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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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ORAZIONI MOLTO DIVOTE DI ALCUNI SANTI ALLA DIVINA MADRE

Si soggiungono qui le seguenti Orazioni, non solo per usarle, ma anche per intendere il gran concetto, che hanno avuto i santi della potenza e misericordia di Maria, e la gran confidenza ch'essi aveano nel di lei patrocinio.

Orazione di S. Efrem.1

O immacolata e interamente pura Vergine Maria, Madre di Dio, regina dell'universo, nostra buonissima Signora, voi siete superiore a tutti i santi, siete l'unica speranza de' Padri,


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l'allegrezza de' santi. Per voi siamo stati riconciliati al nostro Dio. Voi siete l'unica avvocata de' peccatori, il porto sicuro di chi ha fatto naufragio. Siete la consolazione del mondo, il riscatto de' cattivi, l'allegrezza degl'infermi, la ricreazione degli afflitti, il rifugio, la salute di tutto il mondo.

O gran principessa, Madre di Dio, copriteci colle ali di misericordia, abbiate pietà di noi. A noi non è data altra speranza che in voi, o Vergine purissima. Noi siamo dati a voi e consacrati al vostro ossequio: portiamo il nome di vostri servi, non permettete che Lucifero ci strascini all'inferno.

O Vergine immacolata, siamo sotto la vostra protezione: siamo perciò ricorsi unicamente a voi, e vi supplichiamo d'impedire che il vostro Figliuolo, irritato per li nostri peccati, ci abbandoni alla podestà del demonio.

O piena di grazia, illuminate il mio intelletto, sciogliete la mia lingua per cantare le vostre lodi e principalmente il cantico angelicodegno di voi. Vi saluto, o pace, o gioia, o salute e consolazione di tutto il mondo. Vi saluto, o maggior miracolo che nel mondo mai sia stato, paradiso di delizie, porto sicuro di chi è in pericolo, fontana di grazie, mediatrice di Dio e degli uomini.

Orazione di S. Bernardo.2

Alziamo i nostri occhi a voi, o regina del mondo. Noi dobbiamo comparire innanzi al nostro giudice dopo tanti peccati; chi lo placherà? Non v'è chi possa farlo meglio di voi, o santa


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Signora, che tanto l'amaste e ne siete stata così teneramente amata. Aprite dunque, o Madre di misericordia, le orecchie del vostro cuore a' sospiri nostri ed alle nostre preghiere. Noi fuggiamo sotto la vostra protezione; placate lo sdegno del vostro Figlio, e rimetteteci nella sua grazia. Voi non abborrite il peccatore, per quanto puzzolente ei sia: voi non lo disprezzate, se a voi sospira e dimanda pentito la vostra intercessione: voi colla vostra pietosa mano lo liberate dalla disperazione: voi l'animate a sperare e lo confortate e non l'abbandonate, sinché l'abbiate riconciliato col suo giudice.

Voi siete quell'unica donna, in cui il Salvatore ha trovato il Suo riposo, ed ha riposti senza misura tutti i suoi tesori. Tutto il mondo perciò, o mia santa Signora, onora il vostro casto seno, come tempio di Dio, nel quale s'è dato principio alla salute del mondo. Ivi s'è fatta la riconciliazione tra Dio e l'uomo.


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Voi siete l'orto chiuso, o gran Madre di Dio, in cui la mano del peccatore non è mai entrata per coglierne il fiore. Voi siete il bel giardino in cui Dio ha posti tutti i fiori che ornano la Chiesa, e fra gli altri la viola della vostra umiltà, il giglio di vostra purità e la rosa di vostra carità. A chi vi metteremo in paragone, o Madre di grazia e di bellezza? Voi siete il paradiso di Dio. Da voi è uscita la fonte d'acqua viva, che irriga tutta la terra. Oh quanti benefici avete fatti al mondo col meritare d'essere un acquedottosalutevole!

Di voi si parla quando si dice: Chi è colei che sorge come l'aurora, bella come la luna, eletta come il sole? Siete dunque venuta al mondo, o Maria, come risplendente aurora, prevenendo colla luce della vostra santità la venuta del sole di giustizia. Il giorno in cui siete comparsa nel mondo, ben può dirsi giorno di salute, giorno di grazia. Siete bella come la luna: perché siccome non v'è pianeta più simile al sole, così non v'è creatura di voi più simile a Dio. La luna illumina la notte col lume che riceve dal sole, e voi illuminate le nostre tenebre collo splendore di vostre virtù; ma voi siete più bella della luna, perché in voi non si trovamacchiaombra. Voi siete eletta come il sole: intendo di quel Sole che ha creato il sole: egli è stato eletto fra tutti gli uomini e voi eletta fra tutte le donne. O dolce, o grande, o del tutto amabile Maria, non può pronunziarsi il vostro nome da un cuore, senza che voi l'accendiate del vostro amore; né possono quelli che v'amano pensare a voi, senza sentirsi confortare a più amarvi.

O santa Signora, aiutate la nostra debolezza. E chi è più atto a parlare al nostro Signore Gesù Cristo che voi, che godete sì da vicino la sua dolcissima conversazione? Parlate, parlate, o Signora, perché il vostro Figlio vi ascolta, ed otterrete quanto da voi gli sarà dimandato.

