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S. Alfonso Maria de Liguori Supplex libellus IntraText CT - Lettura del testo |
Testo
Beatiss.mo Padre1
Il sacerdote Alfonso di Liguori, Napoletano, insieme cogli altri Sacerdoti Missionarj suoi compagni, congregati sotto il titolo del SS.mo Salvadore2, umilmente supplicando espongono alla Vostra S.3, come, essendosi per più anni esercitato4 nelle sante missioni come Fratello della Congregazione delle Appostoliche5 Missioni, eretta nella Cattedrale di Napoli, ed avendo osservato il grande abbandono, in cui si trovava6 la povera gente, specialmente delle campagne ne' vasti paesi del Regno, fin dall'anno 1732 si unì con detti Sacerdoti suoi compagni, sotto la direzione del fu Monsignor Falcoja, Vescovo di Castello a Mare, affine d'impiegarsi nell'ajutare colle missioni, istruzioni7 ed altri esercizj8 le anime de' poveri della campagna, che sono i più destituti di soccorsi spirituali, mancando spesso chi loro amministri9 i santi sagramenti e la divina parola, tanto che10 molti di loro, per mancanza d'operarj giungono alla morte senza sapere neppure i misterj necessarj della fede; poiché11 pochi sono quei Sacerdoti, che attendono di proposito alla coltura de' poveri contadini per ragione delle spese ed anche degli incomodi12, che bisogna sofferire13 per questo impiego. E perciò essi supplicanti sin d'allora colle missioni sono andati ajutando questa povera gente, girando per le campagne e per li luoghi più abbandonati
di sei Provincie del Regno14, con tanto profitto universale, ch'essendone giunta la notizia alla Maestà del Re, specialmente per le fatighe fatte a benefizio15 del gran numero de' pastori della Puglia, S. Maestà con più Dispacci ha proccurato16 di fare un annuo assegnamento per lo mantenimento di detta santa opera, commendandola come utilissima per lo bene universale del suo Regno.
Benanche l'Eminentissimo Arcivescovo di Napoli, che con tanto zelo governa la sua Chiesa, si è degnato di chiamare essi Supplicanti a servirlo, come han fatto nelle missioni de' casali della sua Diocesi.17 A questo intento essi Supplicanti, coll'approvazione canonica18 degli Ordinarj e col19 beneplacito ancora del Re, si sono congregati a vivere20 in alcune case o sieno21 ritiri posti fuori dell'abitato22 in diversi luoghi del Regno, cioè nella diocesi di Salerno, di Bovino e di Nocera ed ultimamente nella Diocesi di Conza, in cui coll'assenso appostolico23 della S.C. de' Vescovi e Regolari è stata ad essi Supplicanti ceduta la chiesa di S. Maria Mater Domini colla casa ivi24 adjacente, insieme con alcune rendite d'un benefizio25 del Clero della Terra26 di Caposele ed altre rendite assegnate da diversi benefattori, specialmente dall'Arcivescovo di detta Diocesi. In queste case oltre le missioni, colle quali essi Supplicanti continuamente sono usciti, si è dato ancora il comodo27 a' contadini di venire da' loro paesi, dove hanno avuto le missioni, a rinnovare28 le confessioni e ristabilirsi colle sante prediche. Dippiù29 nelle medesime case si sono dati più volte l'anno gli esercizj30 spirituali chiusi31, così agli ordinandi, come a' Parochi
e Sacerdoti mandati da' loro Vescovi, ed a' secolari ancora: cosa ch'è riuscita di sommo lor32 profitto così proprio, come degli altri, mentre con tali esercizj i Sacerdoti di là poi usciti e riformati33 sono divenuti degni ministri del santuario, a beneficio de' loro paesani. E tutto ciò si continua a praticare34, aumentandosi sempre più il concorso e35 profitto della gente.
Il36 Signore poi colla sua mano ha molto benedetta37 quest'opera, non solo colla conversione di tante38 anime abbandonate e col profitto de' paesi, dove han39 fatigato essi40 Supplicanti, ma dippiù41 coll'aumento de' soggetti, che sinora si sono aggregati a questa lor42 Compagnia, sicché ora giungono al numero di quaranta in circa.
Beatissimo43 Padre, questo è lo stato, in cui sta l'opera mentovata. Ma se la V. Santità44 non si degnerà di concedere la sua appostolica45 approvazione, l'opera non potrà avere il suo felice proseguimento. Posti dunque a' piedi della V. Santità, esso Supplicante e suoi Compagni La supplicano, per l'amore che V. Santità46 conserva della gloria di Gesù47 Cristo e della salute spirituale di tanti poveri contadini, che sono i figli più derelitti della Chiesa di Dio48, a concedere il suo appostolico assenso49, che la suddetta50 lor Compagnia si erigga e stabilisca in Congregazione di51 Preti Secolari sotto il titolo del Santissimo Salvadore52, soggetta sempre alla giurisdizione53 degli Ordinarj de' luoghi, ad instar
delle Congregazioni de' PP. della Missione e de' PP. Pii Operarj, col distintivo di dover sempre abitare54 i Congregati fuori dell'abitato55 e nel mezzo delle Diocesi più bisognose, affine di meglio impiegarsi in benefizio56 de' contadini, e d'esser così più pronti a porger loro ajuto57. Degnandosi insieme la S.V.58 di approvare le59 Regole che a suo tempo s'umilieranno a' suoi piedi60; sperando da V. Santità61 che ha tanto zelo per la salute delle anime, specialmente di questa povera gente della62 campagna, come ha dimostrato colle sue Lettere Circolari inviate a' Vescovi del Regno di Napoli, proccurando63 al possibile d'ajutarla64 colle sante missioni, che voglia stabilire colla sua autorità suprema un'opera non solamente sì utile, ma ancora sì necessaria65 per l'ajuto di tante povere anime, che ne' luoghi rurali di questo Regno così vasto vivono abbandonate di soccorsi spirituali. E l'avranno a grazia ut Deus.66