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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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VI. - ORAZIONI DIVERSE ALLA DIVINA MADRE

Precatio Blosii.1

Ave, benignissima misericordiae mater, salve, veniae conciliatrix; optatissima Maria, quis te non amet? Tu in rebus dubiis lumen, et in maeroribus solatium; in angustiis levamen, in periculis et tentationibus refugium. Tu post Unigenitum tuum certa es salus. Beati qui diligunt te, Domina! Inclina, quaeso, aures tuae pietatis precibus huius servi tui, huius miseri peccatoris, et caliginem vitiorum meorum radiis tuae sanctitatis dissipa, ut tibi placeam (Blosius, Orat. ad B.V.).

Orazione a Maria di S. Efrem abbreviata2

(Ap. Crass., tom. 2, sec. 4).

O immacolata ed intieramente pura Vergine Maria, Madre di Dio, regina del mondo, speranza de' disperati, voi siete l'allegrezza de' santi, voi la paciera de' peccatori con Dio, voi siete l'avvocata degli abbandonati, il porto sicuro dei


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naufraghi. Siete la consolazione del mondo, il riscatto de' schiavi, la ricreazione degli afflitti, la salute dell'universo. O gran regina, sotto la vostra protezione noi ci ricoveriamo. Non nobis est alia quam in te fiducia, o Virgo sincerissima. Signora, noi dopo Dio non abbiamo altra speranza che in voi. Portiamo il nome di vostri servi; non permettete che 'l nemico ci porti all'inferno. Ave, Dei et hominum mediatrix optima. Vi saluto, o gran mediatrice di pace tra gli uomini e Dio, o Madre di Gesù nostro Signore. A voi sia onore e benedizione col Padre e collo Spirito Santo. Amen.

Orazione di S. Tommaso d'Aquino.3

O beatissima e dolcissima Vergine Maria, piena di misericordia, io raccomando alla vostra pietà l'anima e 'l corpo


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mio, i miei pensieri, le opere, la vita e la morte mia. O mia Signora, aiutatemi e confortatemi contro l'insidie del demonio; impetratemi il vero e perfetto amore, col quale io ami con tutto il cuore il vostro dilettissimo Figlio e Signor mio Gesù Cristo; e dopo lui ami voi sopra tutte le cose. O mia regina e madre, colla vostra potentissima intercessione fate che in me duri sempre questo amore sino alla morte, dopo cui io sia da voi condotto alla patria de' beati (Ex offic. Praed. et diar. 7 mart.).

In te spem meam toto ex animo collocavi (S. Io. Damascenus).4

Non est fas, o Domina, te posse deserere eum, qui spem suam ponit in te (S. Bernardus).5

Tantummodo velis salutem nostram, et vere nequaquam salvi esse non poterimus (S. Anselmus).6

Ave, filia Dei Patris; ave, mater Dei Filii: ave, sponsa Spiritus Sancti; ave, templum totius Trinitatis (Simon Garcia).7

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa.


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CORONELLA DE' DOLORI DI MARIA8

Deus, in adiutorium etc.

Madre mia, fa che il mio core

Accompagni il tuo dolore

Nella morte di Gesù.

 

I. Dolore.

Vi compatisco, madre addolorata, per la prima spada di dolore, che vi trafisse, quando nel tempio per mezzo di Simeone vi furono rappresentati tutti gli strazi, che dovevano fare gli uomini al vostro amato Gesù, e che voi ben sapevate dalle divine Scritture, sino a farvelo morire avanti gli occhi appeso ad un legno infame, dissanguato ed abbandonato da tutti, senza poterlo voi difendere né aiutare. Per quella penosa memoria dunque, che per tanti anni v'afflisse il cuore, vi prego, regina mia, ad impetrarmi grazia ch'io sempre in vita ed in morte tenga impressa nel cuore la Passione di Gesù ed i vostri dolori. - Pater, Ave, Gloria, etc. Madre mia, ecc. come sopra. (La quale strofa sempre si ripete).

II. Dolore.

Vi compatisco, madre mia addolorata, per la seconda spada, che vi trafisse, in vedere il vostro Figlio innocente appena nato perseguitato a morte da quegli uomini stessi, per cui era venuto nel mondo, sicché allora foste voi obbligata di notte e di nascosto a trafugarlo in Egitto. Per tanti travagli dunque, che voi, delicata donzella, in compagnia del vostro esiliato bambino soffriste nel viaggio lungo e faticoso, per paesi deserti ed aspri e nella dimora in Egitto dove essendo sconosciuti e forastieri viveste per tutti quegli anni poveri e disprezzati; vi prego, amata mia Signora, ad impetrarmi grazia di soffrir con pazienza in vostra compagnia sino alla morte i travagli di questa misera vita, acciocché


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possa nell'altra scampare da' travagli eterni e da me meritati dell'inferno. - Pater, etc.

 

III. Dolore.

 Vi compatisco, madre mia addolorata, per la terza spada che vi ferì nella perdita del vostro caro figlio Gesù, che rimasto per tre giorni da voi lontano in Gerusalemme, allora voi non vedendovi accanto il vostro amore e non sapendo la cagione della sua lontananza, penso già, amata mia regina, che in quelle notti non riposaste, ma non faceste altro che sospirare colui ch'era tutto il vostro bene. Per li sospiri dunque di quei tre giorni per voi troppo lunghi ed amari, vi prego ad impetrarmi grazia di non perdere mai il mio Dio, acciocché abbracciato con Dio io viva sempre, e così mi parta dal mondo nel punto della mia morte. - Pater, etc.

