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S. Alfonso Maria de Liguori Messa e officio strapazzati IntraText CT - Lettura del testo |
La messa e l'officio strapazzati
Approccio alla lettura
Scheda
Edizioni contemporanee a S. Alfonso
1760, Napoli, Di Domenico, in 12°, pp. 154
1762, Napoli, Migliaccio, in 12°, pp. 108.
1764, Gubbio, Bartolini, in 12°, p. 165, Avvertimenti a’ Sacerdoti per celebrare con esattezza.
1766, Bassano, Remondini.
1771, Napoli, Migliaccio
Sembrano contemporanee a S. Alfonso altre 3 edizioni senza data:
- una a Napoli, Stasi
- due a Bassano, presso Remondini.
Operetta destinata a combattere le irriverenze commesse dagli ecclesiastici poco ferventi nella celebrazione della messa e nella recita dell’ufficio divino. S. Alfonso espone dapprima l’importanza del santo sacrificio e le disposizioni necessarie per ben celebrare; in seguito parla dell’eccellenza e della necessità della preghiera liturgica, della pietà richiesta per la sua recita e dei lumi e grazie che ne derivano.
Nel Vescovo Consolato, apparso a Napoli nel 1755, Giuseppe Jorio annuncia che una pubblicazione La Messa e l’Ufficio strapazzati è sul punto di comparire e sarà dato a tutti i sacerdoti della congregazione dal P. Pavone che ne ha formulato il desiderio. Si tratta dell’opuscolo di S. Alfonso? Le relazioni che intercorrono tra Jorio e il Santo, il quale scrive la lettera di prefazione a Il Vescovo Consolato, lo fanno supporre. D’altra parte, il fatto che l’opuscolo appare cinque anni dopo che Jorio scrive: sto dando alla luce, può far credere che S. Alfonso nel 1760 ha semplicemente ripreso, per il suo lavoro, il titolo di una pubblicazione analoga a quella di Jorio. E non sarà il solo caso dove si trovano adottati titoli utilizzati anche da altri autori.
Il 27 dicembre egli inviò la pubblicazione a tutti i vescovi del Regno insieme ad una lettera in cui chiedeva loro di portarla a conoscenza di tutto il clero. L’anno seguente la inviò al Remondini (30 luglio 1761) insieme alla Lettera ad un religioso amico (cfr. opera n. 50), dicendo che questi due opuscoli sono stati molto applauditi a Napoli.
Il cardinale Capecelatro è in errore quando scrive che il Santo compose quest’opuscolo vedendo il rilassamento di molti sacerdoti della sua diocesi di Sant’Agata dei Goti. L’opuscolo circolava presso il pubblico già un anno prima dell’elevazione di S. Alfonso all’episcopato.
P. Maurice De Meulemeester
Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,
Louvain 1933, pp. 111-112