- PARTE SECONDA - MEDITAZIONI PER ALCUNI TEMPI E GIORNI PARTICOLARI DELL'ANNO
- MEDITAZIONI PER OTTO GIORNI NELL'OTTAVA DEL SS. SAGRAMENTO DELL'EUCARISTIA
- MEDITAZIONE PER LO GIORNO 15. DI OTTOBRE NELLA FESTA DI S. TERESA
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MEDITAZIONE PER LO1 GIORNO 15. DI
OTTOBRE NELLA FESTA DI S. TERESA
Consideriamo l'amore
ardente, che questa santa serafina portò a Dio. Le sembrava impossibile che nel
mondo vi fosse alcuno, che non amasse Dio e dicea:2 "Dio mio, non
siete voi amabilissimo per le vostre infinite perfezioni, e l'infinito amore
che ci portate? Or com'è possibile che si trovi alcuno, che non v'ami?"
Era ella umilissima, ma parlando d'amore, non ripugnava di dire:3
"Son io4 tutta imperfezione eccettoché ne' desideri e nell'amore".
Scrisse la santa5 quel bel
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documento: "Distacca il cuore
da tutte le cose, e cerca Dio, che lo troverai". Dicea all'incontro che a
chi ama Dio, è facile lo staccarsi dalla terra:6 "Ah mio Dio, che
non vi bisogna altro, che amarvi da vero, acciocché voi rendiate il tutto
facile". Ed altrove scrisse così: "Giacché si ha da vivere, vivasi
per voi; finiscansi ormai gli interessi nostri. Qual maggior cosa può
guadagnarsi, che di dar gusto a voi? O contento mio, e mio Dio, che farò io per
piacervi?".7 Giungeva a dire che andando in cielo, non si sarebbe
curata di vedere gli altri, che godessero più di lei,8 ma che non
avrebbe potuto soffrire di vedere altri, che più di lei amassero Dio.
L'ammirabile di questa
santa è il vedere lo spirito risoluto, con cui cercava di adempire tutte le
cose, che conosceva esser di gusto di Dio. "Non v'è cosa (dicea)9
grave che sia, la quale mi si ponesse avanti, che coraggiosamente non
l'incontrassi". E per tanto insegnava,10 che "l'amore di Dio
s'acquista col risolverci di operare e patire per Dio. Poiché (altrove diceva)
dell'anime irrisolute non ha paura il demonio".11 Giunse per dar
gusto a Dio, come si sa, a far voto di fare in tutte le cose il più
perfetto.12 E perché nel patire per Dio più si conosce l'amore, ella
desiderava di vivere solo per patire; onde scrisse: "Non mi pare che vi
sia occasione di vivere, se non per patire; e ciò con maggior affetto dimando a
Dio. Gli dico di tutto cuore: Signore, o patire o morire; né altro vi domando
per me".13 Giunse a tal segno
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il suo amore, che
Gesu-Cristo un giorno le disse: "Teresa, tu sei tutta mia, ed io son tutto
tuo".14
Talmente si rendé cara
al suo Sposo che Gesù mandò un serafino a ferirle il cuore con un dardo di
fuoco. Finalmente qual visse, tal morì infiammata d'amore. Accostandosi il fine
della sua vita, tutt'i15 suoi sospiri erano di morire per andare ad
unirsi con Dio:16 "O morte (dicea) non so chi ti tema, poiché in
te sta la vita. Anima mia, servi17 il tuo Dio, e spera ch'egli darà
rimedio alla tua pena". Onde compose quella tenera canzone:18
"Vivo senza vivere in me;19 e tanta vita io spero, che muoio,
perché non muoio". Quando giunse il Viatico, gli disse: "O Signor
mio, già è venuta l'ora bramata; tempo è ormai, che ci vediamo da faccia a
faccia".20 E poi morì di puro amore, com'ella21 stessa
rivelò dopo sua morte.
O santa mia serafina, or già godete quel
Dio, che tanto amaste in vita, abbiate pietà di noi, che stiamo in terra in
mezzo a tanti pericoli di perderlo. Otteneteci colle vostre preghiere di venire
con voi ad amare per sempre il nostro Dio in paradiso.
1 [16.] per lo) per il B B1 B2.