 

IV. Dolore.

Vi compatisco, madre mia addolorata, per la quarta spada che vi trafisse, in vedere il vostro Gesù condannato a morte, legato da funi e catene, coperto di sangue e piaghe, coronato da un fascio di spine, cadendo per via sotto la pesante croce, che portava sulle spalle impiagate, andare come un agnello innocente a morire per nostro amore. S'incontrarono allora occhi con occhi, e divennero i vostri sguardi tante saette crudeli con cui vi feriste insieme i cuori innamorati. Per questo gran dolore dunque, vi prego ad impetrarmi grazia di viver tutto rassegnato alla volontà del mio Dio, portando allegramente la mia croce in compagnia di Gesù sino all'ultimo respiro della mia vita. - Pater, etc.

V. Dolore.

 Vi compatisco, madre mia addolorata, per la quinta spada che vi trafisse, quando sul monte Calvario vi trovaste presente a vedervi morire avanti gli occhi a poco a poco fra tanti spasimi e disprezzi in quel duro letto della croce il vostro amato figlio Gesù, senza potergli dare neppure un minimo di que' conforti, che si concedono in punto di morte anche a' più scellerati. E vi prego per l'agonia che voi, amorosa madre, patiste insieme col vostro Figlio agonizzante e per la tenerezza che sentiste quando egli dalla croce l'ultima volta vi parlò, e da voi licenziandosi vi lasciò con Giovanni tutti noi per figli, e voi costante poi lo miraste bassare il capo e spirare; vi prego ad impetrarmi grazia dal vostro amor crocifisso di vivere e morire crocifisso a tutte le cose di questo mondo, per vivere solo a Dio in tutta la


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mia vita, e così entrare un giorno a goderlo da faccia a faccia in paradiso. - Pater, etc.

 

VI. Dolore.

Vi compatisco, madre mia addolorata, per la sesta spada che vi trafisse in vedere ferito da parte a parte il dolce Cuore del vostro Figlio già morto, e morto per quegl'ingrati che neppure dopo la morte erano sazi di tormentarlo. Per questo fiero dolore dunque che fu tutto vostro, vi prego ad ottenermi la grazia di abitare nel Cuore di Gesù ferito ed aperto per me; in quel Cuore dico, ch'è la bella cella d'amore, dove riposano tutte le anime amanti di Dio, e dove io vivendo non pensi né ami altro che Dio. Vergine sacrosanta, voi lo potete fare, da voi lo spero. - Pater, etc.

VII. Dolore.

Vi compatisco, madre mia addolorata, per la settima spada che vi trafisse, in vedervi fra le braccia il vostro Figlio già morto, non più vago e candido come lo riceveste un giorno nella stalla di Betlemme, ma insanguinato, livido e tutto lacero per le ferite che gli aveano scoperte ancora l'ossa: Figlio, dicendo allora, Figlio, a che t'ha ridotto l'amore? E portandosi a seppellire voleste accompagnarlo ancor voi ed accomodarlo nel sepolcro colle vostre medesime mani, finché dandogli l'ultimo addio, ivi sepolto col Figlio lasciaste il vostro cuore amante. Per tanti martirii dunque della vostra bell'anima impetratemi voi, o madre del bello amore, il perdono dell'offese ch'ho fatte all'amato mio Dio, di cui mi pento con tutto il cuore: voi difendetemi nelle tentazioni; voi assistetemi nel punto della mia morte; acciocch'io salvandomi per li meriti di Gesù e vostri, venga un giorno col vostro aiuto dopo questo misero esilio a cantare nel paradiso le lodi di Gesù e vostre per tutta l'eternità. Amen. - Pater, etc.

Ora pro nobis, Virgo dolorosissima;

Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus

Deus, in cuius Passione, secundum Simeonis prophetiam, dulcissimam animam gloriosae Virginis et Matris Mariae doloris gladius pertransivit, concede propitius, ut qui dolores


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eius venerando recolimus, Passionis tuae effectum felicem consequamur. Qui vivis, et regnas in saecula, etc.

Benedetto XIII ha conceduto 200 giorni d'indulgenza per ogni Pater ed ogni Ave a chi recita detta coronella nelle Chiese de' PP. Servi di Maria, e lo stesso a chi la recita ne' giorni di venerdì e Quaresima in qualunque luogo: ed in altri giorni, 100 giorni per ciascun Pater ed Ave. A chi la recita intiera, 7 anni. A chi la recita per un anno, indulgenza plenaria applicabile per l'anime del purgatorio (Sinisc., in fin., prat. 3., pag. 3).9

CORONELLA DI MARIA IMMACOLATA CHE SUOL RECITARSI IN ALCUNE CHIESE.10

Deus, in adiutorium etc. Gloria, etc.

Indi si dice un Pater all'Eterno Padre per le grazie fatte a Maria, con quattro Ave; e lo stesso al Figliuolo e allo Spirito Santo: in fine di ogni Ave si dice: Lodata sempre sia l'Immacolata Concezione di Maria. E dopo ogni quattro Ave Maria, si dice la seguente canzoncina:

Come giglio tra le spine

Sei tu, Vergine beata,

Dalla colpa preservata,

Perché Madre del Signore.

in fine:

Ora pro nobis, Virgo immaculata,

Ut digni efficiamur promissionibus Christi.


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Oremus

Famulis tuis, quaesumus, Domine, celestis gratiae munus impertire, ut quibus B. Virginis partus exstitit salutis exordium, Conceptionis eius votiva commemoratio pacis tribuat incrementum. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

Dedicazione a Maria di se stesso.11

Santissima Vergine Madre di Dio Maria, io N. benché indegnissimo d'essere vostro servo, mosso nondimeno dalla vostra mirabile pietà e dal desiderio di servirvi, vi eleggo oggi, in presenza dell'angelo mio custode e di tutta la corte celeste, per mia particolare signora, avvocata e madre; e fermamente propongo di volervi sempre amare e servire per l'avvenire, e di fare quanto potrò, acciocché siate ancora da altri amata e servita. Vi supplico, Madre di Dio e madre mia pietosissima ed amabilissima, per lo sangue del vostro divino Figliuolo sparso per me, che mi riceviate nel numero degli altri vostri divoti per vostro figlio e servo perpetuo: assistetemi in tutti i miei pensieri, parole ed opere, in tutti i momenti della vita mia, sicché tutt'i miei passi e respiri siano drizzati a maggior gloria del mio Dio: e per la vostra potentissima intercessione non offenda mai più l'amato mio Gesù, lo glorifichi e lo ami in questa vita, ed ami voi, mia dilettissima e cara madre, per poi amarvi e godervi per tutti i secoli nel santo paradiso. Amen.

