- Parte seconda.
- IV. - VARI OSSEQUI DI DIVOZIONE VERSO LA DIVINA MADRE COLLE LORO PRATICHE
- OSSEQUIO III. - Del Rosario ed Officio.
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OSSEQUIO III. - Del Rosario ed Officio.
La divozione del SS. Rosario già si sa essere stata rivelata a S. Domenico dalla
stessa divina Madre, allorché stando afflitto il santo e lagnandosi colla sua
Signora degli eretici Albigesi che in quel tempo facevano gran danno alla
Chiesa, la Vergine gli disse: Questo terreno sarà sempre sterile, sino che vi
cada la pioggia. Intese allora S. Domenico questa pioggia esser la divozione
del Rosario, ch'egli doveva pubblicare. Come in fatti il santo l'andò per tutto
predicando, e questa divozione fu da tutti i cattolici abbracciata; in modo
tale che al presente non vi è divozione più praticata da' fedeli di ogni stato
di persone, che questa del SS. Rosario.1 Gli eretici moderni, Calvino,
Bucero ed altri, che non han detto per discreditare l'uso della
corona?2 Ma è noto il gran bene che
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al mondo ha recato questa
nobile divozione. Quanti per mezzo di essa sono stati liberati da' peccati!
quanti condotti a vita santa! quanti han fatta buona morte ed ora son salvi!
Leggansi tanti libri che ne trattano.
Basti sapere che questa divozione è stata approvata dalla S. Chiesa, ed i Sommi
Pontefici l'hanno arricchita d'indulgenze. A chi recita la terza parte del
Rosario sta conceduta l'indulgenza di 70 mila anni, ed a chi lo recita intiero
80 mila, e più a chi lo recita avanti la cappella del Rosario.3 E
Benedetto XIII ultimamente annesse al Rosario - per chi almeno ne recita la
terza parte alla corona benedetta da' PP. Domenicani
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- tutte le
indulgenze che vi sono alle coronelle di S. Brigida, cioè cento giorni per ogni
Ave Maria e Pater noster che si dice.4 E di più chi recita il Rosario
guadagna l'indulgenza plenaria in tutte le feste principali di Maria e della S.
Chiesa, ed anche de' Santi Domenicani, visitando le loro chiese dopo la
confessione o comunione.5 Ma tutto ciò avvertasi, che s'intende per
coloro che stanno scritti nel libro del Rosario; a' quali nel giorno che
s'ascrivono confessati e comunicati sta conceduta anche l'indulgenza
plenaria;6 e cento anni se portano il Rosario;7 ed a chi fa
l'orazione mentale per mezz'ora il giorno, sette anni per ogni volta, ed
indulgenza plenaria in capo al mese.8
Per guadagnare poi l'indulgenze apposte alla recitazione del Rosario, bisogna
nello stesso tempo contemplare i misteri, i quali già si trovano registrati in
più libri; e quando alcuno non li sapesse, basterà che contempli alcuno de'
misteri della Passione di Gesù Cristo, come la flagellazione, la morte,
ecc.9 - Bisogna poi recitare il Rosario con divozione; sul che avvertasi
ciò che disse la S. Vergine alla B. Eulalia, cioè che più gradiva cinque poste
recitate con pausa e con divozione, che quindici all'infretta e con minor
divozione.10 Perciò è bene
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dire il Rosario inginocchioni e
davanti a qualche immagine di Maria, e in ogni principio di posta fare un atto
d'amore a Gesù e Maria, con chieder loro qualche grazia. Ed avvertasi in oltre
che giova più il dire il Rosario accompagnato con altri che dirlo solo.
Circa poi l'Officio picciolo della
Madonna, che narrasi composto da S. Pier Damiani,11 Urbano II vi pose
molte indulgenze
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a chi lo recita;12 e la S. Vergine più volte
ha dimostrato quanto le gradisse questa divozione, come può vedersi appresso il
P. Auriemma (T. 1, c. 8).13
Molto anche gradisce le litanie, a
cui sono concessi 200 giorni d'indulgenza per ogni volta;14 l'inno Ave maris Stella, che ordinò a S.
Brigida recitarlo ogni giorno;15 e più il cantico
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del Magnificat,16 poiché con questo
la lodiamo colle stesse parole con cui ella lodò Dio.