Orazione di S. Germano.3

O mia unica Signora, che siete l'unica consolazione ch'io ricevo da Dio, voi che siete la sola celeste rugiada che date refrigerio alle mie pene; voi che siete la luce dell'anima mia,


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allorch'è circondata da tenebre; voi che siete la mia guida ne' miei viaggi, la mia fortezza nelle mie debolezze, il mio tesoro nella mia povertà, il mio medicamento nelle mie piaghe, la mia consolazione nelle mie lagrime, voi che siete il mio rifugio nelle mie miserie e la speranza di mia salute, esaudite le mie preghiere, abbiate pietà di me, come conviene alla Madre d'un Dio, che ha tanto affetto verso degli uomini. Concedetemi quanto vi domando, voi che siete la nostra difesa e gioia. Rendetemi degno di godere con voi di quella gran felicità che voi godete nel cielo.

Sì, mia Signora, mio rifugio, mia vita, mio aiuto, mia difesa, mia fortezza, mia allegrezza, mia speranza, fate che io venga con voi in paradiso. Io so che essendo voi la Madre di Dio, ben potete ottenermelo, se volete. O Maria, voi siete onnipotente per salvare i peccatori, né avete bisogno d'altra raccomandazione, perché siete la Madre della vera vita.

Orazione dell'abbate Cellense, chiamato l'Idiota.4

Traetemi dietro a voi, o Vergine Maria, affinché io corra all'odore de' vostri profumi. Traetemi, perché io son trattenuto dal peso de' miei peccati e dalla malizia de' miei nemici.


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Come alcuno non va al vostro Figlio, se non lo trae il divin Padre, così ardisco dire in qualche maniera che alcuno non va a lui, se voi non lo traete colle vostre sante preghiere. Voi siete quella che insegnate la vera sapienza; voi quella che impetrate la grazia a' peccatori, perché siete la loro avvocata; voi quella che promettete la gloria a chi v'onora, perché siete la tesoriera delle grazie.

Voi avete trovata la grazia appresso Dio, o dolcissima Vergine, perché siete stata preservata dalla macchia originale, ripiena di Spirito Santo, ed avete conceputo il Figliuolo di Dio: avete ricevute tutte queste grazie, o umilissima Maria, non solo per voi, ma ancora per noi, affinché ci assistiate in tutti i nostri bisogni. E ben già voi lo fate: voi soccorrete i buoni conservandoli nella grazia, ed i cattivi riducendoli a ricevere la divina misericordia. Voi aiutate i moribondi, proteggendoli contro l'insidie del demonio, e gli aiutate anche dopo la morte, ricevendo l'anime loro e conducendole al regno beato.

Orazione di S. Metodio.5

Il vostro nome, o Madre di Dio, è ripieno di tutte le grazie e benedizioni divine. Avete compreso colui ch'è incomprensibile e nudrito colui che 'l tutto nudrisce. Colui che riempie


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il cielo e la terra ed è signore del tutto, ha voluto aver bisogno di voi, mentre voi gli avete dato quell'abito di carne che prima non avea. Rallegratevi, o Madre e ancella di Dio. Allegramente, allegramente, voi avete per debitore colui che l'essere a tutte le creature: tutti siam debitori a Dio, ma Dio è debitore a voi. Quindi è, o Santissima Madre di Dio, che voi avete maggior bontà e maggior carità di tutti gli altri santi, e più di tutti avete nel cielo accesso appresso Dio, mentre siete sua Madre. Deh vi preghiamo noi, che celebriamo le vostre glorie e sappiamo quanto è grande la vostra bontà, di ricordarvi di noi e delle nostre miserie.

Orazione di S. Giovanni Damasceno.6

Vi saluto, o Maria, voi siete la speranza de' Cristiani: deh ricevete la supplica d'un peccatore, che teneramente v'ama, particolarmente vi onora, e mette in voi tutta la speranza di sua salute. Da voi io tengo la vita. Voi mi ristabilite in grazia del vostro Figlio: voi siete il pegno certo della mia salvazione. Vi supplico dunque di liberarmi dal peso de' miei peccati: distruggete le tenebre della mia mente, discacciate gli


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affetti terreni dal mio cuore, reprimete le tentazioni de' miei nemici, e reggete talmente la mia vita, ch'io possa giungere col vostro mezzo e sotto la vostra guida all'eterna felicità del paradiso.

Orazione di S. Andrea di Candia (o di Gerusalemme, perché non si sa se siano due o un solo Prelato).7

Vi saluto, o piena di grazia, il Signore è con voi. Vi saluto, o istrumento di nostra allegrezza, per cui la sentenza di nostra condanna è stata già rivocata e cambiata in un giudizio di benedizione. Vi saluto, o tempio della gloria di Dio, casa sacra del Re de' cieli. Voi siete la riconciliazione di Dio cogli uomini. Vi saluto, o Madre della nostra allegrezza. In verità voi siete benedetta, poiché voi sola fra tutte le donne siete stata trovata degna d'esser la Madre del vostro Creatore. Tutte le nazioni vi chiamano beata.