Madre mia Maria, vi raccomando l'anima mia, massime nell'ora della morte mia.

Dedicazione a Maria della famiglia.12

Vergine benedetta ed immacolata, regina e madre nostra, rifugio e consolazione di tutti i miserabili, io prostrato avanti


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al vostro trono con tutta la mia famiglia vi eleggo per mia signora, madre ed avvocata presso Dio. Io con tutti i miei mi dedico per sempre alla vostra servitù; e vi prego, o Madre di Dio, di porci nel numero de' vostri servi, con prenderci tutti sotto la vostra protezione, soccorrendoci in vita e più nel tempo della nostra morte. O madre di misericordia, io vi costituisco signora e governatrice di tutta la mia casa, de' miei parenti, de' miei interessi e di tutti i miei affari. Non isdegnate voi di prenderne la cura; voi disponete di tutto come vi piace. Benedite dunque me e tutti della mia famiglia, e non permettete che alcuno di noi abbia da offendere il vostro Figlio. Voi difendeteci nelle tentazioni, liberateci da' pericoli, provvedeteci ne' bisogni, consigliateci ne' dubbi, consolateci nelle afflizioni, assisteteci nelle infermità e principalmente nelle angustie della morte. Non permettete che 'l demonio si abbia a gloriare d'avere nelle sue catene alcuno di noi già a voi consagrato, ma fate che venghiamo nel cielo a ringraziarvi, ed insieme con voi a lodare ed amare il nostro Redentore Gesù per tutta l'eternità. Amen. Così sia.

Notisi di più circa le varie indulgenze di sopra registrate, alla pag. 354, esservi 700 anni d'indulgenza per li defunti, concessa da Clemente XII a chi dice il De Profundis al segno della campana inginocchioni.13

Giaculatorie verso Maria SS.

Madre di Dio, ricordati di me. S. Francesco Saverio.14

Vergine e madre, fate ch'io mi ricordi sempre di voi. S. Filippo Neri.15


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Vergine Maria, Madre di Dio, pregate Gesù per me. Lo stesso santo.16

O Signora, fate che Gesù non mi scacci da sé. S. Efrem.17

O Maria, non cessi mai il mio cuore d'amarvi, né la mia lingua di lodarvi. S. Bonaventura.18

O Signora, per l'amor che portate a Gesù, aiutatemi ad amarlo. S. Brigida.19

O Maria, degnatevi di farmi vostra serva. B. Giovanna di Francia.20


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O Maria, io tutto mi dono a voi, voi accettatemi e conservatemi. S. Maria Maddalena de' Pazzi.21

O Signora, non m'abbandonate sino alla morte. P. Spinelli della Compagnia di Gesù.22

Ave Maria, mamma mia. P. Francesco Brancaccio della stessa Compagnia.23

Santa Maria, avvocata mia, pregate per me. P. Sertorio Caputi della C.24

S'io amo Maria, son sicuro della perseveranza e della salute, ed impetrerò da Dio ciò che voglio. Il Fratello Giovanni Berchmans della C.25


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Preghiera di Ludovico Blosio alla Beata Vergine.26

Ave, desperantium spes, destitutorum adiutrix Maria, cuius honori tantum tribuit Filius, ut quidquid petieris, mox impetres, quidquid volueris, mox fiat. Tibi regni caelestis thesauri commissi sunt. Praesta, Domina, ut inter procellas huius vitae semper te attendam. Tuae pietati commendo animam et corpus meum. Dirige et protege me singulis horis atque momentis, o dulce praesidium meum.

Esclamazione del Fratello Alfonso Rodriguez della C. di Gesù:

Iesus et Maria, amores mei dulcissimi, pro vobis patiar, pro vobis moriar: sim totus vester, sim nihil meus.27

Esclamazioni di S. Bernardo o di altro divoto autore sovra la Salve Regina.

Ad te clamamus, regina misericordiae, revertere, ut intueamur te largientem beneficia, conferentem remedia, ponentem fortitudinem. Ostende nobis faciem miserationum tuarum, et salvi erimus.28


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Domina rerum, sancta sanctorum, virtus nostra et refugium, decus mundi, gloria caeli, agnosce te diligentes; audi nos, nam te Filius nihil negans honorat.29

Curre, festina, Domina, et tuum iniquissimum servum ad te clamantem parcendo adiuva, et eripe de manu hostis.30

Quis ad te non suspirabit? Amore suspiramus et dolore. Quomodo ergo ad te non suspiramus, solatium miserorum refugium expulsorum, liberatio captivorum? Non dubitamus, quin si nostras aspexeris miserias, non poterit tua miseratio suum retardare effectum.31


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O Domina nostra, advocata nostra, tuo Filio nos commenda. Fac, o Benedicta, per gratiam quam meruisti, ut qui te mediante dignatus est fieri particeps infirmitatis et miseriae, te quoque intercedente, participes nos faciat beatitudinis et gloriae suae.32

Rivelò Maria SS. ad un'anima sua divota che molto gradiva essere onorata da' suoi servi colla seguente divozione.33

Vi ringrazio, o Eterno Padre, per la potenza data a Maria vostra figlia. Pater, Ave, Gloria.


