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S. Alfonso Maria de Liguori
Selva di materie predicabili

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Atto di ringraziamento dopo la comunione.

 

Questi atti sogliono essere cinque: di accoglienza, di ringraziamento, d'amore coll'offerta, di proposito e di petizione. Mettiamo l'esempio. 1. Atto d'accoglienza. Anima che ti sei comunicata, ecco che ora stai col tuo Dio, egli sta dentro di te: Qui manducat meam carnem... in me manet et ego in eo1. Ravviva dunque la fede, adora Gesù Cristo che sta dentro il tuo petto, accoglilo, abbraccialo, stringilo. Pensa che Gesù Cristo ora è fatto tutto tuo, e digli: Signore, dove sei venuto? Che cosa di buono hai veduto in me, che t'ha spinto a venire ad abitare questa mattina nel petto mio? Ma giacché sei venuto, sii il benvenuto: io ti adoro, ti abbraccio e ti stringo al mio cuore, acciocché non ti parta più da me. 2. Atto di ringraziamento. Che dici? Merita d'esser ringraziato questo re del cielo che stamattina ha voluto entrare nel tuo petto. Se un re della terra fosse venuto nella casa tua, che ringraziamenti ec.! Via su ringrazialo. Ma quali parole bastano a ringraziare un Dio che scende dal cielo per visitare una miserabile formica che l'ha offeso? Ma ringrazialo almeno come puoi: Signore, digli, che posso dirvi? che posso fare per ringraziarvi come voi meritate? O santi, o angioli, o Maria ss., aiutatemi voi a ringraziare Gesù Cristo mio. 3. Atto d'amore. Ma vuoi sapere, anima divota, qual è il più bel ringraziamento che puoi fare a Gesù Cristo? è il dirgli, Gesù mio, ti voglio bene. Esso vuole che l'ami. A posta si è dato a te per esser amato da te. Amalo dunque ed offeriscigli tutta te stessa. Sì, Gesù mio, io v'amo con tutto il cuore mio; e giacché voi vi siete dato tutto a me, io mi dono tutto a voi. Accettatemi voi per pietà, mentre io vi dono tutto il mio corpo, l'anima mia, la mia volontà e tutta me stessa. Non sono più mia, son vostra. Disponete di me come vi piace. Mi basta l'amarvi, e niente più desidero.

 

4. Atto di proposito. Oh che consolazione sento stamattina di vedervi, uditori miei, tutti uniti ed abbracciati con Gesù Cristo! Ma un pensiero di dolore mi tormenta, ed è questo: chi sa se alcuno di voi ha da tornare a discacciare Gesù Cristo dall'anima sua? Il nostro Salvatore nella notte precedente alla sua passione, nella quale istituì il ss. sacramento, si voltò verso i suoi discepoli, e tutto afflitto loro disse: Unus vestrum me traditurus est2. Ah che mi pare che Gesù Cristo dica stamattina: Molti di coloro che questa mattina m'hanno ricevuto mi torneranno


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a tradire. Ah cristiani miei, e vi sarà alcuno tra voi che dopo tante grazie ec. avrà animo di tornare ec.? Via rinnovate il proposito, promettetegli di voler patire prima ogni pena che di nuovo perdere Dio. Ditegli così: sì, Dio mio, basta quanto v'ho offeso, bastino gli anni che son vivuto lontano da voi; la vita che mi resta non la voglio spendere più ad offendervi, no che non ve lo meritate, ma la voglio spendere solo ad amarvi. Questa mattina vi do parola: voglio prima morire che darvi più disgusto, voglio prima perdere tutto che la bella grazia vostra.

 

Atto 5. ed ultimo di petizione. Ma a che serviranno queste vostre promesse, se Dio non vi darà la grazia di osservarle? Ma il Signore per darci le grazie vuole che gliele cerchiamo, e specialmente dopo la comunione. Dice s. Teresa che quando viene Gesù Cristo in un'anima, si mette ivi come in trono di misericordia e le dice: Anima, quid vis ut tibi faciam? cercami quel che vuoi, a posta son venuto per farti grazie ecc. Via su, allargate il cuore, rappresentategli le vostre miserie, i vostri bisogni, e domandategli grazie, e specialmente cercategli la s. perseveranza nella grazia sua e l'amor suo. Dite con me: Signore, giacché voi in vece di mandarmi all'inferno, avete voluto con tanto amore visitare questa mattina l'anima mia, Dio mio, consolatemi, datemi la s. perseveranza, non permettete che io m'abbia più a separare da voi. Se mai vedete ch'io avessi da tornare a perdervi, fatemi morire prima di uscire da questa chiesa. Gesù mio, io non vi voglio perdere più e vi voglio amare. Eh via, cercategli ancora la grazia d'amarlo. Dio mio, mutatemi questo cuore ingrato, fate ch'io mi scordi di tutto per amare voi solo che mi avete tanto amato; datemi l'amore vostro e non voglio niente più. Gesù Cristo ha promesso nel vangelo che quante grazie cercheremo all'eterno Padre in nome suo, tutte l'eterno Padre ce le farà: Amen, amen dico vobis: si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis1. Cerchiamo dunque all'eterno Padre in nome di Gesù Cristo le dette grazie della s. perseveranza e dell'amor suo: Dio mio, per amore di questo Figlio, date a me ed a tutti la s. perseveranza e l'amor vostro. E cerchiamogli insieme la grazia di sempre domandargli la perseveranza, perché chi non seguita a cercarla, non l'avrà. Preghiamo ancora Maria ss. che ce l'impetri ecc. Indi si fanno dire i Pater colle Ave pel vescovo, padrone, parroco e sacerdoti, governatore, sindaco ed eletti, padrone della casa dove abitano i padri e finalmente per gli stessi padri. Finalmente di farà ricevere la benedizione colla pisside, con far domandare allora di nuovo la perseveranza, e con dire, quando si chiude il Venerabile nella custodia: Orsù tutti mandate i cuori vostri a chiudersi con Gesù Cristo, acciocché stiano sempre con esso uniti. E poi si andrà a porre la chiave della custodia in mano della statua di Maria, pregandola ch'essa custodisca i cuori di tutti, affinché non abbiano a separarsi più da Gesù Cristo.

 




1 Io. 6. 57.



2 Matth. 26. 21.



1 Io. 16. 23.






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