- Parte seconda.
- V. - RACCOLTA DI VARI ESEMPI APPARTENENTI A MARIA SANTISSIMA
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18. *
Una donna in Colonia, tenendo cattiva amicizia con un sacerdote, un giorno lo
trovò appiccato dentro la sua stanza. Dopo ciò ella entrò in un monastero, dove
travagliandola il demonio anche visibilmente,
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non sapea più che fare
per liberarsene. Una compagna le insinuò a dire l'Ave Maria, e così facendo, il demonio disse: Sia maledetta quella che ciò t'ha insegnato. E non comparve più
(Cesar., l. 3, c. 33).
* Esempio 18. - CAESARIUS, Heisterbacensis monachus, Ord.
Cist., Dialogus miraculorum, dist 3,
cap. 13. Coloniae, etc., 1851, I, pag. 125-127. - Avendo questa
monaca, per nome Aleide o Adelaide, usato vari mezzi con poco profitto, «una
ceteris sororibus aetate maturior atque prudentior, suasit ei, quatenus
daemonem propius accedere sineret, et tunc alta voce salutationem angelicam in
eius faciem iacularet. Quod cum fecisset, diabolus, ac si sagitta esset
percussus vel turbine impulsus, aufugit, nec umquam propius ex illa hora
accedere praesumpsit... Sanctimonialis vero tali iaculo munita, daemonem ab
illa hora vidit sine terrore, et audivit sine timore.» Però continuò a vederlo
e udirlo, quantunque più da lontano. Come altrove lo ricorda S. Alfonso, non fu
del tutto liberata, se non quando, secondo il consiglio di un pio religioso,
ebbe fatta una nuova confessione generale presso il Priore da cui dipendeva il
suo monastero. - Cesario conchiude così la sua narrazione: «Haec mihi relata
sunt a domino Hermanno Abbate Loci Sanctae Mariae. Cum talia, fama divulgante,
cognovisset de praefata femina, sibi, cum esset Bonnae canonicus, optime nota,
ad locum (Langwaden, presso Wevelinghoven, nella diocesi di Colonia) per se
ipsum accessit, et eo ordine, quo dicta sunt, ab illius ore cuncta audivit.»
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