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S. Alfonso Maria de Liguori La vera Sposa di Gesù Cristo IntraText CT - Lettura del testo |
VIII. - La religiosa dee discacciar la malinconia. E che debba fare colei che trovasi fatta monaca contro suo genio.
1. Bisogna che fuggite la malinconia, ch'è la peste della divozione e la fonte di mille difetti. Stando voi disturbata, commetterete sempre molte mancanze, e non farete niente di bene, saran perdute quasi tutte le vostre orazioni, comunioni, letture ecc., perché tutto farete strapazzatamente e con mille distrazioni.
Riflettete che tutte le vostre inquietudini e disturbi succedono in voi, perché non prendete con rassegnazione le croci dalle mani di Dio. La volontà di Dio rende dolci ed amabili tutte le tribulazioni: leggete quel che si e detto al capo XIV, dal n. 8. Vi lamentate che state povera, inferma, disprezzata, perseguitata, arida: unitevi colla divina volontà, e tutte queste pene non saranno più pene per voi.
Se poi mi dite che non tanto vi tormentano queste croci esterne, quanto le interne degli scrupoli di coscienza, e che temete di stare in disgrazia di Dio, io vi rispondo che 'l vostro confessore, come suppongo, già v'ha ordinato che della vita passata non ne parlate più: voi per grazia di Dio abborrite i peccati fatti: state risoluta di morire prima che commettere una colpa deliberata, anche veniale: voi frequentate già i sagramenti, e anelate d'esser tutta di Dio. Tutti questi son segni che godete la sua grazia. Perché dunque vi andate angustiando con dire: Chi sa come sto avanti a Dio? Come sarà la mia morte? Se ho confessato tutto? Se 'l confessore s'inganna? Il demonio mi dice che son dannata. Ecco le solite canzoni delle monache. Eh via, abbandonatevi nelle braccia della divina misericordia
e quietatevi, dicendo: Signore, io fo l'ubbidienza del vostro ministro, e così spero nel sangue vostro di salvarmi, e di non aver mai a perder la grazia vostra.
2. In quanto al presente, se vi tengono angustiata i peccati veniali che giornalmente commettete, questi spero che sieno senza attacco e senza piena deliberazione, onde detestateli, subito, e mettetevi in pace. - Ma, padre, quelli che più mi angustiano sono i dubbi di cadere in colpe gravi, per tanti mali pensieri che continuamente mi assaltano. Ma di ciò ne ho parlato già nel capo XVIII, al § 2. In breve solamente qui vi ripeto che un'anima ch'è di timorata coscienza, se non è certa di esser caduta in peccato mortale, dee esser certa di stare in grazia di Dio, perché la volontà, confermata ne' buoni propositi, è impossibile che si rivolti contro Dio senza chiaramente conoscerlo. Pertanto voi in questi vostri timori, quando il confessore vi dice che non ne facciate conto e che vi comunichiate senza confessarvene, ubbidite sempre alla cieca e non date udienza al demonio, che cerca inquietarvi con questi scrupoli, per farvi lasciar la via della perfezione. Dite al Signore quando vi sentite agitata: Padre mio, io rimetto lo spirito mio nelle vostre mani; se a voi piace ch'io stia in questa croce sino alla morte, son contenta; non permettete ch'io vi offenda, fate ch'io v'ami, e non ricuso di patire quanto volete. Dice S. Francesco di Sales che Dio ama con un amor troppo tenero quell'anime che così s'abbandonano nel suo seno paterno, lasciandosi in tutto governare dalla sua divina provvidenza; poich'egli dal tutto caverà bene per esse, disponendo che queste anime elette lo seguitino colla punta dello spirito, senz'altro appoggio che quello del suo divino beneplacito che vuol così. Tutto ciò dice il santo.39
3. Ma forse voi mi direte che non potrete mai aver pace, mentre vi trovate fatta monaca per violenza de' vostri parenti e contro vostra voglia. Io vi rispondo così: Se allora che vi faceste monaca non avevate questa vocazione, io per altro non vi avrei consigliato a prendere tale stato, ma vi avrei pregata non però di sospender la risoluzione di andare al mondo, con gittarvi in mezzo a tanti pericoli di perdervi, che nel mondo vi sono. Del resto, ora che vi vedo collocata nella casa di Dio e fatta, o di buona o di mala voglia, sposa di Gesù Cristo, io per me non so né posso compatirvi, siccome non saprei compatire una persona la quale fosse trasportata, benché contro sua voglia, da un luogo appestato e circondato da nemici, per esser posta a vivere in luogo d'aria sana e sicuro da insidie.
4. Indi soggiungo: Siasi stato il fatto come voi dite; ora già vi trovate professa nel monastero, né v'è possibile l'uscirne. Pertanto ditemi, che volete fare? Se mai vi siete entrata di mala voglia bisogna che ora di buona voglia seguitate a starvi; altrimenti, se vi abbandonate alla malinconia, farete una vita disperata, e vi metterete in gran pericolo di patire un inferno di qua e un altro di là. Bisogna dunque nel caso presente far della necessità virtù; e se 'l demonio s'è impegnato a farvi prendere questo stato per vostra rovina, voi servitevene a suo dispetto per vostro bene e per farvi santa. Datevi a Dio di cuore, ed io vi assicuro che facendo così, starete più contenta voi che non sono contente tutte le principesse e regine del mondo.
