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S. Alfonso Maria de Liguori
Selva di materie predicabili

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CAP. III. Atti preparatorj alla confessione de' figliuoli.

 

Prima degli atti che si fanno per disporre i figliuoli alla confessione, si fa loro un sermoncino il quale conterrà tre parti: introduzione, prova e fatto. E 1. nell'introduzione s'ingerisce la proposizione, che sarà dell'ingiuria che si fa a Dio col peccato, o dell'ingratitudine del peccatore, o pure della misericordia che usa Dio con chi si pente. L'introduzione sarà bene di farla dalla verità contrapposta alla proposizione; v. gr.: se si propone l'ingiuria che si fa a Dio col peccato, l'introduzione sia del merito che ha Dio d'essere onorato. Se l'ingratitudine del peccatore, l'introduzione sia dell'obbligo che abbiamo d'amare Dio per tanti beneficj ec. Se della misericordia di Dio, l'introduzione sia del castigo che merita chi offende Dio. 2. Seguita la prova di ragioni o di autorità: ma queste sieno poche e brevi spiegate in volgare, secondo la capacità dei figliuoli. Alla prova si aggiunge una breve moralità. 3. Siegue il fatto, il quale dee corrispondere alla proposizione e dee esser compuntivo, acciocché i figliuoli si dispongano all'atto di dolore.

 

Indi si passa agli atti. Prima si faranno gli atti teologali, cioè di fede, di speranza e di carità. E si avverta di premettere a questi atti i loro motivi proprj: cioè per la fede che dobbiamo credere quel che c'insegna la chiesa, perché Dio l'ha rivelato; in quanto alla speranza, che dobbiamo sperare il paradiso e le grazie per conseguirlo, perché l'ha promesso Dio, ch'è onnipotente, misericordioso e fedele; in quanto alla carità, perché Dio merita d'esser amato per sé stesso per ragion della sua bontà infinita. Ho detto che i suddetti motivi debbon premettersi e non posporsi agli atti, come fanno alcuni, poiché il motivo perciò chiamasi motivo perché li ha da muovere a far l'atto. E ciò dee anche osservarsi per gli atti che si fanno dall'istruttore in fine d'ogni sua istruzione. Inoltre si avverta a fare che i suddetti atti per la confessione de' figliuoli abbiano una special relazione alla confessione che allora debbon fare, cioè credere specialmente che nel sacramento della penitenza si perdonano i peccati, specialmente sperare il perdono per li meriti di Gesù Cristo ec.

 

In fine poi si fa l'atto di dolore;


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che consiste in tre parti: motivo, mozione ed atto. Il motivo è una riflessione ossia ragione che muove al dolore. La mozione è l'eccitamento che si per concepire il dolore. L'atto poi è lo stesso pentimento che dee avere il penitente. Per esempio. Motivo. Dice Gesù Cristo: Eum qui venit ad me non eiiciam foras. Chi viene a' piedi miei a cercarmi perdono, io non so discacciarlo. Mozione. Ah figlio mio! tu meriteresti esser cacciato stamattina da Gesù Cristo: ma giacché esso ti dice che se vai non ti caccia, presto buttati a' piedi suoi, piangi, pentiti ec. e digli. Atto: Gesù mio, è vero che t'ho offeso, ma t'amo con tutto il cuor mio; e perché t'amo, mi pento ec. Giova anche per li figliuoli e per li rozzi di far concepire loro l'atto di dolore interrogando; v. gr.: Figliuoli miei, a questo Dio ch'è tanto buono, gli volete bene con tutto il cuore? E per l'amore che gli portate, vi pentite di averlo offeso? Di tali atti di pentimento distinti coi loro motivi diversi è bene farne tre, e il primo motivo sia ricavato dalla proposizione: Si avverta poi al secondo motivo di baciare il crocifisso. Il terzo finalmente sia più tenero e forte.

 




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