ma Sig.ra
Io compatisco V. E. e non tanto per la consolazione, che sinora non ha potuto avere, di partorire un maschio, quanto per l'indiscretezza de' parenti che le accrescono l'afflizione col lamentarsi della maledizione, come chiamano, della mancanza del maschio, come V. E. ne fosse causa.
Io spero ch'ella stia rassegnata alla volontà di Dio e con ciò accumuli meriti per lo paradiso. Perciò prego V. E. a farsi una risata di questi lamenti. Seguiti a star sempre unita colla volontà di Dio, e quando sente questi spropositati lamenti risponda: “Io voglio quel che vuole Dio”, e seguiti a starsi nella sua pace. Del resto io spero che Dio in premio della sua rassegnazione l'avrà da consolare ed io non lascerò pregare il Signore che la consoli.
Resto intanto facendole div.ma riverenza, e pieno di stima mi raffermo
Di V. E.
Um.mo e Div.mo Servo e Parente
Alfonso M. de Liguori Vescovo
[PS] In questa per non moltiplicar lettere saluto ancora carissimamente il Sig.r Principe, e spero che anch'esso abbia offerta a Dio la mortificazione di non aver avuti maschi finora e spero che Dio l'ha da consolare. La ringrazio sommamente della bella scatola piena di gomma3; e non lascerò di pregare e far pregare da' miei compagni per la consolazione sua ed anche mia.
Ecc.ma Sig.ra Principessa di Presicce. Lecce4.
Pubblicata
in Spicilegium Historicum Congregationis
SS.mi Redemptoris, Roma, 11 (1963) pp. 14-16, n. 8.