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Vi ringrazio, o Eterno Figlio, per la sapienza data a Maria vostra madre. Pater, Ave, Gloria.

Vi ringrazio, o Eterno Spirito Santo, per l'amore dato a Maria vostra sposa. Pater, Ave, Gloria.

Viva Gesù nostro amore, e Maria speranza nostra.

FINE DELLE GLORIE DI MARIA.

 

 

CAPITOLO II.

Del resto, questa divozione è l'eco del Magnificat. - «Dum gloriosam Virginem Mariam oraret (Mechtildis), ut in hora mortis suae sibi adesse dignaretur, respondit: «Hoc utique faciam: sed et tu quotidie tria Ave Maria mihi legas. Ad primum, ora ut, sicut Deus Pater secundum omnipotentiae suae magnificentiam animam meam, sicut in throno, dignissimo sublimavit honore, ut sim post ipsum potentissima in caelo et in terra, adsim tibi in hora mortis, te confortando, et expellendo a te omnem contrariam potestatem. Ad secundum, ora ut, sicut Filius Dei secundum suae inscrutabilis sapientiae praevalentiam, scientia et intellectu me artificiose decoravit, et totam replevit, ut supra omnes Sanctos maiori cognitione fruar beatissima Trinitate, et tanta me charitate perlustravit, ut velut sol radians in virtute totum caelum illuminem, in hora mortis animam tuam lumine fidei et cognitionis perfundam, ne fides tua ignorantia aut aliquo errore tentetur. Ad tertium, ora ut, sicut Spiritus Sanctus suavitatem sui amoris plene mihi infudit, et tam suavissimam et mitissimam effecit, ut post Deum dulcissima et benignissima sim, ita adsim tibi in hora mortis, infundendo animae tuae suavitatem divini amoris qui in tantum praevaleat in te, ut omnis poena et mortis amaritudo, ex amore tibi sit persuavis.» Revelationes Gertrudianae ac Mechtildianae, Pictavii et Parisiis, II, 1877, S. MECHTILDIS Liber specialis gratiae, pars 1, cap. 47. - Troviamo simile promessa presso S. Geltrude, nella stessa opera, I, 1875, S. GERTRUDIS Legatus divinae pietatis, cap. 19, pag 163: «Sequenti die, cum similiter oraret, apparuit eadem virginea Mater in praesentia semper venerandae Trinitatis, in similitudine candidi lilii, quod fieri solet, cum tribus foliis uno erecto, et duobus demissis. Per quod dabatur intelligi quod ipsa Beata Dei Genitrix inde dicitur merito candidum lilium Trinitatis, quia prae omni creatura plenissime et dignissime in se suscepit virtutes colendae Trinitatis, quas numquam vel minimo pulvere peccati venialis commaculavit. Per erectum enim folium notabatur Dei Patris omnipotentia; per duo vero demissa, sapientia et benignitas Filii et Spiritus Sancti, quibus ipsa simillima invenitur. Unde etiam intellexit a Beata Virgine quod si quis eam salutans devote diceret «candidum lilium Trinitatis, et caelicae amoenitatis rosam praefulgidam», in ipso permaxime ostendere vellet quid praevaleret, ex omnipotentia Patris; et quantas adinventiones sciret ad salutem generis humani, ex sapientia Filii; quamque inaestimabiliter exuberet visceribus pietatis, ex benignitate Spiritus Sancti. Adiecit Beata Virgo ad haec: «Etiam in exitu animae suae apparebo illi qui taliter me salutat, in florentia tantae venustatis, quod ad miram consolationem sui, caelicaem amoenitatem illi ministrabo.» Unde post decrevit Beatam Virginem, sive etiam imaginem eius, his verbis salutare: «Ave, candidum lilium fulgidae semperque tranquillae Trinitatis, rosaque praefulgida caelicae amoenitatis; de qua nasci, et de cuius lacte pasci Rex caelorum voluit: divinis influxionibus animas nostras pasce.»

 

 

 




1 Ludovicus BLOSIUS, Monasterii Laetiensis O. S. B. in Hannonia Abbas, Opera, Antverpiae, 1632. Paradisus animae fidelis: pars 2, sive Piarum precularum Cimeliarchion. IV: Salutationum et precularum ad Mariam Endologiae tres... Endologia prima, pag. 51, col. 2, pag. 52, col. 1: «Ave, benignissima misericordiae Mater; salve, veniae gratiaeque conciliatrix optatissima Maria. Quis te non amet? quis te non colat? Tu enim in rebus dubiis es carum lumen, in maeroribus solatium, in angustiis relevamen, in periculis et tentationibus refugium: tu post Unigenitum tuum certa fidelium salus. Beati qui diligunt te, Domina!» Pag. 51, col. 2: «Inclina, quaeso, aures tuae pietatis precibus huius servi tui, huius miseri peccatoris: et caliginem vitiorum meorum radiis tuae sanctitatis dissipa, ut tibi placeam.»

2 CRASSET, La vera divozione verso Maria Vergine stabilita e difesa. Parte 2, trattato 5 (di tutta l'opera), cap. 5, secolo 4, Venezia 1762, II, pag. 372-375. - «Inviolata, integra planeque pura ac casta Dei Genitrix Maria, Regina omnium, spes desperantium... laetitia Sanctorum... Per te reconciliati sumus Christo Deo nostro. (Più oltre: Ave, totius terrarum orbis conciliatrix efficacissima.)... Tu... auxilio destitutorum unica advocata es... Tu portus naufragantium tutissimus. Tu mundi solatium... Tu captivorum redemptio... maestorumque consolatio, et omnium salus. O... regina praestantissima... sub tuum praesidium confugimus... Non nobis est alia quam in te fiducia, o Virgo sincerissima... Domina nostra... sumus... tui clientes appellati; ne igitur a maligno Satana ad inferni portas abduci non sinas... Ave, Dei et hominum mediatrix optima... mater alma Christi Filii Dei vivi... quae Christum... educasti: Christum, inquam... dulcissimum Dominum nostrum Iesum... benignissimum humani generis amatorem, et patrem cunctorum omnipotentem: cui convenit omnis honor, gloria, decus,... laus et iubilatio atque magnificentia, una cum... Patre et Sancto Spiritu... Amen.» S. EPHRAEM Syrus, Sermo de SS. Dei Genitricis Virginis Mariae laudibus. Opera VI, Opera graece et latine (et latine tantum), III, Romae, 1746, pag. 575, 576. - La finale del testo italiano ha qualche variante. Nella I ed. si legge: «...O Madre di Gesù nostro Signore, amore di tutti gli uomini, onore e benedizione col Padre e collo Spirito Santo. Amen.» - Altre ediz.: «Amore di tutti gli uomini e Dio, onore...». Abbiamo prescelta quella del 1776.