O Maria, s'io metto la mia confidenza in voi, sarò salvo; s'io sarò sotto la vostra protezione, nulla ho a temere, perché l'esser vostro divoto è avere certe armi di salute, che Dio non concede se non a coloro che vuole salvi.


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O Madre di misericordia, placate il vostro Figliuolo. Mentre voi eravate sulla terra, non ne occupavate che una picciola parte; ma or che siete innalzata sopra il più alto de' cieli, tutto il mondo vi considera come propiziatorio comune di tutte le genti. Vi supplichiamo dunque, o Vergine Santa, di concederci il soccorso delle vostre preghiere appresso Dio: preghiere che ci sono più care e più preziose di tutti i tesori della terra: preghiere che rendono Dio propizio a' nostri peccati e ci ottengono una grande abbondanza di grazie per riceverne il perdono e praticare le virtù: preghiere che arrestano i nemici, confondono i loro disegni e trionfano de' loro sforzi.

Orazione di S. Idelfonso.8

Vengo a voi, o Madre di Dio, vi supplico che mi otteniate il perdono de' miei peccati ed ordiniate ch'io sia purificato da tutte le colpe della mia vita. Vi prego ad accordarmi la grazia ch'io m'unisca coll'affetto al vostro Figliuolo ed a voi: al vostro Figliuolo come a mio Dio, a voi come a Madre del mio Dio.

Orazione di S. Atanasio.9

Ascoltate, Santissima Vergine, le nostre preghiere, e ricordatevi di noi. Dispensateci i doni di vostre ricchezze e dell'abbondanza delle grazie onde siete ripiena. L'arcangelo vi


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saluta e vi chiama piena di grazia; tutte le nazioni vi chiamano beata; tutte le gerarchie del cielo vi benedicono; e noi che siamo della gerarchia terrestre ancora vi diciamo: Dio vi salvi, o piena di grazia, il Signore è con voi; pregate per noi, o Madre di Dio, nostra Signora e nostra regina.

Orazione di S. Anselmo.10

Vi preghiamo, o Santissima Signora, per quella grazia che Dio v'ha fatta di così innalzarvi e di rendervi con essolui tutte le cose possibili, di fare in modo che la pienezza della


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grazia che voi avete meritata, ci renda partecipi di vostra gloria. Affaticatevi, o misericordiosissima Signora, a procurarci il bene, per cui Dio si è contentato di farsi uomo nelle vostre caste viscere. Non vi rendete difficile in ascoltarci. se voi vi degnate di pregare il vostro Figliuolo, egli subito vi esaudirà. Basta che voi ci vogliate salvi, che allora non potremo non esser salvi. Or chi potrà restringere le viscere di vostra misericordia? se non avete compassione di noi voi che siete la Madre della misericordia, che ne sarà di noi quando il vostro Figliuolo verrà a giudicarci?

Soccorreteci dunque, o pietosissima Signora, senza guardare la moltitudine de' nostri peccati. Pensate e ripensate che il nostro Creatore ha preso carne umana da voi non per dannare i peccatori, ma per salvarli. Se non foste voi stata fatta Madre di Dio che per vostro vantaggio, potrebbe dirsi che poco voi vi curaste che siamo salvi o dannati: ma Dio s'è vestito di vostra carne per vostra salute e per quella di tutti gli uomini. Che ci servirà che siate così potente e sì gloriosa, se non ci rendete partecipi di vostra felicità? Aiutateci e proteggeteci: sapete qual bisogno abbiamo di vostra assistenza. Noi ci raccomandiamo a voi: voi fate che non ci danniamo, ma che serviamo ed amiamo eternamente il vostro Figliuolo Gesù Cristo.

Orazione di S. Pier Damiani.11

Santa Vergine Madre di Dio, soccorrete coloro che implorano la vostra assistenza. Rivolgetevi a noi. Che forse per essere stata deificata vi siete scordata degli uomini? Ah no certamente.


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Voi già sapete in quali pericoli ci avete lasciati, e lo stato miserabile de' vostri servi; no, non conviene ad una misericordiagrande, qual'è la vostra, lo scordarsi d'una sì gran miseria, qual'è la nostra. Rivolgetevi colla vostra potenza, perché colui ch'è potente vi ha data l'onnipotenza in cielo ed in terra. A voi non è impossibile alcuna cosa, mentre voi potete sollevare anche i disperati a sperare la salute. Quanto più siete potente, tanto più dovete essere misericordiosa.

Rivolgetevi ancora a noi per amore. Io so, mia Signora, che siete tutta benigna, e ci amate con un amore che non può superarsi da altro amore. Quante volte voi placate l'ira del nostro giudice, allorch'è in procinto di castigarci! Tutti i tesori delle misericordie di Dio sono nelle vostre mani. Ah non succeda che cessiate dal beneficarci voi, che non cercate se non l'occasione di salvare tutti i miserabili e di spargere sopra di essi la vostra misericordia; giacché si accresce la vostra gloria, quando per vostro mezzo i penitenti son perdonati ed i perdonati giungono al paradiso. Rivolgetevi dunque a noi, affinché possiamo venire a vedervi in cielo; giacché la maggior gloria che possiamo avere è di veder voi dopo Dio, l'amarvi e l'esser sotto la vostra protezione. Deh esauditeci, poiché il vostro Figliuolo vuole onorarvi col non negarvi niente di quanto voi gli domandate.

