Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
S. Alfonso Maria de Liguori
Apparecchio alla Morte

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 361 -


PUNTO III

Gesù nel Sagramento dà udienza a tutti, per far grazie a tutti. Dice S. Agostino1 che ha più desiderio il Signore di dispensare le sue grazie a noi che noi di riceverle: «Plus vult ille tibi benefacere, quam tu accipere concupiscas». E la ragione è, perché Dio è bontà infinita, e la bontà di sua natura è diffusiva, sì che desidera di comunicare i suoi beni a tutti. Si lamenta Iddio, quando l'anime non vengono a cercargli le grazie: «Nunquid solitudo factus sum Israeli? aut terra serotina? Quare ergo dixit populus meus, non veniemus ultra ad te?» (Ier. 2. 31). Perché (dice il Signore) non volete più venire a me? che forse mi avete ritrovato come terra sterile o tardiva, quando mi avete cercate le grazie? S. Giovanni vide il Signore col petto pieno di latte, cioè di misericordia, e cinto da una fascia d'oro, cioè dall'amore, col quale egli desidera di dispensare a noi le sue grazie. «Vidi praecinctum ad mamillas zona aurea» (Apoc. 1. 13). Gesu-Cristo sempre sta pronto a beneficarci, ma dice il Discepolo,2 che specialmente nel SS. Sagramento egli dispensa le grazie con più abbondanza. E 'l B. Errico Susone3 dicea che Gesù nel Sagramento esaudisce più volentieri le nostre preghiere.


- 362 -


Siccome una madre che tiene il petto ripieno di latte, va trovando bambini che vengano a succhiare, acciocché la sgravino da quel peso, così appunto il Signore da questo Sagramento d'amore ci chiama tutti, e ci dice: «Ad ubera mea portabimini... quomodo si cui mater blandiatur, ita ego consolabor vos» (Is. 66. 13).4 Il P. Baltassarre5 Alvarez6 vide appunto Gesù nel SS. Sagramento colle mani piene di grazie, per donarle agli uomini; ma non trovava chi le volesse.

O beata quell'anima, che se ne sta a piè d'un altare a domandar grazie a Gesu-Cristo! La contessa di Feria, fatta monaca di S. Chiara,7 se ne stava sempre che poteva avanti il SS. Sagramento, ed ivi riceveva continuamente tesori di grazie. Dimandata un giorno che facesse tante ore innanzi al Venerabile? Rispose: «Io vi starei tutta l'eternità. Che si fa innanzi al SS. Sagramento? e che cosa non si fa? che fa un povero avanti un ricco? che fa un infermo avanti un medico? che si fa? si ringrazia, si ama, si domanda». Oh quanto vagliono queste ultime parole per trattenersi con frutto avanti il SS. Sagramento.

Si lamentò Gesu-Cristo colla mentovata serva di Dio suor Margherita Alacoque8 dell'ingratitudine che gli usano gli uomini in questo


- 363 -


Sagramento d'amore, allorché fe' vederle il suo Cuore circondato di spine, con una croce di sopra, in un trono di fiamme, dandole con ciò ad intendere l'amorosa dimora ch'Egli fa nel Sagramento, e poi le disse così: Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini, e che non ha risparmiato niente: è giunto a consumarsi per dimostrar loro il suo amore. Ma io per riconoscenza non ricevo che ingratitudini dalla maggior parte, per le irriverenze e disprezzi che mi fanno in questo Sagramento d'amore. E ciò che più m'è sensibile, è che sono cuori a me consagrati». Non vanno gli uomini a trattenersi con Gesu-Cristo, perché non l'amano. Piace loro star le ore intere9 a parlare con un amico, e poi loro dà tedio il trattenersi una mezz'ora con Gesu-Cristo! Dirà taluno: Ma perché Gesu-Cristo non mi concede il suo amore? Ma io rispondo: Se voi non discacciate dal cuore l'amore della terra, come vuol entrarvi l'amor divino? Ah che se voi poteste veramente dire col cuore quel che dicea S. Filippo Neri10 a vista del SS. Sagramento: «Ecco l'amor mio, ecco l'amor mio»; non avreste voi tedio a trattenervi le ore e le giornate intere11 avanti il SS. Sagramento.

Ad un'anima innamorata di Dio le ore avanti Gesù sagramentato sembrano momenti. S. Francesco Saverio12 tutto il giorno faticava per le anime, e nella notte poi quale era il suo riposo? era il trattenersi


- 364 -


avanti il SS. Sagramento. S. Gio. Francesco Regis,13 quel gran missionario della Francia, dopo avere spesa tutta la giornata in confessare e predicare, se n'andava la notte alla chiesa, e trovandola qualche volta chiusa, restava a trattenersi fuori della porta al freddo e al vento, per corteggiare almeno così da lontano il suo amato Signore. S. Luigi Gonzaga14 desiderava di starsene sempre avanti il SS. Sagramento, ma perché gli era stato imposto da' superiori a non trattenervisi; passando per l'altare, e sentendosi da Gesù tirato a trattenersi, era costretto a partire per far l'ubbidienza; onde poi il santo giovine amorosamente gli dicea: «Recede a me, Domine, recede»: Signore, non mi tirate, lasciatemi partire, così vuol l'ubbidienza. Ma se tu, fratello mio, non provi questo amore a Gesu-Cristo, procura tu di visitarlo ogni giorno, ch'egli ben t'infiammerà il cuore. Ti senti freddo? accostati al fuoco, dicea S. Caterina da Siena.15 Ed oh beato te, se Gesù ti fa la grazia d'infiammarti del suo amore. Allora certamente che più non amerai


- 365 -


altro che Gesù, e disprezzerai tutte le cose della terra. Dice S. Francesco di Sales:16 «Quando va a fuoco la casa, si buttano tutte le robe dalla finestra».