1 «Cum Albigensium
haeresis per Tolosatium regionem impie grassaretur, atque altius in dies radice
ageret, sanctus Dominicus, qui nuper Praedicatorum ordinis fundamenta iecerat,
ad eam convellendam totus incubuit. Id ut praestaret validius, auxilium beatae
Virginis, cuius dignitas illis erroribus impudentissime petebatur, cuique datum
est cunctas haereses interimere in universo mundo, enixis precibus imploravit.
A qua - ut memoriae proditum est - cum monitus esset ut Rosarium populis
praedicaret, velut singulare adversus haereses ac vitia praesidium; mirum est,
quanto mentis fervore et quam felici successu iniunctum sibi munus sit
exsecutus... Ex eo ergo tempore pius hic orandi modus mirabiliter per sanctum
Dominicum promulgari augerique coepit; quem eiusdem institutorem auctoremque
fuisse Summi Pontifices apostolicis litteris passim affirmarunt.» BREVIARIUM
ROMANUM, In solemnitate Sacratissimi
Rosarii B. M. V., lectio 4.
2 S. PETRUS
CANISIUS, De verbi Dei corruptelis, II,
De Maria Virgine Deipara, lib. 3, cap. 9, Lugduni, 1584, p. 213, col. 1:
«Ioannes Calvinus... haud sine blasphemiae spiritu calumniatur, hanc
salutationem (angelicam) a catholicis... quasi magico exorcismo in preculam
verti.» - Id. op., lib. 3, cap. 10,
p. 219, col. 1: «Bucerus, Pellicanus, Franciscus Lambertus et Bullingerus, alia
ratione nobis oblatrant, ut, si possint, tetrae superstitionis notam his, a
quorum sancta societate turpiter desciverunt, inurant. Accusant igitur, quod
haec salutatio saepe repetatur a nostris, et inde serta, coronae, rosaria contexantur.
Quod si fiat, nefandam blasphemiam auctore Bucero committimus, neque aliud nisi
apertissimum Satanae inventum et Lucifericum commentum stabilimus, Deoque et
electis odiosam, ac omni studio devitandam adferimus submurmurationem, sicut
Franciscus Lambertus ausus est calumniari...»
3 Per le indulgenze
annesse al Rosario, riportiamo quello che è scritto nell'autentica «Collectio precum piorumque operum», Roma,
1929, pag. 148 e seg., essendo annullate tutte le altre ivi non riferite: «a) Fidelibus, quoties tertiam partem
Rosarii recitaverint, conceditur: Indulgentia
quinque annorum totidemque quadragenarum. b) Si una cum aliis, sive publice
sive privatim, saltem tertiam Rosarii partem recitaverint, conceditur: Indulgentia decem annorum totidemque
quadragenarum semel in die. Indulgentia
plenaria in ultima singulorum mensium Dominica, additis confessione, sacra
Comunione et alicuius ecclesiae aut publici oratorii visitatione, si saltem
tribus diebus ex praecedentibus hebdomadis eamdem recitationem persolverint. c) Iis, qui mense octobri saltem tertiam
Rosarii partem sive publice sive privatim recitaverint, conceditur: Indulgentia septem annorum totidemque
quadragenarum quovis die. Indulgentia
plenaria, additis confessione, sacra Communione (quae etiam infra octavam
peragi potest) et alicuius ecclesiae aut publici oratorii visitatione, si die
festo B. M. V. de Rosario et per totam octavam idem persolverint. Indulgentia plenaria, additis etc., si
post octavam sacratissimi Rosarii saltem decem diebus eamdem recitationem
persolverint. d) Iis, qui coram SS.mo
Euristiae Sacramento, pubblice exposito vel etiam in tabernaculo adservato,
tertiam Rosarii partem recitaverint, quoties id egerint, conceditur: Indulgentia plenaria, si praeterea
confessionem peregerint et ad sacram Mensam accesserint. – Nota. 1° Decades
separari possunt, dummodo recitatio coronae in eodem die absolvatur. 2° Si in
recitatione Rosarii fideles (saltem unus, si in communi fiat recitatio) de more
utantur corona, ab aliquo religioso Ordinis Praedicatorum vel ab alio sacerdote
facultate pollente benedicta, praeter supradictas indulgentias, alias acquirere
possunt.» - In forza di questa ultima nota, le indulgenze sopra riferite si
guadagnano da tutti i fedeli indistintamente. Quelli poi che usano la corona
benedetta dai PP. Domenicani acquistano anche le altre indulgenze di cui alla
nota seguente. Gli iscritti alla Confraternita del Rosario possono guadagnarne
molte altre ancora, che sono riferite nel manuale della Confraternita.
