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S. Alfonso Maria de Liguori
La vera Sposa di Gesù Cristo

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Preghiera.

Mio Dio, io sono già quell'albero che meritava già da gran tempo di sentire le parole del Vangelo: Succide illam: ut quid terram occupat?50 Tagliate questa pianta che non fa frutto, e mandatela al fuoco; che serve tenerla ad occupare più la terra? Misera me, che da tanti anni sto nel monastero favorita da voi con tanti aiuti per farmi santa, e finora, Signor mio, quali frutti avete ricevuti da me? Ma voi non volete ch'io mi disperi e diffidi della vostra misericordia.

Voi avete detto: Petite et accipietis:51 Cercate e riceverete. Giacché gradite ch'io vi domandi grazie, la prima grazia che vi chiedo è il perdono di tutt'i disgusti che vi ho dati, dei quali mi pento con tutto il cuore, vedendo che ho pagato


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l'amor vostro ed i benefizi che mi avete fatti, con tante offese ed amarezze che vi ho date.

La seconda grazia che vi cerco è il dono del vostro amore, acciocch'io v'ami da ogg'innanzi, non già così freddamente, come ho fatto per lo passato, ma v'ami con tutto il cuore, evitando ogni minimo vostro disgusto, e facendo tutto quello che intendo essere di vostro gradimento.

La terza grazia che vi domando è la santa perseveranza nel vostro amore. Io ora stimo più l'amor vostro che tutt'i regni del mondo. Voi mi volete tutta per voi, ed io tutta vostra voglio essere; voi sulla croce e nel sagramento dell'altare vi siete donato tutto a me, io tutta a voi mi dono senza riserba. Vi ringrazio che mi date lo spirito di farvi questa mia offerta; mentre voi me l'ispirate, è segno che già l'accettate.

Gesù mio, io son vostra, e spero che voi sarete sempre mio per tutta l'eternità. Non voglio che viva più in me il voler mio, ma solamente la vostra santa volontà; e perciò vi prometto da oggi avanti di essere attenta ad osservare tutte le regole, anche minime del monastero, sapendo che tutte sono di vostro gusto. O amore, o amore, vi dirò con S. Caterina da Genova, non più peccati.52 Vi prego, o fate ch'io v'ami o che muoia. O amare o morire.

Maria, madre mia, parlate voi al vostro Figlio, ed ottenetemi questa grazia, o d'amarlo o di morire.




50 Succide ergo illam: ut quid etiam terram occupat? Luc. XIII, 7.

51 Io. XIV, 24.

52 «Andò Caterina per confessarsi.... benchè non fosse disposta a ciò fare.... Di subito... ricevette una ferita al cuore, d' un immenso amor di Dio.... Perciò di dentro gridava con affocato amore: «Non più mondo! Non più peccati!».... Ritornò a casa... ed entrò in una camera più segreta che potè, dove pianse e sospirò molto con gran fuoco... Ma volendo il Signore accendere intrinsecamente più l' amor suo in quest' anima e il dolore de' suoi peccati, se le mostrò in ispirito con la croce in ispalla, piovendo tutto sangue... Questa vista le fu tanto penetrativa che le pareva sempre vedere, e con gli occhi corporali, il suo Amore tutto insanguinato, e inchiodato in croce. Vedeva ancora le offese che gli aveva fatte, e però gridava: «O Amore, mai più, mai più peccati!» CATTANEO MARABOTTO (confessore della santa) ed ETTORE VERNAZZA (figliuolo di lei spirituale), Vita, cap. 2, n. 1, 3, 4, 5.




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