Orazione di S. Guglielmo vescovo di Parigi.12

O Madre di Dio, io ricorro a voi e vi convengo a non discacciarmi, giacché tutta la Chiesa de' fedeli vi chiama e vi pubblica Madre della misericordia. Voi siete quella che, per


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esserecara a Dio, sempre siete esaudita: la vostra pietà non mai è mancata ad alcuno: la vostra benignissima affabilità non ha mai disprezzato alcun peccatore, quanto si voglia enorme, che a voi s'è raccomandato. E che forse falsamente o invano la Chiesa vi nomina la sua avvocata e 'l rifugio de' miseri? Non sia mai che le mie colpe possano trattenervi di adempire il grande officio di pietà che voi avete, col quale siete l'avvocata e la mezzana di pace, l'unica speranza e 'l rifugio sicurissimo de' miseri. Non sia mai che la Madre di Dio, la quale partorì a benefizio di tutto il mondo il fonte della misericordia, abbia poi a negare la sua pietà ad alcun miserabile che a lei ricorre. L'officio vostro è di essere la paciera fra Dio e gli uomini: vi muova dunque a soccorrermi la vostra gran pietà, ch'è assai maggiore di tutti i miei peccati.

Preghiera. a Maria SS.

da farsele ogni giorno in fine della visita.13

Santissima Vergine Inmacolata e Madre mia Maria, a voi che siete la Madre del mio Signore, la Regina del mondo, l'avvocata, la speranza, il rifugio dei peccatori, ricorro


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ogg'io che sono il più miserabile di tutti. Vi adoro, o gran Regina, e vi ringrazio di quante grazie mi avete fatte sinora, specialmente in avermi liberato dall'inferno tante volte da me meritato. Io v'amo, Signora amabilissima, e per l'amore che vi porto, vi prometto di volervi sempre servire e di far quanto posso, acciocché siate amata ancora dagli altri. Io ripongo in voi tutte le mie speranze, tutta la mia salute; accettatemi per vostro servo, ed accoglietemi sotto il vostro manto, voi Madre di misericordia. E giacché siete così potente con Dio, voi liberatemi da tutte le tentazioni, o pure ottenetemi forza di vincerle sino alla morte. A voi domando il vero amore a Gesù Cristo; da voi spero di fare una buona morte. Madre mia, per l'amore che portate a Dio, vi prego ad aiutarmi sempre, ma più nell'ultimo punto della vita mia. Non mi lasciate sintanto che non mi vedete già salvo in cielo, a benedirvi ed a cantare le vostre misericordie per tutta l'eternità. Amen. Così spero, così sia.

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FINE DELLA PRIMA PARTE




1 S. P. EPHRAEM Syri, Sermo de SS. Dei Genitris Virginis Mariae laudibus. Opera quae exstant graece et latine, III, Romae, 1746, pag. 575-576. «Inviolata, integra, planeque pura ac casta Dei Genitrix Maria, Regina omnium... Domina nostra gloriosissima, eademque optima... sublimior caelitibus..., et incomparabiliter reliquis omnibus supernis exercitibus gloriosor. Unica spes Patrum... laetitia Sanctorum... Per te reconciliati sumus Christo Deo nostro... Tu peccatorum... unica advocata es... Tu portus naufragantium tutissimus. Tu mundi solatium. Tu... captivorum redemptio... tu aegrotantium exsultatio maestorumque consolatio, et omnium salus... O Domina princeps... o sancta Dei Genitrix, sub alis... misericordiae tuae protege et custodi nos. Miserere nostri... Non nobis est alia, quam in te, fiducia, o Virgo sincerissima... Tibi, Domina nostra, dediti sumus miseri, tuique clientes appellati: ne igitur a maligno Satana ad inferni portas abduci nos sinas... O Virgo intemerata... sub tua denique tutela et protectione toti sumus: quare ad te unicam confugimus... suppliciter clamantes ac deprecantes, ne dulcis Filius tuus... ob plurima quae commisimus scelera, e medio tollat nos, miserabilesque animas nostras instar leonis diripiat...

Illumina mihi mentem, o gratia plena, move linguam meam et labia, ad laudes tibi... decantandas, et praesertim dulce illud melos angelicum... salutionem, inquam, maxime congruentem atque decentem... Ave, pax, gaudium, consolatio et salus mundi... Ave praestantissimum universi orbis terrae miraculum... paradise deliciarum... portus tranquillissime... periclitantium opitulatrix (più sotto: portus tutissime in hac vita navigantium)... fons gratiae... Dei et hominum mediatrix optima



2 «... Oculos... ad te, Regina mundi, attollimus... Ecce coram tremendo Iudice peccatores assistimus, cuius manus... gladium irae suae vibrat super nos. Et quis avertet eam? Nemo, Domina, tam idoneus... ut tu Dei amantissima, per quam primum in terris suscepimus misericordiam de manu Domini Dei nostri. Aperi itaque tu, Mater misericordiae, benignissimi cordis tui ianuam suspiriosis precatibus filiorum Adam... Ad tuae protectionis umbraculum confugimus... Te... obsecramus, ut Filii... iram... erga nos mitiges, eiusque gratiam… nobis tua conciliet... Tu peccatorem, quantumlibet fetidum, non horres, non despicis, si ad te suspiraverit, tuumque interventum poenitenti corde flagitaverit: tu illum a desperationis barathro pia manu retrahis, spei medicamen aspiras; foves, nec deseris, quousque (horrendo) Iudici (miserum) reconcilies...