2 [20.] S. TERESA, Concetti dell'amor di Dio, c. 5; Op. spirit., II, Venezia 1678, 166, col. 2: «O Signore, quante qui
sono le misericordie che usate coll'anima! Siate benedetto e lodato per sempre,
poiché siete sì buon amante. O Dio mio e Creatore mio è possibile che si trovi
alcuno che non vi ami? Sarà, perché non merita di conoscervi». Cfr. Obras, IV, 255.
3 [23.] S. TERESA, Vita, c. 30; Op. spirit., I, Venezia 1678, 115: «Ben veggo, che son io tutta
imperfezione eccetto che ne' desiderii e nell'amore, che in questo ben mi
accorgo avermi favorito il Signore, acciocché io lo possa servire in qualche
cosa» Cfr. Obras, I, 245.
4 [23.] son io) sono io B B1 B2.
5 [24.] S. TERESA, Ricordi, 36; Op. spirit., II,
Venezia 1678, 216, col. 1. Cfr. Obras, VI,
51.
6 [3.] S. TERESA, Vita, c. 35; Op. spirit., I,
Venezia 1636, 140: «O Signor, come si conosce la potenza vostra: non fa bisogno
trovar ragioni per quelle cose che vostra Maestà vuole, perciocché... fate le
cose tanto possibili, che ben date a conoscere non bisognare altro che amarvi
da dovero, e di dover lasciare ogni altra cosa per vostro amore, acciò rendiate
voi Signor mio cosa facile». Cfr. Obras, I,
301.
7 [7.] S. TERESA, Esclamazioni, XV; Op.
spirit., II, Venezia 1678, 202. Cfr. Obras, IV, 290.
8 [9.] F. RIBERA, La vita della beata Madre Teresa, l. IV,
c. 10; Venezia 1603, 233: «Diceva che si sarebbe rallegrata di vedere gli altri
nel cielo con maggior gloria di sé, ma che non sapeva se si fosse rallegrata
che altri avesse amato Dio più di lei».
9 [13.] S. TERESA, Vita, c. 4; Op. spirit., I,
Venezia 1678, 13. Cfr. Obras, I, 20.
10 [14.] S. TERESA, Fondazioni, c. 10; Op.
spirit., II, Venezia 1678, 39, Cfr. Obras,
V, Burgos 1918, 38 (al c. 5).
11 [17.] S. TERESA, Cammino di perfezione, c. 23; Op.
spirit., I, Venezia 1678, 195, col. 1: «L'altra cagione è perché il demonio
non ha tanto potere per tentare: ha gran paura d'anime risolute, attesoché ha
già egli sperimentato che gli fanno gran danno». Cfr. Obras, III, 110.
12 [18.] D. YEPES, Vita della serafica vergine santa Teresa, l.
III, c. 24; Venezia 1730, 431. Vedi anche il Breviario Romano, 15 ott., lez. III: «Et divino aestuans amore, cum
maxime arduum votum emisisset efficiendi semper id quod perfectius esse
intelligeret».
13 [22.] D. YEPES, op. cit., l. III, c. 12; Venezia 1730,
358.
14 [2.] D. YEPES, op. cit., l. III, c. 24; Venezia 1730,
432.
15 [5.] tutt'i) tutti i B B1 B2.
16 [6.] S. TERESA, Esclamazioni, VI; Op.
spirit., II, Venezia 1678, 197, col. 1. Cfr. Obras, IV, 278.
17 [7.] servi) serva NS: err. tipografico.
18 [9.] canzone) canzona ND B B1 B2.
19 [10.] S. TERESA, Poesia: «Vivo sin viver en mi»; Op.
spirit., II, ed. cit., 245. Cfr. Obras,
VI, Burgos 1919, 77.
20 [12.] D. YEPES, op. cit., l. II, c. 38; ed. cit., 286: «Tra l'altre (cose) diceva:
O Signor mio e sposo mio, già è venuta l'ora bramata, tempo è ormai che ci
vediamo, Signor mio; già è tempo di camminare... Arrivata è già l'ora che io
esca di questo esilio, e l'anima mia goda con voi quello che tanto ha bramato».
21 [12.] com'ella) come ella B B1 B2.
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