Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
S. Alfonso Maria de Liguori
La vera Sposa di Gesù Cristo

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 260 -


Della comunione spirituale.

20. La comunione spirituale, come dice S. Tommaso (3. p., q. 80, a. 1, ad 3), consiste in un desiderio ardente di ricevere Gesù Cristo nel Sagramento.81

Il sagro Concilio di Trento (Sess. XIII, c. 8) molto loda questa comunione spirituale ed esorta tutti i fedeli a praticarla.82 E Dio stesso più volte all'anime divote ha dato ad intendere quanto gradisce ch'elle spiritualmente lo ricevano. Un giorno apparve Gesù Cristo a Suor Paola


- 261 -


Maresca, fondatrice del monastero di S. Caterina da Siena in Napoli, come si narra nella sua Vita, e le dimostrò due vasi preziosi, uno d'oro e l'altro d'argento, e poi le disse che in quello d'oro egli conservava le di lei comunioni sagramentali ed in quello d'argento le spirituali.83 Un altro giorno disse alla Ven. Giovanna della Croce che ogni volta ch'ella comunicavasi spiritualmente, le donava una grazia in qualche modo simile a quella che le dava nelle comunioni reali.84 Narra di più a tal proposito il P. Giovanni Nider domenicano (Formic., lib. I, cap. 1) che in una certa città un plebeo, ma di gran bontà di vita, bramava di comunicarsi spesso; ma non essendovi l'uso ivi della frequente comunione, egli, per non parer singolare, contentavasi di comunicarsi solo spiritualmente; ed a tal fine prima si confessava, facea la sua meditazione, indi assisteva alla Messa e si preparava alla comunione, e poi apriva la bocca, come già ricevesse Gesù Cristo. Riferisce l'autore ch'egli


- 262 -


in aprir la bocca sentiva portarglisi sulle labbra la particola e provava nell'anima una piena dolcezza. Ed una mattina egli, per vedere se ciò realmente avveniva, pose il dito alla bocca, ed allora gli restò al dito attaccata la sacra particola; onde di nuovo la ripose nella bocca e l'inghiottì.85 Così premiava il Signore il desiderio di questo buon suo servo.

21. Diceva il P. Pietro Fabri della Compagnia di Gesù che le comunioni spirituali molto dispongono l'anima a far con più frutto le sagramentali.86 Quindi è che i santi han soluto


- 263 -


spesso praticarle. La B. Angela della Croce domenicana giungeva a dire: Se il confessore non mi avesse insegnato questo modo di comunicarmi, io non mi sarei fidata di vivere. E perciò ella facea cento comunioni spirituali il giorno, e cento la notte.87 Direte: Ma come tante? Vi risponda per me S. Agostino: Da amantem, et sentit quod dico (Tract. 26, in Io.).88 Datemi un'anima che non ama altro che Gesù Cristo, e non si farà di ciò maraviglia. Il comunicarsi spiritualmente egli è facilissimo a replicarlo più volte il giorno, poiché non vi bisogna digiuno, non vi bisogna sacerdote, non vi bisogna gran tempo, e perciò può replicarsi ogni giorno quante volte si vuole. Quindi dicea la suddetta Ven. Giovanna della Croce: O mio Signore, che bel modo di comunicarsi e questo! senza esser vedutanotata, senza dar pensiero al mio padre spirituale ne aver da dipendere da altri che da voi, il quale in solitudine alimentate l'anima mia e le parlate al cuore!89

22. Procurate pertanto ancor voi di fare spesso questa comunione spirituale, quando fate l'orazione, quando fate la visita al SS. Sagramento, e specialmente in ogni Messa che udite, quando si comunica il sacerdote, comunicatevi spiritualmente


- 264 -


ancora voi. Fate allora un atto di fede, credendo fermamente che nel Sagramento vi è Gesù Cristo: un atto d'amore, unendovi il pentimento de' vostri peccati: e poi un atto di desiderio, invitando Gesù Cristo a venire nell'anima vostra per farla tutta sua: ed in fine ringraziatelo, come già l'aveste ricevuto. Potete per esempio dir così: Credo, Gesù mio, che voi vivo e vero state nel Sagramento. V'amo con tutto il cuore, e perché v'amo, mi pento di avervi offeso. Venite all'anima mia - che vi desidera. |90 - V'abbraccio, amor mio, e tutta a voi mi dono; non permettete ch'io abbia mai a separarmi da voi.

In questo modo potete facilmente far quante comunioni spirituali volete.