Haec est unica illa Salvatoris femina, in qua sola (quaesitam in omnibus) requiem invenit, atque in eius sinum omnes thesauros suos absque mensura transfudit... Iam vero uterum tuum, Domina, velut sacratissimum Dei vivi templum totus mundus veneratur, quia in eo salus mundi initiata est... Ibi ruptus est paries inimicitiarum... ibi confederata sunt terrenis caelestia... Hortus conclusus tu es, Dei Genitrix, ad quem deflorandum manus peccatoris numquam introivit. Tu sanctorum areola aromatum a caelesti consita pigmentario, virtutum omnium speciosis floribus delectabiliter vernas: inter quorum pulcherrimos trium in te miramur excellentiam. Hi sunt quorum odore suavissimo totam domum Domini reples, o Maria, viola humilitatis, lilium castitatis, rosa caritatis... Et cui te assimilabimus, Mater pulchritudinis? Vere paradisus Dei tu es... Fons vitae... de medio ventris tui exsilivit, atque... ad irrigandam faciem arentis mundi emanavit... O quanta mundo contulisti, quae tam salubris aquaeductus esse meruisti!

Te nimirum (divini epithalamii praecentor a longe) intuitus est, cum (in admirationis voce) ita prorupit: Quae est ista quae progreditur quasi aurora consurgens, pulchra ut luna, electa ut sol... (Cant. VI, 9). Sicut aurora valde rutilans in mundo progressa es, o Maria, quando veri solis splendorem tantae sanctitatis iubare praecucurristi, ut vere diem salutis, diem propitiationis... a tua claritate initiari dignum fuerit... Tu pulchra ut luna... Illa enim omnium astrorum sola soli simillima... tu vero (al. veri) solis imago expressissima... Illa... Transfuso in se solari lumine noctem nostram illuminat: tu virtutum tibi a Deo inditarum magnificis exemplis (ad imitationem tui nos provocas, sicque) noctem nostram illuminas... Imo et pulchrior (es) luna, quia tota pulchra es, et macula non est in te, neque vicissitudinis obumbratio. Tu electa es ut sol: ille, inquam, Sol solis conditor. Ille enim electus est ex millibus virorum: tu electa ex millibus feminarum... O magna, o pia, o multum amabilis Maria! tu nec nominari quidem potes, quin accendas; nec cogitari, quin recrees affectus diligentium te...

O Domina,... adiuva imbecillitatem nostram... Et quis tam idoneus, ut loquatur ad Cor Domini nostri Iesu Christi, ut tu, felix Maria, quae... eius familiarissimo colloqui cum plena cordis laetitia perfrueris? Loquere, Domina, quia audit Filius tuus; et quaecumque petieris, impetrabisAd Beatam Virginem Mariam Sermo panegyricus (al. Deprecatio et laus elegantissima), ML 184, col. 1009-1014. Inter Opera S. Bernardi. L'autore, secondo la testimonianza di Riccardo di San Lorenzo, è ECBERTO, (+ 1160 incirca), Abate di Schoenauge, nella diocesi di Treviri. Uomo piissimo; scrisse la Vita della propria sorella, S. Elisabetta, monaca di Schoenauge, amica di S. Ildegarde, e anch'essa celebre per le sue rivelazioni. - Vedi Appendice, 3, B.



3 «O Domina, sola tu meum ex Deo solatium; divinus ros in me exsistentis aestus; exarescentis cordis mei divinitus affluentes guttae; tenebricosae animae meae splendidissima lampas; itineris mei deductio; meae debilitatis virtus; nuditatis meae vestimentum, mendicitatis meae divitiae; insanabilium vulnerum meorum medicina; lacrimarum mearum exstinctio, gemituum meorum cessatio; calamitatum depulsio, dolorum levatio, vinculorum liberatio; meae spes salutis; exaudi preces meas... Miserere mei... tamquam benigni Dei ac clementis parens (ad verbum: tamquam mater Dei qui homines diligit). Aspice, atque annue supplicationi meae, imple animae meae sitibundum desiderium,... tuque, universorum patrocinium, gaudiumque ac laeta iucunditas, dignare, quaeso, simul me cum ea (qui prega S. Germano per un'anima a lui molto cara, e domanda di esserle associato nell'eterna felicità: domanda S. Alfonso di partecipare all'eterna felicità di Maria SS.; quindi, invece di «cum ea» leggerai «tecum») laetari, in gaudio illo vere ineffabili... ac deliciis perpetuis... Ita, Domina mea; ita, meum refugium, vita ac auxilium meum, armatura ac gloriatio, spes mea ac robur meum. Da mihi una cum illa (cum te, come sorpa) perfrui inenarrabilibus... Filii tui donis in caelesti illa mansione. Habes enim, novi, parem cum voluntate facultatem, tamquam Altissimi parens. (Fin qui: in Praesentationem SS. Deiparae, verso la fine: MG 98-318, 319. Quel che segue: In beatam SS. Dominae nostrae Deiparae... dormitionem, sermo 2, a principio, MG 98-349, 350.) Peccatores per te «Deum exquisierunt et salvi facti sunt»... Potens igitur ad salutem auxilium tuum, o Deipara, nec alterius cuiusquam apud Deum commendationem requirens. Tu enim revera, verae es Vitae parens.» S. GERMANUS, Patriarcha CP., + 740.