4 Con
rescritto della S.C. delle Indulgenze, 13 aprile 1726, il S.P. Benedetto XIII
«concesse a quelli, i quali reciteranno o il Rosario intero, cioè quindici
poste, ovvero la sua terza parte, cioè cinque poste, indulgenza di cento giorni per ogni Pater noster e per ogni Ave
Maria; indulgenza plenaria una volta all'anno in un giorno ad arbitrio a
chi avrà recitato l'intero Rosario, o almeno la sua terza parte ogni giorno per
lo spazio di un anno. Condizioni: confessione, comunione e preghiera secondo
l'intenzione del Sommo Pontefice.» Raccolta
di orazioni e pie opere, Roma, 1898, pag. 349, 350.
5 Le sopradette
indulgenze plenarie non si trovano nella Raccolta,
trattandosi di concessioni particolari, Il Lacau, S. C. I., Precieux
tresor des indulgences, Torino, 1932, pag. 94, citando il Decreto di S. Pio
V, 14 giugno 1566, dice che gli ascritti, recitando il Rosario, possono
guadagnare l'indulgenza plenaria nella
festa dell'Annunziazione, e di 40 anni e 10 quarantene in quelle della
Purificazione, Assunzione e Natività dell B.V.
6 È riportata anche
dal Lacau, pag. 92, il quale cita un
Decreto di Gregorio XIII, 15 luglio 1579. Naturalmente manca nella Raccolta, trattandosi di concessioni
particolari.
7 Anche il Lacau, pag. 96, conferma questa
straordinaria indulgenza di 100 anni e 100 quarantene ogni giorno, per gli
ascritti che portano addosso il Rosario della Madonna, citando un Rescritto
autografo di Pio X al Generale dei Domenicani, del 30 luglio 1906.
8 Benedetto XIV con
Breve del 16 dicembre 1746. Cf. Raccolta,
pag. 559.
9 La meditazione dei
misteri è necessaria per lucrare le indulgenze; ma Benedetto XIII, nella
Costituzione Pretiosius, 26 maggio
1727, § 4, dichiarò che per le persone incapaci della considerazione dei
misteri, basta la recita devota del Rosario. Cf. Raccolta, pag. 350.
10
Magnum Speculum exemplorum, dist. 9,
exemplum 116. Ma non si nomina la B. Eulalia; si dice soltanto: «Virgo quaedam
religiosa.» Del resto, è alquanto diverso il fatto della B. Eulalia, quale ci
vien raccontato dai seguenti autori. Chrysostomus
HENRIQUEZ, Menologium Cisterciense
notationibus illustratum, Antverpiae, 1630. Menologium, 11 maii: «Depositio Eulatiae virginis, quae, humana
contemnens et caelestia appetens, Religionem Cisterciensem professa, egregiis
virtutibus celebris refulsit. Dei Parentem singulari colebat affetu, se ei
sollicitis precibus totam commendans: quam etiam singulis diebus pia Angeli
salutatione frequenter compellabat: cuius grata praesentia frui meruit, et
angelica visitatione consolari. Cumque magno exemplo vitae regularis nostrum
institutum exornaret, a carne mortali educta, ad immortalitatis locum
emigravit.» L. c., pag. 157, col. 2, nota
f): «Narrat id Almensis Anonymus in
hunc modum: «Apparuit ei vigilanti beata Dei Genitrix... dicens: «Dormis,
Eulalia? dormis, filia?» Cui illa: «Non dormio, inquit, Domina mea carissima:
sed a te quaero cur ad me peccatricem et indignam venire dignata es, mundi
Regina?» Et Domina: «Ne timeas Matrem piam, filia carissima, cui quotidie
quamplurima exhibes servitia. Quando me salutas Angeli salutatione, noli, si
vis mihi placere et magis tibi proficere, amodo illam salutationem tam cito
proferre. Scias me tunc gaudium magnum
percipere; maxime cum dicis: Dominus
tecum, prolixe, huius modus gaudii inenarrabilis est, quo tum afficior. Nam
ea videtur mihi intra me praesentem habere filium meum, sicut cum de me
dignatus est nasci Deus et homo pro peccatoribus. Sicut tunc fuit mihi gaudium
ineffabile, ita et nunc cum dicitur mihi Dominus
tecum Angelica salutatione,.» Haec audiens illa Dei famula, repleta nimirum
est ingenti laetitia. Agente illa gratias pro tam pia consolatione et
admonitione, Virgo pia cum claritate magna rediit ad caelestia regna.» - Cf.