Affetti e preghiere

Ah Gesù mio, fatevi conoscere, e fatevi amare. Voi siete così amabile; Voi non avete più che fare per farvi amare dagli uomini, e come poi tanti pochi fra gli uomini son quelli che v'amano? Ohimè che fra questi ingrati misero sono stato ancor io. Sono stato ben grato colle creature, se mi han fatto qualche dono o favore; solo con Voi che m'avete donato Voi stesso, sono stato un ingrato, sino a disgustarvi tante volte gravemente, e ad ingiuriarvi co' miei peccati. Ma vedo che Voi in vece d'abbandonarmi, seguite a venirmi appresso e a chiedere il mio amore. Sento che seguite ad intimarmi l'amoroso precetto: «Diliges Dominum Deum tuum ex toto corde tuo».17 Giacché dunque Voi anche da me ingrato volete esser amato, sì che vi voglio amare. Voi desiderate il mio amore, ed io al presente favorito dalla vostra grazia altro non desidero che amarvi. V'amo, mio amore, mio tutto. Aiutatemi ad amarvi, per quel sangue che avete sparso per me. Amato mio Redentore, a questo18 sangue io metto tutte le mie speranze, ed all'intercessione19 della vostra SS. Madre, le preghiere della quale volete Voi che aiutino la nostra salute.

O Maria madre mia, pregate Gesù per me: Voi accendete nell'amor divino tutt'i vostri amanti, accendete ancor me che tanto v'amo.




1 [7.] S. AUGUST., Sermo 105, c. I, n. I: PL 38, 619: «Erubescat humana pigritia: plus vult ille dare quam nos accipere; plus vult ille misereri quam nos a miseria liberari».



2 [20.] DISCIPULUS (Ioannes Herolt), Sermones de tempore et de sanctis, sermo 48 de fructibus Missae, VII; II, Venetiis 1598, 158: «Oratio tua citius exauditur in ecclesia et in praesentia Dei».



3 [22.] Il segreto per ogni grazia, Napoli 1744, 383: «Perché il B. Errico Susone riflette che nascendo l'efficacia d'ogni orazione dal merito della Passione di Gesù Cristo; e questa Passione rammemorandosi nel Sagramento dell'altare, non dobbiamo meravigliarci che la preghiera fatta alla presenza di Gesù sagramentato sia più efficace di qualunque altra, riflessione che conferma questo beato coll'esempio del buon ladrone, di cui dice che G. Cristo Sig. nostro non gli avrebbe data la risposta: oggi sarai meco in paradiso, se la domanda del suo regno non gli fosse stata fatta in sua presenza… Anzi perché non dovremo dire che abbia da esaudire le preghiere

fatte in sua presenza col visitarlo?». Cfr. DEL NENTE I., Vita ed opere spirituali del B. E. Susone, c. 25; Padova 1686, 90: «Che giova ad un'anima amante la vostra presenza del Sacramento, e che cosa gli conferisce?… Figliuol mio, chi s'unisce al suo diletto che può desiderar altro: chi dona se stesso, che cosa potrà negare? Io nel Sacramento dono me stesso a te, e mi congiungo teco… Ogni bene cagiona la mia presenza nell'anima, che mi riceve con amore».



4 [5.] Is., 66, 12-13: «Ad ubera portabimini. Quomodo si cui mater blandiatur, ita ego consolabor vos».



5 [5.] Baltassarre) Baldassarre BR1 BR2.



6 [5.] LODOV. DA PONTE, Vita del Vener. P. B. Alvarez, c. VII, parag. 2; Roma 1692, 66: «Sul mattuno in tempo d'orazione vide nostro Signore carico sulle braccia d'innumerabili beni, e come afflitto da quel peso, bramoso d'essere scaricato, e come tenuto a chi l'alleggerisse, già che non avea ove disponere sì preziosi regali, ma con tutta la brama, che avea, non per tanto se ne alleggeriva».



7 [10.] CATTANEO C. A., Esercizi spirituali di S. Ignazio, Venezia 1735, 244. Cfr. MARTIN DE ROA, Vida, l. III, c. I; IV, c. 5; IX, c. 13.