4 «Trahe me post te, Virgo Maria, trahe me post te, ut curram in odorem unguentorum tuorum (Cant. I. 3). Trahe me post te, quia retinet me peccatorum ponderositas... Trahe me post te, quia decipit me hostium perversorum maligna calliditas...Sicut... nemo venit ad tuum Filium benedictum nisi Pater traxerit illum (Io. VI, 44), sic etiam quodammodo possum dicere: Nemo venit ad Filium tuum gloriosum, nisi tuis sanctissimis precibus traxeris eum... (Tua unguenta fragrantissima sunt, scilicet, caelestis sapientia, spiritualis gratia, et immarcescibilis gloria;) verbis enim tuis et exemplis doces veram sapientiam, quia doctrix es sapientiae Dei; peccatoribus impetras gratiam, et honorantibus te promittis gloriam.

Invenisti gratiam apud Deum (Luc. I, 30), dulcissima Virgo Maria... quia fuerunt in te sanctificatio in matris utero, angelica salutatio, Spiritus Sancti superventio, et Filii Dei conceptio... Has autem gratias, humillima Virgo Maria, non tantum propter te invenisti, sed etiam propter nos, ut multipliciter nos iuvares; et ideo adiuvas in vita praesenti tam bonos quam malos: bonos in gratia conservando... malos ad misericordiam reducendo... Adiuvas etiam in morte, ab insidiis diaboli protegendo...Adiuvas quoque post mortem, animas suscipiendo et eas in caelum deducendoRAYMUNDUS IORDANUS (Jordan), Can. Reg. Ord. S. Aug., ex Praeposito Uticensi (1381) Cellensium apud Biturigas Abbas, qui diu Idiotae nomen praetulit: Contemplationes de B. Virgine, Prooemium Contemplationum (fino a: promittis gloriam; poi) pars 5, Contemplatio I, n. 1, 2. Migne-Bourassé, Summa aurea de laudibus B. V. M., vol. 4, col. 853, 854; col. 895, 896.



5 «In benedictionibus Domini nomen tuum, divina gratia plenissimum ac summe Deo gratiosum, Dei mater... Tu circumscriptio, ut ita dicam, eius qui est incircumscriptibilis... Mater plasmatoris, altoris nutrix... Qui caelum et terram implet, cuius ditionis sunt res omnes, tui indigus efficitur; quippe Deo fenerata es carnem, quam non habebat... Euge, euge, Dei mater ancillaque. Euge euge, cui ille omnium creditor, debitor sit. Deo debemus omnes: tibi ipse obstrictus est. - Fulgurasti, dulcidona Mater solaris luminis, importabilibus caritatis praeferventis ignibus: eo in fine partu edito quod ante principium conceptum erat: palam exhibito, quod erat absconditum et inenarrabile sacramentum... Propterea te deprecamur omnium praestantissimam, maternisque honoribus fiducia gloriantem, ut indesinentem nostri memoriam habeas, Dei Mater Sanctissima.» S. METHODIUS, episcopus et martyr (circa annum 312), De Simeone et Anna, quo die in templo occurrerunt, ac de sancta Deipara, n. 10. ML 18-371, 374; n. 14, col. 382.

6 «Salvesis, Maria, Annae dulcissima puella: nam me rursum ad te amor pertrahit... O Ioachim et Annae filia et domina, orationem suscipe servi peccatoris, qui te tamen ardenter amat colitque, teque solam gaudii spem habet, et vitae praesidem, nec non apud Filium pacatricem, ac certam salutis arrham. Peccatorum sarcinam discute, menti tenebras offundentem nebulam, terrenamque crassitiem dissipa, tentationes comprime, vitam meam fauste guberna, ut ad caelestem beatitatem per te ducar, (pacemque mundo concilia).» S. IOANNES DAMASCENUS, Homilia I in Nativitatem B. V. M., n. 11, 12, ML 96-678, 679. - Di questa omilia dicono i dotti editori (Monitum, col. 661): «Habent plerique ecclesiastici codices, ceu monumentum in Mariam Iuculentissimum, ac usu frequenti in Ecclesiis Orientis lectitari solitum

7 «Ave gratiosa, Dominus tecum. Avesis, gaudii organum, per quod soluta est dirarum condemnatio, eiusque loco inducta gaudii iustificatio... Ave, magnificum divinae gloriae templum: avesis, molitionis sacrae Regis palatium... Avesis, divina cum hominibus reconciliatio... Avesis, incomprehensibilis gaudii parens... Tu vere benedicta quae, sola matrum, Creatori tuo mater praeparata es... Benedicta tu in mulieribus: quam generationes beatam dicunt, quam reges florificant, quam adorant principes.» S. ANDREAS CRETENSIS (detto «di Gerusalemme» per il lungo soggiorno che vi fece, quasi fin dall'infanzia, come monaco, e «di Creta o Candia» perché ne fu arcivescovo,) In Annuntiationem B. Mariae. MG 97-894, 895, 896.