MARRACCIUS, Familia Mariana, IX Lilia Mariana, cap. 4, n. 8: Summa aurea (Migne-Bourassé), XI, pag. 877, 878. - AURIEMMA, Affetti scambievoli, parte 1, cap. 6, pag. 51.
11 S. Pier Damiani
non compose l'Officio della Madonna;
ma ne fu ardente propagatore, e, possiamo dire, il restauratore. Scive un suo
biografo (Augustinus FORTUNIUS,
monachus Camaldulensis, libro quinto
Hisotiarum Camaldulensium, etc., ML 144-166): «Reversus Petrus a legatione
Germaniae, ad eremum suam Avellanam concitus redierat... sed revocatus a
Gregorio VII, qui anno 1073 cathedram Petri obtinuit, missus est legatus de
latere per totam Italiam, ut promulgaret decreta de dicendo Officio B. Mariae
Virginis, quod ubique siluerat: simul ieiunium sextae feriae in honorem sanctae
crucis indiceret, quod oblitteratum esse videbatur.» E un altro biografo (Hieronymus RUBEUS, ex libro quinto Historiarum Ravennatum, ML 144-179):
«Gregorio deinde septimo hortante, e legatione Germanica reversus, per omnem
Italiam, sacram inediam et ciborum ieiunitatem, die Veneris in honorem crucis
instituit, ac potius... revocavit; quod et de horariis precibus, quibus
quotidie divae Mariae virgini Christiparae debitur cultus exhibetur, factum
est; iussitque pontifex ab omnibus, qui sacris essent initiati, pie ac sancte
quotidie recitandas.» Sul che opportunamente osserva l'editore delle Opere del Santo (Abbas Constantinus CAIETANUS, ML 144-132, nota
41): «Verum, quia (Fortunius) eam
legationem refert institutam a Gregorio VII, suspecta est, cum constet B.
Petrum ante eius pontificatum obiisse.» Fortunio,
con molti altri, fa morire il Santo nel 1080. Ora, è certo che morì il 22
febbraio 1072, mentre Gregorio VII fu eletto, o meglio, acclamato Pontefice il
22 aprile dell'anno seguente. Però può dirsi che i suddetti biografi sbagliano
piuttosto quanto al tempo ed al modo, che quanto alla sostanza del fatto. Difatti
leggiamo presso il primo e più sicuro biografo del Damiani (IOANNES monachus eius discipulus, cioè S.
IOANNES LAUDENSIS, Vita, cap. 15, ML
144-132): «Hinc (ex cooperante Spiritus gratia) namque est quod dies Crucis
(cioè feria sexta cuiusilbet hebdomadae) ab innumeris fidelibus hac tota
provincia ob reverentiam Dominicae passionis in abstinentia celebratur. Quam
videlicet observantiam idem passim omnibus praedicans hortabatur. Hinc
nihilominus constat quod omnium horarum officia in honore almae Dei Genitricis
in pluribus ecclesiis instantia, maxima gestum parte dignoscitur.» - In qual
conto poi S. PIER DAMIANI avesse l'Officio della Madonna, si vede da quel che
scrisse ad un nobile secolare, Opusculum
10, De horis canonicis, cap. 9 et 10, ML 145-230: «Pudeat ergo prudentiam
tuam canonicas horas negligere...; imo cuius spiritus in amore Dei paulo
ferventius inardescit, ad hoc etiam extenditur, ut horas beatae Dei Genitricis
audire quotidie non gravetur.» E dopo riferito, con prudente riserva, il
prodigioso intervento di Maria a favore di un chierico, prevaricatore sì, ma
fedele a quell'ossequio, e pentito delle sue colpe, soggiunge: «Hoc tamen
procul dubio novimus, quia quisquis quotidiana praedictis horis officia in eius
laudibus frequentare studerit, adiutricem sibimet ac patrocinaturam ipsius
Iudicis matrem in die necessitatis acquirit.»