3 «In quel pericoloso conflitto con quella malvagia femmina nel castel di San Giovanni, (Tommaso) rimase, come sopra si disse, vincitore, col ricorrere al suo aiuto (di Maria), lasciando anche scritto (Opusc. 8): «In omni periculo, potes salutem obtinere ab ipsa Virgine gloriosa.» Per la qual cosa, a commendazione della medesima, compose una divota orazione, che comincia: «O beatissima et dulcissima Virgo Maria, etc.» e di questa si serviva per chiedere la purità dell'anima e del corpo con recitarla frequentemente; sicché avendo egli felicemente guardato... l'integrità verginale... creder con fondamento si può che sotto la scorta di questa purissima Madre la custodisse.» Paolo FRIGERIO, Romano, della Cong. dell'Oratorio, Vita, Roma, 1668, lib. 2, cap. 2, n. 7, pag. 76. - Cf. CARNEVALI, Vita, Foligno, 1882, cap. 13, pag. 208. - «O beatissima et dulcissima Virgo Maria, omni pietate plenissima, in sinum pietatis tuae comendo hodie, et omnibus diebus vitae meae, corpus meum et animam meam, omnesque actus meos, cogitationes, volunates, desideria, locutiones, operationes, omnemque vitam, finemque meum. Sis mihi adiutrix et consolatrix contra insidias et laqueos hostis antiqui, meque in tua et Filii tui dilectione morientem in via salvationis dirigas.» Presso MARCHESE Francesco, della Cong. dell'Oratorio, Diario sacro d'esercizi di divozione per onorare ogni giorno la Beatissima Vergine, 7 marzo. Venezia, 1717, I, pag. 282.

4 Così è riportata dall'Auriemma, (Affetti scambievoli, cap. 7, Bologna, 1681, vol. 2, pag. 345). - «In te enim omnem spem repositam habeo.» In Menaeis Graecorum, 9 mart. - Vedi vol. VI della nostra ediz., cap. 5, § 2, nota 45, pag. 185.

5 Queste parole non s'incontrano presso S. Bernardo, neppure in quelle opere non sue, che a lui vennero attribuite. Però, è da notarsi che S. Bernardo è uno, tra i principali, di quegli autori sacri, i quali, per esser citati molto di frequente, lo furono spesse volte a senso, od anche con qualche parafrasi, la quale facilmente da chi leggeva, venne immedesimata al testo, mancando un segno chiaro della fine della citazione. - Il concetto è quello del celebre passo di S. Bernardo, In Assumptione B. M. V., sermo 4, n. 8: «Sileat misericordiam tuam, Virgo beata, si quis est, qui invocatam te in necessitatibus suis, sibi meminerit defuisse... Longitudo (misericordiae) eius usque in diem novissimum invocantibus eam subvenit universis. Latitudo eius replet orbem terrarum.»

6 «Tantummodo itaque velis salutem nostram, et vere nequaquam salvi esse non poterimus.» EADMERUS, Cantuariensis monachus, Liber de excellentia Virginis Mariae, cap. 12. Inter Opera S. Anselmi, ML 159-579.

7 «Philagie, je vous sers aujourd'hui la dévotion du dévot Simon Garcia, religieux minime. C'est une prière courte, un salut et un compliment de grand prix pour l'indulgence qu'il porte. Ce bon religieux l'avait presque toujours en la bouche. Ave, Filia Dei Patris; Ave, Mater Dei Filii; Ave, Sponsa Spiritus Sancti; Ave, templum totius Trinitatis. Il y a indulgence plénière autant de fois qu'on priera et saluera de la sorte la Mère de Dieu, comme on le lit en la sacristie de Notre-Dame de Lorette, où ladite prière est écrite en lettres d'or.» Paul DE BARRY, S. I., Le paradis ouvert à Philagie par cent dévotions à la Mère de Dieu, cap. 2, dévotion 4. Paris, 1868, pag. 80. - Questa indulgenza non è segnata nella Raccolta.

8 La presente Coronella è una delle prime composizioni del Santo, come egli stesso afferma a pag. 260 del presente volume. Non sappiamo però l'anno preciso. Non si deve confondere, come fa il De Meulemeester, Bibliographie Générale des Ecrivains Rédemptoristes, 1.ère partie, pag. 52, con quella composta dal Ven. Gennaro M. Sarnelli, uno dei primi compagni di S. Alfonso, e posta in fine della Via facile e sicura del paradiso, tomo II, Napoli, 1737, pag. 144 dell'Aggiunta.

9 Quello che qui dice S. Alfonso per le indulgenze, è conforme a quanto si legge nella Raccolta di orazioni e pie opere, Roma, 1898, pag. 315 e seg., eccetto per ciò che si riferisce all'indulg. plen. applicabile alle anime del Purgatorio; ma crediamo che non si possa applicare alla Coronella composta da lui. Le indulgenze sopra riferite, si applicano alla recita della corona costituita di sette poste, ognuna delle quali ha un Pater noster e sette Ave Maria, vi sia o no aggiunta la breve considerazione dei dolori. Il Siniscalchi, Il martirio del cuore di Maria addolorata, Venezia, 1784, pratica 3, pag. 383 e seg., aggiunge ad ogni considerazione: 1 Pater, 7 Ave, 1 Gloria.