8 [20.] LANGUET J. J., op. cit., Paris 1729, 129: «Voilà, dit-il, ce Coeur qui a tant aimé les hommes, qu'il n'a rien épargné, jusqu'à s'épuiser et se consumer pour leur témoigner son amour. Pour reconnoissance, je ne reçois de la plûpart que des ingratitudes, par les mépris, les irrévérences, les sacrilèges, et la froideur qu'ils ont pour moi dans

ce Sacrement d'amour. Mais ce qui m'est encore plus sensible, c'est que ce sont des coeurs qui me sont consacrés, qui me traitent ainsi». Cfr. S. MARGUERITE-MARIE ALACOQUE, Vie et oeuvres, II, Paris 1876, 414.



9 [10.] intere) intiere VR BR1 BR2.



10 [15.] BACCI, Vita di S. Filippo Neri fiorentino, l. IV, c. I, n. 4; Bologna 1686, 273: «Or appena entrò Borromeo [card. Federico] in camera col SS. Sacramento in mano, che 'l santo vecchio [Filippo] in un subito, ancorché prima stesse con gli occhi serrati, e paresse come morto, aprì gli occhi, e con gran fervore di spirito disse: Ecco l'amor mio: ecco l'amor mio! Ecco tutto il mio amore, e tutto il mio bene! Datemi prestamente il mio amore; e ciò dicea con tanto affetto, che tutti quelli, che stavano quivi presenti piangevano».



11 [17.] intere) intiere VR BR1 BR2.



12 [20.] TORSELLINI O., Vita del B. Francesco Saverio, l. VI, c. 5; Milano 1606, 251: «Perciocché non gli lasciando le sue continue occupazioni parte alcuna del giorno disoccupata per attendere all'orazione, ricordandosi più di questa che del sonno, toglieva sempre alcune ore alla quiete della notte, acciocché l'anima non restasse defraudata di quel celeste e desideratissimo cibo e riposo; talmente aveva innamorata la mente sua la dolcezza del divin colloquio... In Meliapor ancora alloggiando a canto alla chiesa di S. Tommaso, si levava la notte, e se ne andava in chiesa... Egli stette spesse volte ancora in questo luogo le notti intere in continua orazione».



13 [1.] DAUBENTON G., Vita del B. Giov. Francesco Regis, l. IV, Torino 1718, 217: «Avvedutosi il curato [di St. Bonnet] che il servo di Dio usciva secretamente ogni notte dalla sua camera, ebbe un giorno curiosità di sapere, ove andasse e che facesse. Cercatolo per qualche tempo in casa, andò alla chiesa, che non era lontana, e lo trovò inginocchiato avanti la porta, a mani giunte, e testa nuda mentre appunto traeva una freddissima tramontana. Gli rappresentò il pericolo, a cui esponeva la sua sanità, passando all'aria più ore della notte in sì rigorosa stagione. Ma vedendolo risoluto di continuare nella sua unione con Dio, gli diede la chiave della chiesa, acciocché almeno fosse al coperto dall'ingiurie de' tempi».



14 [5.] CEPARI V., Vita del B. Luigi Gonzaga, p. II, c. 3; Roma 1606, 155: «Vedendosi vietato il fare ogni sorte d'orazione, in ricompensa se n'andava spesso in coro per fare riverenza solamente al SS. Sacramento, e quando vi andava, a pena era inginocchiato, che si rizzava e fuggiva via... per non contravenire all'ordine de' superiori, con umiltà grande diceva a Dio: Recede a me Domine, recede a me; cioè partiti da me Signore, partiti da me, e procurava di distrarsi». Su questo tema s. Alfonso compose e musicò 20 graziosi versi, inviandoli al p. Tannoia nel 1755: cfr. O. GREGORIO, Canzoniere Alfonsiano, 27 e a p. 307 il testo: Mio povero core, oh Dio, che farai!



15 [14.] S. CATERINA DA SIENA, Epistolario a cura di Pietro Misciattelli, lett. 109 al Nunzio Apostolico Ab. Gherardo di Puy; II, Firenze 1939, 150: «Or questo è quello vincolo dell'amore, col quale l'anima si lega con Cristo... E fa il fuoco della divina carità nell'anima come fa il fuoco materiale; perocché scalda e allumina, e converte in sé. O fuoco dolce e attrattivo, che scaldi e cacci via ogni freddezza di vizio e di peccati, e d'amore proprio di se medesimo! Questo caldo riscalda e accende questo legno arido della nostra volontà: onde ella s'accende e distende a' dolci e amorosi desiderii amando quello che Dio ama, e odiando quello che Dio odia». S. Caterina torna spesso nelle sue Lettere sulla idea del fuoco spirituale che scalda l'anima, liberandola da ogni tiepidezza: vedi lett. 70: I, 265; lett. 134: II, 253; lett. 137: II, 260, ecc.



16 [2.] LE CAMUS P., Lo spirito di S. Francesco di Sales, l. III, c. 27; Venezia 1741, 134: «Quando il fuoco è acceso in una casa, diceva egli, osservate come si gettano tutti i mobili dalle finestre, così ancora quando il vero amore di Dio possede un cuore, tutto quello che non è di Dio ci sembra una cosa da niente».



17 [14.] Deut., 6, 5.



18 [19.] a questo) in questo VR BR1 BR2.



19 [20.] all'intercessione) nell'intercessione VR BR1 BR2.






Precedente - Successivo

Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2006 EuloTech