12 Nella Raccolta, pag. 302, si riferiscono solo
le indulgenze concesse da Leone XIII, 17 nov. 1887 e 8 dic. 1897, cioè: A chi
l'avrà recitato per intero, ancorché vi sia obbligato, 7 anni e 7 quarantene una volta al giorno; indulgenza plenaria una volta al mese, a chi l'avrà recitato ogni
giorno. Condizioni: confessione e comunione. Indulgenza di 300 giorni una volta al giorno a coloro che recitano
solamente Mattutino e Laudi; 50 giorni per
ciascun'ora di detto Ufficio, come pure per la recita separata del Vespero e
della Compieta.
13 AURIEMMA, Affetti scambievoli tra la Vergine
Santissima e suoi divoti, Bologna, 1681, parte 1, cap. 8, pag.
109-123.
14 Sisto V e
Benedetto XIII avevano concesso 200 giorni. Pio VII, con Decreto della S.C.
delle Indulgenze, 30 settembre 1817, concesse indulgenza di 300 giorni ogni volta; indulgenza plenaria nelle feste dell'Immacolata, Natività,
Annunziazione, Purificazione, ed Assunzione, a coloro, che le avessero recitate
ogni giorno. Condizioni: confessione, comunione e visita di una chiesa o
pubblico oratorio ivi pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice. Raccolta, pag. 238.
15 Nei primi anni
del suo soggiorno in Roma, la Santa fu molestata da non pochi, i quali le
minacciavano anche la morte. Nostro Signore le disse: «Tu desideras scire
voluntatem meam, an debeas hic Romae remanere, ubi plurimi... machinantur in
mortem tuam, vel cedere eorum malitiae ad tempus. Respondeo tibi quod quando me
habes, nullum timere debes. Ego brachio potentiae meae refraenabo malitiam
eorum, ut tibi nocere non valeant...» Item tunc temporis etiam apparuit ei
gloriosa Virgo Maria, dicens: «Filius meus, potens super homines et daemones,
et super omnen aliam creaturam, invisibiliter restringit omnem conatum malitiae
eorum. Et ego ero scutum protectionis tuae
et tuorum contra omnes inimicorum spiritualium et corporalium incursiones. Propterea
volo quod tu et familia tua conveniatis simul quolibet vespere, ad cantandum
hymnum Ave maris Stella, et ego
auxilium praebebo in omnibus necessitatibus vestris.» Unde
Dominus Petrus Olavi, confessor eius per 29 annos, et filia eius (S. Birgittae)
Domina Catharina, sanctae memoriae, instituerunt quotidie cantare in Ordine
(SS. Salvatoris) hunc hymnum, asserentes quod ipsa Beata Birgitta hoc fieri
mandavit, ex praecepto eiusdem Virginis gloriosae: quia ipsa gloriosa Virgo
promiserat Ordinem istum, a Filio suo sibi dedicatum, speciali gratia velle
protegere, et benedictionibus dulcedinis Spiritus Sancti confovere. S. BIRGITTAE Revelationes
extravagantes, cap. 8. Coloniae Agrippinae, 1628, pag. 560, col. 2. -
Leone XIII, con rescritto della S.C. delle Indulgenze, 27 gennaio 1888,
concesse l'indulg. di 300 giorni una
volta al giorno. Cf. Raccolta, pag.
303.
16 Indulgenza di 100 giorni una volta al
giorno, e di 7 anni e 7 quarantene una
volta in ciascun sabato dell'anno. Leone XIII, Rescritto della S.C. delle
Indulg., 20 sett. 1879 e 22 febbr. 1888. Cf. Raccolta, pag. 304.
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