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S. Alfonso Maria de Liguori Selva di materie predicabili IntraText CT - Lettura del testo |
Dell'esordio.
L'esordio può cavarsi da innumerabili fonti; ma notiamo qui i fonti più principali. 1. ex visceribus causae, v. g.: se la proposizione o sia l'intento è di voler provare quanto debba temersi una mala morte, l'esordio può esser questo: ogni uomo che nasce, nasce per morire; poiché in questa terra ci stiamo di viaggio per passare all'eternità ecc. 2. Ab opinione sive iudicio, v. g.: il voler credere che sia facile il fare una buona morte dopo una vita licenziosa è pazzia; o pure: il voler differire la penitenza e volersi dannare bisogna persuadersi ch'è la stessa cosa. 3. A contrario, ed è quando si comincia da una proposizione contraria a quella che vuol provarsi, v. gr.: certamente è stata una gran sorte quella di alcuni peccatori, che, dopo una mala vita, in morte si son convertiti e salvati. Ma troppo rari son questi casi;
ordinariamente avviene che chi fa mala vita fa mala morte (ch'è, per esempio, la proposizione della predica). 4. Ab exemplo, cominciandosi a parlare da qualche fatto, che si adatta poi alla proposizione della predica. 5. Ab expositione, cioè si espone qualche testo di scrittura o pure l'importanza della materia che vuol trattarsi, v. gr.: chi pensa all'inferno non va all'inferno. Voglio pertanto, uditori miei, mettervi oggi avanti gli occhi le pene dell'inferno, acciocché niuno di voi abbia da andare a provarle. 6. Ex abundanti, cioè quando il predicatore premette di aver per le mani una materia molto vasta, e perciò si restringe ad uno o pochi punti, dicendo ch'elegge quelli, per esser più importanti. 7. Ex adiunctis, cioè quando si comincia da qualche circostanza di persona, di luogo o di tempo. 8. Ex abrupto (l'esordio ricavato da' fonti precedenti dicesi legittimo; questo ex abrupto dicesi straordinario e rare volte si fa), ed è quando si comincia, senza alcuna preparazione, da qualche esclamazione d'increpazione o di commiserazione o di maraviglia, v. gr.: peccatore, quando la finirai di fuggire da Dio che da tanti anni ti va appresso? O pure: poveri peccatori! poveri pazzi che fate una vita infelice in questo mondo, per andare poi a fare una vita più infelice nell'altro! O pure: o Dio onnipotente, come potete sopportare quegli uomini ingrati che da voi illuminati e chiamati seguitano sempre ad offendervi? Si noti qui che l'esordio può rendersi vizioso per essere o troppo lungo o troppo comune, sì che possa applicarsi ad ogni predica, o per esser separato, che poca connessione abbia colla predica; mentre l'esordio dee esser proprio della predica che si fa.
Le parti poi dell'esordio sono sette, secondo s'assegnano da' rettorici, cioè 1. Introduzione. 2. Proposizione generale o sia d'assunto. 3. Confermazione. 4. Reddizione. 5. Complessione. 6. Proposizione particolare. 7. Divisione. E per 1. l'introduzione è una piccola insinuazione per venire alla proposizione generale, che si chiama anche proposizione d'assunto. Per 2. la proposizione generale è quella che si premette per venire poi alla proposizione particolare o sia principale della predica. Per 3. la confermazione è una breve ragione della proposizione generale già premessa. Per 4. la reddizione è una ripetizione della stessa proposizione generale per discendere poi alla proposizione particolare della predica. Per 5. la complessione è il mezzo o sia attacco con cui si unisce la proposizione generale alla particolare. Per 6. la proposizione particolare è la principale, cioè quella che vuol provarsi; che perciò nominandosi la proposizione sempre s'intende la particolare. Per 7. la divisione è la partizione de' punti della predetta proposizione particolare.
Avvertasi che non tutte queste parti dell'esordio son necessarie, specialmente nelle prediche di missione, nelle quali, come diremo, bastano solamente tre parti di tutte le altre mentovate, cioè la proposizione generale o sia d'assunto, la complessione, ch'è l'attacco, e la proposizione particolare o sia principale della predica, colla divisione dei punti. Per esempio, volendosi provare quanto sia difficile che faccia buona morte chi ha fatta mala vita, si dirà: È necessario salvarsi, perché chi non si salva dee esser dannato; non
v'è via di mezzo. Ma per salvarsi bisogna far buona morte, con terminar la vita in grazia di Dio. Ma è difficile che faccia buona morte chi ha fatta mala vita ecc. La proposizione generale è quella: È necessario ecc. L'attacco è quello: ma per salvarsi ecc. La proposizione particolare o sia principale poi della predica è quella: ma è difficile ecc. La proposizione generale può ampliarsi in diversi modi, v. gr.: non è necessario a noi l'esser nobili o ricchi su questa terra, ma è necessario il salvarsi.
Parlando poi della proposizione particolare o sia principale, questa dee ricavarsi dalla predica che vuol farsi; poiché ella ha da essere il centro a cui come tante linee hanno da unirsi le prove della predica. Inoltre la detta proposizione dee esser chiara, breve e probabile, evitando le proposizioni stravaganti. Di più è regola irrefragabile che nella proposizione dee osservarsi l'unità; poiché altrimenti non sarebbe una predica, ma più prediche. Questa unità nondimeno non impedisce la divisione de' punti, la quale serve per rendere gli uditori più attenti e per meglio imprimere ne' loro animi la proposizione che si predica; ma sempre i punti debbono collimare a formare una sola proposizione. Questa divisione può farsi in diversi modi. O dalla Qualità del soggetto, per esempio: dobbiamo star sempre apparecchiati alla morte; prima perché la morte è certa, secondo perché l'ora della morte è incerta. O pure dagli effetti, per esempio: il mal abito rende molto difficile il salvarsi, prima perché acceca la mente, secondo perché indura il cuore. O pure per la moltiplicità delle cagioni, per esempio: la morte del peccatore sarà pessima, prima per le tentazioni del demonio, secondo per la memoria de' peccati fatti, terzo per l'abbandono di Dio sdegnato. O pure per l'enumerazione delle parti, per esempio: il giudizio universale sarà terribile prima per la comparsa, secondo per l'esame, terzo per la sentenza: O pure per la diversità delle circostanze contenute nel verso mentovato di sopra: Quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando. Per esempio: quis, il peccatore offende Dio, ch'è il suo creatore, il suo redentore, il suo conservatore. Quid, il peccato 1. è disgusto di Dio; 2. è rovina dell'anima. E così similmente parlando delle altre circostanze. La regola poi de' punti è che sieno brevi, ridotti quanto si può in poche parole, e sieno pochi, che non passino il numero di due o al più di tre. È errore poi il dividere i punti in altri punti. All'incontro non è errore il restringere la predica al solo assunto della proposizione particolare, senza far divisione di punti; v. gr.: chi s'abusa della divina misericordia resterà dalla divina misericordia abbandonato. O pure: il peccato è il delitto più grave fra tutti, poiché è disprezzo di Dio; e simili. Ciò alle volte riesce utile per aver maggior campo di dilatarsi circa la materia della predica, non essendovi i confini de' punti che prescrivono i termini.