S. Francesco di Sales, richiesto una volta del suo sentimento circa d'una monaca fatta a forza, rispose così: È vero che questa figliuola, se non fosse stata violentata da' suoi parenti, non avrebbe lasciato il mondo; ma ciò poco importa, purché ella conosca che la forza usata da' parenti
è stata più utile per lei che se avesse potuto avvalersi del suo arbitrio; mentr'ella ora può dire: Io perdea la mia libertà, se tal libertà non l'avessi perduta.40 E volea dire il santo che se quella giovane non fosse stata costretta a farsi monaca, la sua libertà, che l'avrebbe indotta a restarsi nel secolo, le avrebbe fatta perdere la vera libertà de' figli di Dio, la quale consiste nell'esser libero dalle catene e pericoli del mondo.
5. Voi mi replicate: Ma come io posso star contenta, se a questo stato non vi sono stata chiamata? Ma che importa che al principio non vi siete stata chiamata? Benché voi non vi siete fatta monaca per divina vocazione; è certo nondimeno che Dio ha permesso ciò per vostro bene; e se allora non vi chiamava, al presente vi chiama certamente ad esser tutta sua. S. Paolo primo eremita neppure andò al deserto per ivi restarsi, ma solo per fuggir la persecuzione che allora v'era contro i Cristiani; ma poi ivi fu chiamato da Dio a restarsi, si restò e si fece santo.41 Santa Teresa, quando entrò nel monastero,
neppure ci entrò di buona voglia; scrive la santa che quand'ella uscì dalla casa del padre, intese tal dolore che credea non doverlo sentir maggiore al tempo di sua morte; e quando poi prese l'abito, dicesi nella sua Vita che lo prese quasi a forza. E con tutto ciò si fece quella gran santa e riformatrice dell'Ordine Carmelitano che poi divenne.42
6. La B. Giacinta Marescotti, monaca di S. Chiara in Viterbo, anche contro suo genio fu indotta a prendere il sagro velo, e visse ivi per dieci anni molto imperfettamente; ma illuminata un giorno dalla luce divina, si convertì tutta a Dio, e perseverò in una vita santa per 24 anni sino alla morte; onde ha meritato poi d'esser venerata sugli altari.43 Similmente
Suor Maria Bonaventura, monaca nel monastero di Tor de' Specchi, anche posta ivi contro sua voglia, dopo una vita tepida e dissipata, un giorno, nella prima meditazione che intese degli esercizi spirituali, andò a buttarsi a' piedi del P. Lancizio della Compagnia di Gesù, che predicava, e risolutamente gli disse: Padre, ho conosciuto quel che Dio vuole da me. Io voglio esser santa e gran santa e presto santa. Ed in fatti col divino aiuto così fece; poiché, ciò detto, impedita di più parlare da un pianto dirotto che le sopravvenne, andò a chiudersi nella sua cella, ed ivi a' piedi del Crocifisso scrisse la seguente protesta: Io, Maria Bonaventura, oggi nel principio degli esercizi mi offerisco tutta a voi, mio Dio. Prometto di non amare altri che voi, Gesù mio. Gradite, o amantissimo Redentore, questa carta bagnata dalle mie lagrime ch'io vi consagro per pegno del mio amore, e la ripongo nella piaga del vostro costato, acciocché per li meriti del vostro sangue mi perdoniate i miei peccati e mi stabiliate nel vostro amore, si ch'io non sia più mia, ma tutta, tutta vostra.44
Così avete da fare ancor voi: risolvetevi in questo punto d'esser tutta di Dio, e fate questa medesima protesta davanti al Sagramento o a' piedi del Crocifisso; e non dubitate che se voi state in ciò risoluta, il Signore non lascerà di porgervi la sua mano per sollevarvi ad un eminente grado di santità; e così la vostra disgrazia, quale voi la chiamate, diventerà vostra somma ventura, come appunto avvenne alla mentovata Suor Bonaventura, la quale in breve tempo si fece
santa; poiché non sopravvisse alla sua conversione che solo per un anno, ma morì ricca di meriti mentre in quell'anno non si occupò in altro che in orazioni e penitenze, e spirò con una pace di paradiso, cogli occhi fissi al cielo, e nominando Gesù e Maria; e dicesi che appena spirata s'ebbero manifesti segni della gloria che già godea. Via su, fatevi coraggio e lieta, ora che Dio vi chiama al suo perfetto amore, andate cantando:
Tu mi vuoi tutta per te.
7. Ma badate che per farvi santa non basta il solo desiderarlo, bisogna cominciare a fare. Cominciate a fare un poco più d'orazione, fatevi la lettura spirituale ogni giorno, la visita al Sagramento ed a Maria: quando siete ripresa, umiliatevi: quando siete disprezzata, tacete: troncate le corrispondenze: cominciate a mortificar la gola, la curiosità, la volontà propria. Non diffidate, ma cominciate, dico, a fare; a poco a poco arriverete. L'amor proprio in noi viverà sino che avrem vita, e perciò bisogna che sempre attendiamo a tagliare l'erbe cattive che nascono nel nostro orto. Il farci santi senza incomodo, è cosa impossibile.
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