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S. Alfonso Maria de Liguori Selva di materie predicabili IntraText CT - Lettura del testo |
I luoghi comuni interiori sono quindici 1. La definizione della cosa, v. g. argomentando che il peccato è un gran male perché egli è un'avversione da Dio. 2. La notazione o sia etimologia del nome, v. gr.: sacerdote significa secondo s. Tomaso, sacra dans et sacra docens. 3. La numerazione delle parti, v. g.: la temperanza della gola giova all'anima e al corpo, alla vita eterna e temporale: o pure affermando d'una parte ciò che si nega di tutte le altre, v. g.: l'infelicità della morte non vien cagionata dall'essere stato uno povero, dall'aver fatto una vita umile ec., ma dalla vita mala. 4. Le parole coniugate, cioè quando l'una deriva dall'altra, come odiato da odio. Onde si dirà: Iddio porta un sommo odio al peccato: e perciò chi sta unito col peccato è sommamente odiato da Dio. 5. Il genere, argomentandosi così: il peccato è quello che rovina l'uomo: onde quell'amicizia, quella roba d'altri ec. è la rovina tua. 6. La specie, come quando si dice: colui è giusto, dunque è virtuoso. 7. La comparazione e similitudine. In ciò bisogna notare che la similitudine importa una totale simiglianza tra due oggetti, ma la comparazione importa che solo in qualche parte essi sien simili. La comparazione poi può farsi tra gli eguali ed eguali, e tra maggiori e minori. Dalla similitudine si tira l'argomento così: L'agricoltore se non coltiva la terra non può aspettar frutto; e così ancora chi non piglia i mezzi per coltivare lo spirito non farà mai profitto ec. Alla similitudine poi riduconsi gli esempj, le parabole e le favole: la parabola è un fingimento d'azioni possibili ad avvenire; ma la favola o sia apologo è un fingimento d'azioni impossibili, come quando si fan parlare gli animali o gli alberi. Nelle prediche più facilmente si ammettono le parabole e rare volte le favole; più presto queste nelle istruzioni possono qualche volta addursi per insinuare alcuna pratica di virtù. 8. La dissimiglianza è, per esempio, quando si dice: È cosa da bruto il vivere secondo gli appetiti de' sensi;
il cristiano dee vivere secondo le massime della fede. 9. La cagione: questa può esser o efficiente o finale, o formale o materiale. Cagione efficiente, v. gr.: Dio ci ha creati, dunque egli è il nostro assoluto padrone. Cagione finale, v. gr.: Dio ci ha creati non per li piaceri vili e passeggeri della terra, ma per le delizie immense ed eterne del paradiso. Cagione formale, v. gr.: l'anima è creata ad immagine di Dio; dunque è più nobile di tutti i tesori di questa terra. Cagione materiale, v. gr.: il nostro corpo è composto di terra; dunque in terra s'ha da risolvere. 10. L'effetto, v. gr.: la pazienza è quella che ci fa cari a Dio e ci fa stare in pace ec. 11. I contrarj, che si dividono in più specie; cioè 1. in avversi, v. gr.: i mansueti sono amati da Dio e dagli uomini; gl'iracondi sono odiati da Dio e dagli uomini. 2. In privativi, v. gr.: il peccato è privo della grazia di Dio, e perciò è privo della pace che seco porta la grazia. 3. In contraddicenti, v. g.: chi ama Dio ha tutto; onde sta sempre contento: chi non lo ama è privo del meglio, ch'è la grazia di Dio; onde sta sempre scontento. 4. In ripugnanti, che son quelli che non possono unirsi in un soggetto, v. gr.: amore di Dio e amore del mondo non possono star insieme. 12. Gli antecedenti, v. g.: Quae... seminaverit homo, haec et metet1. 13. I conseguenti, v. gr.: chi sta inquieto dà segno che non è uniformato alla volontà di Dio. 14. I relativi, v. gr.: se Dio è il padrone, noi siamo i suoi servi; onde siam tenuti ad ubbidirlo. 15. Gli aggiunti, che sono le circostanze, contenute in quel notissimo verso: Quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando. Quis, v. gr.: il peccatore offende un Dio così grande, così potente e così buono. Quid, v. gr.: il peccato è un sommo male, perché ci priva di Dio, del paradiso e della pace. Ubi, v. gr.: il peccatore offende Dio davanti gli occhi suoi. Quibus auxiliis, v. gr.: il peccatore in offendere Dio si serve degli stessi beneficj di Dio, cioè della sanità, delle ricchezze ec. Cur, v. gr.: il peccatore perché perde Dio sommo bene? per acquistare un poco di fumo, un misero interesse, un breve piacere. Quomodo, v. gr.: il cristiano pecca più dell'infedele, perché pecca con più luce e con più rimorso. Quando, v. gr.: il peccatore offende Dio nello stesso tempo che Dio gli fa bene, lo conserva e lo provvede.