10 Questa Coronella, come il Santo stesso accenna, già era in uso in alcune chiese. Egli la pone qui per comodità dei fedeli.

11 Questa Dedicazione corrisponde, con qualche piccola variante e una breve aggiunta in fine, alla «Formula, con che s'offeriscono alla Vergine quei che sono ricevuti per Fratelli...» che si trova nel libro del P. Franc. Pavone, S. I., Dell'Instruttioni della Congrega dei Chierici dell'Assuntione in Napoli nel Collegio della Compagnia di Gesù, Napoli, 1629, pag. 161.

12 Non sappiamo se e quando questa Dedicazione fu composta da S. Alfonso.

13 Clemente XII, con Breve dell'11 agosto 1736, concesse l'indulgenza di 100 giorni; indulgenza plenaria una volta l'anno, alle solite condizioni. Raccolta, pag. 533.

14 «Eadem propemodum faciebat moribundus, quae sanus facere consuerat... identidem illas iterans voces: «Iesu, fili David, miserere mei. Tu autem peccatorum meorum miserere. Mater Dei, memento mei.» Horatius TURSELLINUS, Vita, lib. 5, cap. 11. Bononiae, 1746, pag. 281.

15 «Orazioni giaculatorie volgari (insegnate da S. Filippo):... Madonna benedetta, datemi grazia che io mi ricordi sempre di voi.» BACCI, Vita, lib. 2, cap. 5, n. 15 (fine). Brescia, 1706, pag. 158. - «Aveva inoltre in onor di lei (della Madonna SS.) due orazioni giaculatorie a sé famigliarissime. La prima: «Vergine Maria, Madre di Dio, prega Gesù per me;» altre volte aggiungeva: «Prega Gesù tuo Figliuolo per me peccatore;» e la seconda: «Vergine e Madre;» dicendo, che in queste parole si dà brevemente ogni lode possibile alla Madonna Santissima: prima perché in esse si chiama col suo nome Maria; e poi, perché se le danno quei due gran titoli di Vergine, e Madre; e finalmente perché in esse si nomina il frutto del suo ventre santissimo, Gesù, il quale dicea aver forza d'intenerire il cuore.» La stessa opera, lib. 2, cap. 2, n. 3, pag. 135. - S. Alfonso, in questa giaculatoria, ha unito due formole ambedue care a S. Filippo. - Si nota poi, l. c., che S. Filippo recitava e faceva recitare ai suoi penitenti, «con non piccol frutto delle anime loro,» corone di tali giaculatorie.

16 Vedi la nota precedente. - A questa giaculatoria di S. Filippo Neri: «Vergine Madre di Dio, Maria, prega Gesù per me,» Leone PP. XIII ha concesso l'indulgenza di 50 giorni una volta al giorno. Raccolta, n. 169, pag. 311.

17 «Sub tuum praesidium confugimus, o sancta Dei Genitrix... tibique procidimus, suppliciter... deprecantes, ne dulcis Filius tuus Salvator noster et vitae omnium dator, ob plurima quae commisimus scelera, e medio tollat nos, miserabilesque animas nostras instar leonis diripiat, aut sicut ficum sterilem nos excidat.» S. EPHRAEM Syrus, Sermo de SS. Dei Genitricis Virginis Mariae laudibus. Opera (ed. Assemani), VI, Opera graece et latine (et latine tantum), III, Romae, 1746, pag. 576, col. 1. - Ed. Veneta, 1755, II, pag. 570. - Ed. Vossia, Coloniae, 1675, pag. 706.

18 Psalterium maius B. M. V., inter Opera S. Bonaventurae, ed. Lugdun., 1668 (iuxta ed. Romanam et Moguntinam), VI, pag. 481, col. 2, Psalm. 40: «Te cupit os meum collaudare: te affectat mens mea affectuosissime venerari.» - Psalm. 67, pag. 483, col. 2: «Non deficiat laus tua in ore nostro: et amor tuus de visceribus nostris.» - «Te, Domina magna et valde magna, te vult cor meum amare, te cupit os meum laudare, te desiderat venerari mens mea, te affectat exorare anima mea, quia tuitioni tuae se commendat tota substantia mea.» S. ANSELMUS, Oratio 52 (al. 51), ML 158-953.

19 Si potrebbe considerare questa giaculatoria come ispirata da un passo della Oratio IV S. Birgittae, Revelationes, Coloniae Agrippinae, 1628, pag. 557, col. 2: «O Domina mea, laetitia cordis mei...»; o dal principio della Oratio I, pag. 553, col. 1: «Benedicta et venerabilis sis tu, Domina mea, Virgo Maria...» Ma ivi si contempla e si esalta l'amore sviscerato di Maria per Gesù, non si domanda l'amore a Gesù. Meglio dunque si restituirà questa prece a S. ANSELMO, Oratio 52 (al. 51), ML 158-959: «Bona mater, rogo te per dilectionem qua diligis Filium tuum, ut sicut tu vere diligis et diligi vis eum, ita mihi impetres ut vere diligam eum.» Premette il Santo questa preghiera a Gesù: «Bone fili, rogo te per dilectionem qua diligis matrem tuam, ut sicut tu vere diligi vis eam, ita mihi des ut vere diligam eam.»