81 «Sicut... perfectum contra imperfectum dividitur, ita sacramentalis manducatio, per quam sumitur solum sacramentum sine effectu ipsius, dividitur contra spiritualem manducationem per quam aliquis percipit effectum huius sacramenti, quo spiritualiter homo Christo coniungitur per fidem et caritatem... Sacramentalis manducatio quae pertingit ad spiritualem, non dividitur contra spiritualem, sed includitur ab ea... Effectus sacramenti potest ab aliquo percipi, si sacramentum habeatur in voto, quamvis non habeatur in re. Et ideo, sicut aliqui baptizantur baptismo flaminis... ita etiam aliqui manducant spiritualiter hoc sacramentum antequam sacramentaliter sumant.» S. THOMAS, Sum. Theol., III, qu. 80, c., ad 2, ad 3.



82 «Quoad usum (admirabilis huius sacramenti), recte et sapienter patres nostri tres rationes hoc sanctum sacramentum accipiendi distinxerunt. Quosdam enim docuerunt sacramentaliter dumtaxat id sumere, ut peccatores. Alios tantum spiritualiter, illos nimirum qui voto propositum illum caelestem panem edentes, fide viva quae per dilectionem operatur, fructum eius et utilitatem sentiunt. Tertios porro sacramentaliter simul et spiritualiteCONCILIUM TRIDENTINUM, Sessio 13, Decretum de SS. Eucharistiae Sacramento, cap. 8.- L' esortazione che segue, nel medesimo capitolo, manifestamente riguarda anche la comunione spirituale.



83 «Comunicavasi ella quasi ogni giorno, perchè, affermata di questo divin cibo, non avrebbe potuto vivere, se ne fosse stata molto tempo digiuna... Supplicò un giorno il suo Sposo che le manifestasse se gli eran grate le sue così frequenti comunioni; ed egli... apparendole le vedere due vasi, uno di oro, l' altro di argento.... «In questo d' oro, disse, conservo le tue comunioni che fai sagramentalmente; in quest' altro di argento, quelle che fai spiritualmenteperchè.... si comunicava spiritualmente molte volte il giorno.... «e le conservo per il giorno del giudizioDomenico MARCHESE, O. P., Vita... di Suor Paola di S. Teresa (già Vittoria Maresca), Sagro Diario Domenicano, I, Napoli, 1668, pag. 77, 7 gennaio.



84 «Procurava di congiungersi col Santissimo Sacramento quelle più volte ch' ella potea; e quando non l' era concesso così spesso, in ispirito si comunicava: che... una comunione spirituale continua la vita sua chiamar si potea... Stando ella un giorno in... estasi... rapita, il Signore le disse che molto care teneva quelle comunioni spirituali.... Molte volte dir soleva: «O Signore mio, che dolcezza è questa! che facil modo- quando in altro non si possa- di comunicarsi!... Che frequenti dolcezze ricevo così dalla Maestà vostra, e vengo da voi in vita sostentata, io misera peccatrice indegna di sì alto dono... Che misericordia è questa, mio dolce Gesù, che con una indegna e miserabile schiava, opra così vostra divina MaestàBartolomeo CIMARELLI, O. M., Croniche dell' Ordine dei FF. MM., parte 4, col. 1, lib. 2, cap. 7, pag. 135. Venezia, 1621.- Non abbiamo potuto finora rinvenire la Vita di questa Beata (Terziaria, + 1534), scritta da Pietro Navarro. Principale fonte della sua storia è un libro, in 28 capitoli con 160 fogli in , scritto «per una monaca, discepola della B. Giovanna, chiamata Suor Maria EvangelistaOp. cit., pag. 204.- «La B. Giovanna della Croce dice che ogni volta ch' ella si comunicava in questa maniera (spiritualmente), il Signore le dava l' istesse grazie, come se si fosse comunicata sagramentalmente. «O la bella maniera di comunicarsi- aggiungeva essa- senza parlare al confessore, senza domandar licenza, senza parlare ad altro che a voi, o Dio mio: tutto è fattoPaolo de BARRY, Solitudine di Filagia, giorno 10, meditazione 2. Milano (senza data), p. 338.