Il secondo paragrafo, l'abbiamo trovato alrove, attribuito a S. Gio. Damasceno. Vedi vol. XV della nostra edizione, pag. 331.

Veniamo al terzo paragrafo: S. ANDREAS CRETENSIS, In dormitionem S. Mariae, III, MG 97-1099, 1107: «Vade itaque, vade in pace. Transmigra a creatis mansionibus; Deum fac communi figmento propitium. Hactenus quidem dum ageres in humanis, modica te terrae portio habebat: ex quo autem fuisti ex humanis translata, mundus te totus propitiatorium commune amplectitur... Tu porro, in te gloriantibus nobis, o Deipara, id modici huius laboris (cioè di questo suo sermone) praemium retribueris: ut nimirum, thesauris omnibus pretiosisque opibus splendidiorem pretiosioremque, tuam ad Filium tuum... orationem supplicem praebueris; qua et peccantes, Deum pacaturi sumus; et ex virtutis ratione agentes, benignius conciliaturi: qua barbarorum arma, sagittas parvulorum simus existimaturi: et qua sit futurum, ut hasta, galea, ac missa tela, inutilia ac inefficacia maneant



8 «Et nunc venio ad te, (sola Virgo) Mater Dei, (procido coram te, sola opus Incarnationis Dei mei; humilior coram te, sola inventa mater Domini mei;) rogo te, (sola inventa ancilla Filii tui,) ut obtineas deleri facta peccati mei, ut iubeas mundari me ab iniquitate operis mei; (ut facias me diligere gloriam virtutis tuae, ut reveles mihi multitudinem dulcedinis Filii tui, ut des mihi loqui et defendere fidei sinceritatem Filii tui;) concedas etiam mihi adhaerere Deo et tibi, (servire Filio tuo et tibi, famulari Domino tuo et tibi; illi sicut factori meo, tibi sicut genitrici factoris mei; illi sicut Domino virtutum, tibi sicut ancillae Domini;) illi sicut Deo, tibi sicut Matri Dei; (illi sicut Redemptori meo, tibi sicut operi redemptionis meae).» S. HILDEFONSUS, Toletanus episcopus (+ 669), De virginitate perpetua Sanctae Mariae, cap. 12. ML 96-105.

9 «Et iam audi, (filia David et Abraham,) et inclina aurem tuam ad supplicationem nostram... Recordare nostri, sanctissima Virgo... et tribue nobis (pro exiguis his sermonibus) magna dona ex divitiis gratiarum tuarum, o gratia plena... Ecce... quasi primitias encomii tibi Archangelus contexuit clamando: «Ave, gratia plena, Dominus tecumBeatam te dicunt omnes generationes. Ac primum omnes caelestes angelorum hierarchiae... hierarchicas manus attollentes, te benedicunt... Ab iis edocti, nos qui terrenae sumus hierarchiae... te exaltamus magna et alta voce canentes: «Ave, gratia plena, Dominus tecumIntercede pro nobis, Domina, Regina et Mater Dei.» Sermo in Annuntiationem SS. D. N. Deiparae, MG 28-938, 939, inter Opera S. Athanasii (dubia et spuria). - Certo è che questo Sermone non è di S. Atanasio, non essendo vissuto l'autore prima dei tempi di Nestorio e dei Monoteliti. Pur non è dispregevole: Baronio, che fu dei primi a negargli la paternità di S. Atanasio, volentieri lo attribuirebbe a S. Cirillo, o ad Anastasio, dotto e santo patriarca di Antiochia (vedi Epistola apologetica, n. 8. MG 28-917).

10 «Rogamus... te, Domina, per ipsam gratiam qua te (pius et omnipotens) Deus sic exaltavit, et omnia tibi secum possibilia esse donavit, quatenus id apud ipsum nobis obtineas, ut plenitudo gratiae, quam meruisti, in nobis sic operetur quo participium beati praemii eius nobis misericorder quandoque donetur... Intende ergo, Domina piissima, ut nobis ad effectum proveniat, propter quod Deus noster ex tuo castissimo utero factus homo inter homines venit; nec sis, quaesumus, exoratu difficilis, quia procul dubio idem benignissimus Filius tuus erit, ad concedendum quidquid voles, promptus et exaudibilis. Tantummodo itaque velis salutem nostram, et vere nequaquam salvi esse non poterimus. Quid igitur stringet larga misericordiae tuae viscera...? Si tu denegas nobis effectum misericordiae, cuius (tam mirabiliter) facta es mater, quid faciemus cum... Filius tuus advenerit, (cunctos aequo) iudicaturus (iudicio?)