20 «Sainte Marie, très digne Mère de Dieu, faites-moi votre digne ancelle et servante. Favorisez-moi tant que d'être toujours en votre grâce; et que toute créature que j 'aime, je l'aime parce qu'elle vous aime. Faites-moi aussi cette faveur que toute personne qui vous aime m'aime aussi, et qu'elle m'aime à cause que je vous aime, afin que nous puissions parvenir à vous, pour éternellement louer et aimer notre bon Dieu, et vous pareillement. Ainsi soit-il.» B. GIOVANNA DI FRANCIA, meno correttamente dai moderni chiamata di Valois, figlia del re Luigi XI, fondatrice dell'Ordine della Vergine Maria, detto dell'Annunziata; + 1505; festa il 4 febbraio.

21 «Dopo cinque anni di terribili prove, nella notte della festa di Pentecoste dell'anno 1590, cantandosi l'ufficio in Coro, venne la Santa cavata dal «lago dei leoni» e liberata dagli attacchi dell'inferno. Visitata e festeggiata dai suoi Santi protettori, «andata avanti all'altare della Beatissima Vergine, disse con gran divozione, stando pure in ratto: «O Maria purissima, io mi ti offero e dono, non solo con quella purità ed innocenza ricevuta, quando a te mi consacrai, ma sopra quella più adornata e purificata. Ricevimi dunque, Maria, ed in te conservami.» Dipoi si risentì dal ratto.» PUCCINI, Vita, Venezia, 1671, cap. 57, pag. 88. - PUCCINI, Vita, Firenze, 1611, parte 1, cap. 40, pag. 59.

22 PATRIGNANI, Menologio (14 dicembre 1615, Del P. Pietro Antonio Spinelli, IV, pag. 120-122.) Pag. 121, col. 2: «La sua più frequente giaculatora a essa Vergine, era stata questa: «O Domina mea, quae docuisti me a iuventute mea, usque in senectam et senium ne derelinquas me.» - Pag. 122: «Ogni picciolo ritaglio di tempo, ch'ebbe libero dalle occupazioni dei suoi governi, speselo in iscrivere quell'eruditissima pia opera, nel mondo così famosa, in cui rappresenta la Vergine sotto il bel simbolo di Trono di Dio, pienissima di erudizione ecclesiastica e di dottrina.» La diede alle stampe due anni soltanto prima della morte. L'abbiamo incontrata tre volte citata da S. Alfonso in questo volume.

23 PATRIGNANI, Menologio, Venezia, 1730, Del P. Francesco Brancaccio, di Napoli, + 18 febbraio 1655, n. 9, pag. 160: «Insegnava loro (ai fanciulli), che passando innanzi a qualche immagine della Vergine, le dicessero, come lui: Ave Maria, mamma mia.»

24 «Fu divotissimo delle solite Litanie di lei... spesso usava di recitarle... sempre chiudeale con la seguente invocazione... Sancta Maria, advocata nostra, ora pro nobis.» BARONE, S. I., Vita, lib. 3, cap. 18, Napoli, 1691, pag. 399.

25 «Diceva egli: Se io amo Maria, son sicuro della mia salute, e perseveranza nella Religione, ed impetrerò da Dio ciò che voglio, e sarò onnipotente.» CEPARI, Vita, Roma, 1717, pag. 176.

26 Ludovicus BLOSIUS, Monasterii Laetiensis O. S. B. in Hannonia Abbas, Opera, Antverpiae, 1632. Paradisus animae fidelis: pars 2, sive Piarum precularum Cimeliarchion. IV: Salutationum et precularum ad Mariam Endologiae tres... Endologia prima, pag. 52, col. 2: «Ave, desperantium spes opportuna, et auxilio destitutorum adiutrix praesentissima Maria: cuius honori tantum tribuit Filius, ut quidquid petieris, mox impetres; quidquid volueris, mox fiat. Tibi regni Caelestis claves thesaurique commissi sunt.» Pag. 52, col. 1: «Praesta, Domina, ut inter procellas huius vitae semper te attendam.» Ivi, un poco sopra: «Tuae pietati commendo animam et corpus meum: dirige, doce et protege me singulis horis atque momentis, o dulce praesidium meum.»

27 «Iesus, Maria, amores mei dulcissimi, patiar pro vobis, moriar pro vobis, sim totus vester et nihil meus. Alfonso Rodriguez.» AURIEMMA, Fiamme e saette amorose d'un cuore acceso d'affetto verso Maria. Napoli, 1733, pag. 31, 32.

28 «Ad te clamamus, regina misericordiae. Revertere visitans in nobis naturam tuam: revertere ostendendo eam, quam in Christicolas habes, caritatem tuam; revertere per singularem in nos a Deo datam potestatem tuam: revertere per eam, quae tibi specialiter infusa est in plenitudine gratiae, praerogativam tuam; ut intueamur te, non talem qualem desiderant Angeli prospicere, dicentes: Tota pulchra es, amica mea, et macula non est in te (Cant. IV, 7); sed intueamur te, largientem beneficia, conferentem remedia, medentem contritis corde, ponentem fortitudinem lugentibus Sion, dantem coronam pro cinere, oleum pro luctu, pallium laudis pro spiritu maeroris. Nec mediocris visio ista, piam te et deprecabilem experiri, maerentiumque suspiria munere gratiae consolari. Sonet haec vox tua in auribus nostris. Vox haec tua dulcis, et haec facies tua decora. Nam in illo decore te videre, quo induit te Dominus fortitudinem, et praecinxit te, non est huius temporis, nec temporis vitae nostrae vitiorum fetore sordentis. Stola immortalitatis te indutam videre, Domina, indigni sumus: ostende nobis faciem miserationum tuarum, et salvi erimus.» In antiphonam «Salve Regina» sermones IV, sermo 2, n. 5. Inter Op. S. Bernardi, ML 184-1068. - Si notino i molti ed importanti punti di coincidenza tra il passo qui riferito, e la fine del Sermo 44, In Nativ. B. V. M., inter Opera S. Petri Damiani, ML 144-740: il qual Sermone tutti confessano esser di «Nicolaus, monachus, quondam notarius S. Bernardi.» Vedi Appendice, 8, A, pag. 543 e seg.