85 «Fuit vir quidam plebeus laborator, simpliciamus mundo, sed Deo... prudentior; in civitate Nurembergensi... meo tempore civis... Filius confessionis hic exstitit praedecessoris mei in prioratu Nurembergensi, fratris Eberhardi videlicet, viri, ut adiacens mihi testari potest, patris fide digni valde: huius enim relatione didici quae sequuntur. Hic igitur simplicanus.... non mendicus fuit, sed rebus vivebat secundum saeculorum mediocriter;» ma, essendo molto divoto, «de labore et rebus propriis pauperibus erogabat largiter,» faceva ogni tanto de' lunghi pellegrinaggi di penitenza, e meditava assiduamente la Passione di Nostro Signore. Crescendo l' amor divino nel suo cuore, vi crebbe pure continuamente il desiderio di comunicarsi «aliquoties in anno». Ma era uso- a Norimberga - che le donne si accostassero ai sacramenti più spesso che gli uomini, e ne ottenevano più facilmente il permesso dai parroci. Per non comparir singolare, quel servo di Dio, temeva di domandare «crebrius contra morem» «sacramentum quod cordis aestu affectabat.» «Excogitabat tandem divino nutu modum aliquem quo mediante acquireret per aequipollentiam quod sumere nequibat per Sacramenti praesentiamSapendo che Dio «voluntatem bonam pro facto acceptat» qualora l' opera esterna non venga omessa per negligenza, fece tutto quello che dipendeva da lui per prepararsi alla comunione, specialmente quando non c' era speranza di ottenerla dal parroco. Si confessava; la vigilia della desiderata comunione, prendeva un cibo più scarso, «vice ieiunii»; si eccitava alla divozione con meditazioni, e si offriva a Dio «in ara cordis»; in tempo della Messa, e specialmente alla comunione del sacerdote, pregava con ardentissimo desiderio la divina clemenza «ut se tanti sacramenti participem efficeret, et bonam voluntatem pro facto acceptaret»; poi, per non ometter nulla di quel che fosse in suo potere, ed apriva la bocca. «El ecce mira res. Nam divino - ut pie credi potest- miraculo accidit, ut, quando ita se disposuit, illico linguae eius Hostiae consecratae quaedam particula adhaerere coepit devote, dulciter, et sensibiliter,» in modo che dovesse per forza, o rigettarla dalla bocca, od inghiottirla: e l' inghiottiva. Meravigliato, e in dubbio se fosse cosa reale e divina, un giorno, «certiorari volens, digitum ori imposuit, linguam tangere voluit, sed digito alba quaedam particula, ut visus ostendit, inhaesit sensibiliter, quam ori reimpositam sumpsit ut antea. Sed deinceps,» quantunque perseverasse nel medesimo tenor di vita, «per decursum suae vitae, numquam simile meruit percipereIoannes NIDER, O. P. (+ 1438), Mymecia bonorum sive Formicarius (titolo ispirato dal Vade ad formicam, o piger, Prov. VI, 6), Duaci, 1602, lib. 1, cap. 1, pag. 12, 13.



86 «Ubi sacerdos Christi Corpus rite confecerit.... rogabitis etiam ipsum Christi Corpus ut, spiritali quadam communione sui, haud abnuat tectum animae vestrae succedere; quo communionis genere incitabitur in vobis avditas quaedam tanti mysterii, oblectantibus interim vos et proxime suscepti memoria, et spe denuo suscipiendi. Haec communionis quotidianae ratio erit veluti quaedam animi praeparatio longe efficax ad ipsum sacramentum Corporis DominiRelicta a FABRO monita Parmensi Caritatis sodalitati; anno 1540. Nic. ORLANDINUS, Historia Societatis Iesu, pars 1, lib. 2, n. 109.



87 Abbiamo detto altrove (Vol. I, pag. 100, nota 76), non essendovi, nel secondo o nel terzo Ordine di S. Domenico, alcuna Venerabile o Beata o Santa di questo nome, come ci venne assicurato e con documenti dimostrato dal cortesissimo Archivista Generale dell' Ordine- doversi forse legegre: B. Agata della Croce (1546-1623). Nella Introduzione alle Visite S. Alfonso loda appunto questa beata, dicendo «la B. Agata della Croce ne faceva (cioè: comunioni spirituali) duecento ogni giorno». Noi non abbiamo avuto sinora la fortuna di aver in mano la Vita della medesima, scritta da uno dei suoi confessori, Fr. Antonio dei Martiri, O. M., a cui rimanda anche l' Année Dominicaine, avril, pag. 563; Lyon. 1889.



88 «Est quaedam voluptas carnis, cui panis dulcis est ille caelestis.... Si animus non habet voluptates suas, unde dicitur: Filii autem hominum sub tegmine alarum tuarum sperabunt: inebriabuntur ab ubertate domus tuae, et torrente voluptatis tuae potabis eos: quoniam apud te est fons vitae, et in lumine tuo videbimus lumen (Ps. XXXV, 8-10)? Da amantem, et sentit quod dico. Da desiderantem, da esurientem, da in ista solitudine peregrinantem atque sitientem, et fontem aeternae patriae suspirantem: da talem, et scit quid dicam. Si autem frigido loquor, nescit quid loquor.» S. AUGUSTINUS, In Ioannem, tract. 26. n. 4. ML 35-1608.



89 Vedi sopra, nota 84.



90 Nella ediz. napolet. del 1768 e '81, mancano queste parole.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2006 EuloTech