Subveni ergo nobis, Domina, (et) non considerata peccatorum nostrorum multitudine, (velle tuum ad miserendum nobis inflecte). Cogita, quaeso, et recogita apud te quia non ad damnandum, sed ad salvandum peccatorem Conditor noster ex te factus est homo... An... utrum pereamus,... non curabis...? Et hoc quidem fortassis aliquo modo, bona Domina, dici posset, si pro tui solius exaltatione et salute mater Dei facta fuisses. Sed utique Deus, qui hominem assumpsit ex tua castissima carne, hoc fecit pro tua et nostra communi salute. Si ergo, quae plena salute es potita, non intendis ut eadem salus pro modulo nostro etiam ad nos usque pertingat... quae pro totius mundi salvatione meruisti fieri mater Altissimi, cum nos postposueris... quid, quaeso, proderit nobis tua gloriosa et felix exaltatio...?... Eo nos propensiori studio iuva, precamur, et fove, quo in faecibus mundi natos et alitos potiori levamine prospicis indigere... Tibi ergo nos commendamus: tu procura ne pereamus, effice potius ut (salus nostra de die in diem multiplicetur, et) Filio tuo Domino nostro Iesu Christo vita nostra iugi devotione famuleturLiber de excellentia Virginis Mariae, cap. 12. ML 159, col. 578-580. - Questo trattatello, per più secoli, venne attribuito a S. Anselmo, e tuttora si ritrova tra le sue Opere, però nell'Appendice. Da qualche manoscritto - e poi si pensò a confrontare anche lo stile - si scoprì che l'autore è EADMERUS, monachus Cantuariensis, discepolo, amico, compagno e finalmente biografo di S. Anselmo; quel medesimo che fu dal Papa dato come superiore al santo Arcivescovo, per non privarlo della desiderata grazia dell'ubbidienza.



11 «Virgo Dei Genitrix... subveni, (Domina), clamantibus ad te iugiter: Revertere, revertere, Sulamitis, revertere, revertere, ut intueamur te. (Cant. VI, 12.) - Revertere (primo per naturam)... Numquid quia ita deificata, ideo nostrae humanitatis oblita es? Nequaquam, (Domina). Scis in quo discrimine nos reliqueris, ubi iaceant, quantum delinquant servi tui, non enim convenit tantae misericordiae tantam miseriam oblivisci... Revertere, (secundo) per potentiam. Fecit in te magna qui potens est, et data est tibi omnis potestas in caelo et in terra... Nihil tibi impossibile, cui possibile est desperatos in spem beatitudinis relevare... Quanto potentior, tanto misericordior esse debebis.

Revertere, (tertio) per amorem. Scio, Domina, quia benignissima es, et amas nos amore invincibili... Quis scit quoties refrigeras iram Iudicis, cum iustitiae virtus a praesentia deitatis egreditur?... In manibus tuis sunt thesauri miserationum Domini... Absit ut cesset manus tua, cum occasionem quaeras salvandi miseros et misericordiam effundendi! (Neque) enim gloria tua (minuitur, sed) augetur, cum poenitentes ad veniam, iustificati ad gloriam assumuntur. Revertere ergo... (Ad quid?) Ut intueamur te. Summa gloria est post Deum te videre, adhaerere tibi, et in tuae protectionis munimine demorari. Audi nos. Nam et Filius nihil negans honorat te, (qui est Deus benedictus in saecula saeculorum. Amen).» - Inter Opera S. Petri Damiani, Sermo XLIV, In Nativitate B. V. M. (in fine), ML 144-740. Questo è uno dei 19 Sermoni, inseriti tra i Sermoni di S. Pier Damiani dal suo primo editore, da restituirsi al monaco NICOLÒ, notaio o segretario di S. Bernardo.



12 GUILIELMUS ALVERNUS, dalla provincia ove nacque, oppure PARISIENSIS: vescovo di Parigi 1228-1249: ottimo vescovo, ma non «santo». - Rhetorica divina sive Ars oratoria eloquentiae divinae (cioè: De arte orandi), cap. 18, Petitio, intercessione B. Mariae Virginis, Opera, Aureliae et Parisiis, 1674, tom. I, pag. 357, 358. «Adibo te, imo etiam conveniam, gloriosissima Dei Genitrix, quam matrem misericordiae et reginam pietatis vocat, imo clamitat, omnis Ecclesia sanctorum. An poteris denegare peccatoribus interpellationis tuae gratiam...? Tu, inquam, cuius gratiositas numquam repulsam patitur; cuius misericordia nulli umquam defuit; cuius benignissima humilitas nullum umquam deprecantem, quantumcumque peccatorem, despexit... An falso et inaniter vocat te omnis Ecclesia sanctorum advocatam suam, et miserorum refugium?... Absit, ut omnia mala mea... possint suspendere te a tam salubri officio pietatis tuae, quo et advocata, et mediatrix hominum (più sopra Guglielmo chiamò Maria: mediatricem hominum... mediam quidem reconciliationis), post Filium tuum spes unica, et refugium tutissimum miserorum. (Quel che segue sta più in su, nel testo di Guglielmo:) Absit hoc a matre Dei, quae fontem pietatis toti mundo peperit, ut cuiquam miserorum suae misericordiae subventionem umquam deneget... Officium tuum est mediam te interponere inter Deum et homines... Moveat ergo te, gloriosa Dei mater, benignissima misericordia tua, quae maior incogitabiliter est omnibus vitiis meis et peccatis



13 Quest' ultima preghiera è di S. Alfonso; e, contro l'intenzione del santo autore, compie magnificamente questo serto di Orazioni molto divote di alcuni Santi.






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