29 «Domina rerum, Sancta sanctorum, virtus nostra et refugium: decus mundi, gloria caeli, praeelecta ut sol, pulchra lunaris ut fulgor, agnosce omnes te diligentes. Audi nos: nam te Filius nihil negans honorat.» Id. op., sermo 3, n. 7. ML 184-1072. Vedi la nota precedente, e l'Append., 8, A, pag. 543. - Le ultime parole qui riferite dalla fine del Sermone: «Audi nos...,» sono identiche alla conclusione del Sermone 44, tra le Opere di S. Pier Damiani, il quale è del monaco Nicolò.

30 «Cito, cito, Domina, subvenias clamanti, ne in manibus deficiam inimici: curre, festina, Domina, et tuum iniquissimum et infidelissimum servum ad te clamantem parcendo adiuva, et eripe de manu et periculis tui hostis.» Meditatio in «Salve Regina», n. 3: inter Opera S. Bernardi, ML 184-1078. - «Cito, Domina, subvenias clamanti, ne manibus subiaceam inimici. Curre, festina, Domina, tuum nequissimum ac infidelissimum servum ad te clamantem parcendo adiuva, et eripe de manibus inimici et a periculis tui hostis.» Meditatio in «Salve Regina», n. 5: inter Opera S. Anselmi Mantuani, Lucensis episcopi, ML 149-587. - «Cito, Domina, subvenias clamanti, ne in manibus subiiciar inimici. Curre, festina, Domina, et tuum nequissimum servum ac infidelissimum ad te clamantem parcendo adiuva, et eripe de manibus inimici, et periculis tui hostis.» Stimulus amoris, pars 3, cap. 19: inter Opera S. Bonaventurae, Rom., Mogunt., Lugd. (1668), VII, 232, col. 2. - Vedi nel nostro vol. precedente, Appendice, 3, A, pag. 351-353.



31 «Quis ergo ad te, Domina, non suspirabit? Amore suspiramus, etiam et dolore. Undique nos angustiae premunt. Quomodo ergo ad te non suspiremus? solatium miserorum, refigium expulsorum, liberatio captivorum, Regina bellatorum, Domina universorum, etiam inimicorum, nec est qui tuae voluntati valeat obviare. Sic afflicti, sic miseri, ad te suspiramus, gementes et flentes in hac lacrimarum valle... Eia ergo, advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Non dubitamus, Domina, quin, si nostras aspexeris miserias, non poterit tua miseratio suum retardare effectum.» Meditatio in «Salve Regina,» n. 5, 6. ML 184-1079, 1080: inter Opera S. Bernardi. - «Quis ergo ad te non suspirabit? Amore etiam suspiramus, et dolore: undique namque nos angustiae premunt. Quomodo ergo nunc non suspiramus ad te, quae solatium es miserorum, refugium expulsorum, liberatio captivorum, medicina infirmorum, mater parvulorum, sponsa adultorum, regina bellatorum, Domina universorum, et etiam inimicorum, nec est qui tuae voluntati valeat obviare? Sic afflicti, sic miseri, ad te talem Dominam suspiramus, gementes et flentes in hac lacrimarum valle... Eia ergo, advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. O laudabilis clementia Creatoris, quae sic afflictis tam nobile et laudabile subsidium dignatur elargiri... Non ergo restat, Domina, nisi ut illos tuos misericordes oculos ad nos convertas... Non enim dubito, quod si nostras aspexeris miserias, non poterit tua miseratio suum retardare officium.» Meditatio in «Salve Regina», Stimulus amoris, pars 3, cap. 19: inter Opera S. Bonaventurae, Romae, Moguntiae, Lugduni (1668), VII, pag. 233, col. 1. - Questi medesimi pensieri vengono esposti, più diffusamente e più confusamente, nella Meditatio in «Salve Regina», n. 6, 7, ML 149-588, 589, inter Opera S. Anselmi Mantuani, Lucensis episcopi. - Vedi la nota 28, e nel nostro volume precedente, l'Appendice 3, A, pag. 351-353.

32 «Domina nostra, mediatrix nostra, advocata nostra, tuo Filio nos reconcilia, tuo Filio nos commenda, tuo nos Filio repraesenta. Fac, o benedicta, per gratiam quam invenisti, per praerogativam quam meruisti, per misericordiam quam peperisti (al. percepisti), ut qui te mediante fieri dignatus est particeps infirmitatis et miseriae nostrae, te quoque intercedente participes faciat nos gloriae et beatitudinis suae.» S. BERNARDUS, In Adventu Domini, sermo 2 n. 5. ML 183-43. - Queste parole, e i pochi righi che precedono, si ritrovano quasi esattamente nella «finale» della Oratio 54 (al. 53) di S. Anselmo, ML 158-961. Le avrà prese S. Bernardo da S. Anselmo? Non è cosa impossibile, benché poco si adatti al genio e al modo di scrivere di S. Bernardo. Ci pare più probabile che questa finale sia stata aggiunta, «ex Bernardo», all'Orazione di S. Anselmo: questo genere di composizioni si presta assai facilmente a simili addizioni. Questa Oratio è una di quelle che «ex ms. Vatic. P. Raynaudus inter Anselmianas primus edidit.» Un solo manoscritto, anche eccellente, può contenere qualche errore.

33 La rivelazione fatta a quell'anima divota - chi ella sia, non sappiamo - è molto affine, anzi identica nella sostanza, alle rivelazioni fatte tanto a S. Metilde quanto a S. Gertrude. Piace qui riferirle, per mostrare quanto sia veramente grata a Maria la nostra riconoscenza verso la SS. Trinità, per i doni a lei concessi.




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