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S. Alfonso Maria de Liguori
Selva di materie predicabili

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 Modo di dar la benedizione.

 

Io in questa sera, come ministro benché indegno di Gesù Cristo, in nome della ss. Trinità, in nome del Padre che v'ha creati, in nome del Figlio che v'ha redenti, in nome dello Spirito santo che v'ha illuminati, in nome di Maria Vergine immacolata, in nome di s. Giuseppe, di s. Michele arcangelo, degli angeli custodi, in nome del santo vostro protettore (S. N.) e di tutti i santi vostri avvocati e di tutti gli angeli e santi del paradiso, benedico tutti. Non ardisco già di benedire il vostro s. vescovo, monsignor illustrissimo; esso ha da benedire me: prego Dio che lo benedica e lo faccia più santo di quello che è. E voi, fratelli miei, raccomandatelo sempre a Dio; esso tanto pensa al bene vostro, e voi siete obbligati a pregare per esso. Così anche non ho ardire di benedire il reverendissimo signor vicario, i reverendissimi signori canonici, il vostro reverendo parroco ed i vostri ss. sacerdoti: prego Gesù Cristo che li benedica. Eh, signor parroco, ecco qua le vostre pecorelle; ve le lasciamo tutte unite con Dio: seguite a conservarle, per poterle poi presentare tutte salve a Gesù Cristo nel giorno del giudizio. Benedico sì, come sacerdote, il vostro eccellentissimo barone, il signor governatore, li signori sindaco ed eletti: benedico tutti gli ufficiali dell'università, tutti i maestri della chiesa e delle cappelle, i superiori delle congregazioni e tutti coloro che in questi giorni si sono incomodati per noi e ci hanno usate tante carità.

 

Orsù ora voglio benedire voi, figli miei. Da parte di Gesù Cristo vi benedico l'anima e il corpo. Vi benedico il corpo e tutti i sensi del corpo. Vi benedico gli occhi, acciocché li teniate modesti a non guardare alcun oggetto che possa esservi di tentazione; vi benedico con modo speciale gli occhi (qui col crocifisso farà il segno


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della benedizione). Vi benedico le orecchie, acciocché non istiate a sentire cose di offesa a Dio. Vi benedico la bocca. acciocché non diciate più bestemmie, imprecazioni, parole disoneste e canzoni cattive (qui farà un altro segno di benedizione).Vi benedico i piedi, acciocché, quando potete, veniate alla chiesa a far l'orazione mentale e la visita al Venerabile ed a Maria ss. Vi benedico le mani: giovine, alza queste mani, te le voglio benedire (si fa un altro segno di benedizione verso gli uomini). Benedico poi tutti i vostri figli: e voi attendete a farli santi, acciocchè un giorno vi troviate tutti insieme poi in paradiso. Benedico tutti i vostri parenti insieme che non hanno potuto venire alla chiesa. Benedico tutti i vostri territorj, acciocché vi rendano frutti abbondanti (qui si un altro segno di benedizione verso la campagna, dall'uno e dall'altro lato). Benedico ancora tutti i vostri negozi, le vostre robe, i vostri animali, le vostre speranze. Figli miei, portatevi voi bene con Dio, ch'esso vi colmerà di beni spirituali e temporali. Vi benedico in somma tutto il pane che mangiate, la terra che calpestate, l'aria che respirate, tutto intendo di benedirvi.

 

Ma sovra tutto benedico ad ognuno l'anima, quell'anima che costa sangue a Gesù Cristo. Vi benedico l'anima e tutte le potenze dell'anima, memoria, intelletto e volontà. Vi benedico la memoria, acciocché vi ricordiate per sempre di tutte le grazie che v'ha fatte Dio in questa missione, e specialmente in questa chiesa. Quando vedete questo pulpito dove il signore v'ha parlato, quest'altare dove vi siete comunicati, questi confessionarj dove Gesù Cristo v'ha perdonati; ricordatevi di tutte le grazie ricevute, e sappiate essergli grati. Vi benedico l'intelletto, acciocché facciate ogni giorno l'orazione e pensiate spesso a quel Dio che sempre pensa a voi ed al vostro bene. Specialmente vi benedico la volontà, acciocché amiate questo Dio che tanto merita d'esser amato e che tanto v'ama. Vi benedico poi tutti i passi che avete dati per venir alla chiesa a sentire la parola di Dio, tutte le confessioni e comunioni che avete fatte, tutte le lagrime che avete sparso in questi giorni e tutte le belle risoluzioni e promesse che avete fatte a Gesù Cristo, acciocché gli siate fedeli.

 

Or, prima che vi dia l'ultima benedizione, pregate Maria Vergine che vi benedica dal cielo, e pregatela che vi faccia benedire stasera dal Figlio suo. Via su ricevete ora la benedizione papale. Signor mio Gesù Cristo, com'io li benedico da questa terra, così voi benediteli dal cielo e perdonate a questo popolo tutti i loro peccati. E voi, figli miei, rinnovate il dolore di tutte le vostre colpe mortali e veniali, acciocché possiate ricevere, nella benedizione che ora vi do, l'indulgenza plenaria di tutti i vostri peccati. Alzate la voce mentr'io vi benedico: Signore, mi pento di quante offese v'ho fatte; da oggi innanzi vi voglio amare. Qui si darà la benedizione papale col crocifisso, pronunziando a voce alta e posatamente le parole: Benedictio Dei omnipotentis, Patris et Filii et Spiritus sancti descendat super vos et maneat semper. Indi il predicatore dirà: Orsù, mentre si canta il Te Deum, dite cinque Pater noster, Ave Maria, e Gloria Patri, per l'obbligo dell'indulgenza,


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secondo l'intenzione del sommo pontefice. Ora si canta il Te Deum. Sappiate che questo si canta in ringraziamento a Dio di tutte le grazie che vi ha fatte in questi giorni; e perciò voi, mentre cantano i sacerdoti, ringraziate Dio con lagrime d'amore di tutte le grazie ricevute. Scoprite su il ss. sacramento. Scoperto il venerabile, il predicatore dal pulpito intonerà il Te Deum, che seguirà a cantarsi dal clero unito già intorno all'altare, e poi rivolto al popolo dirà: Ecco Gesù Cristo; via su piangendo piangendo ringraziatelo e promettetegli di farvi santi.

 

Terminato il Te Deum, il sacerdote celebrante (che sarà uno de' nostri padri) dirà cinque orazioni, dopo le solite preci notate nel rituale: la prima sarà l'orazione dell'azione di grazie: Deus, cuius misericordiae non est numerus etc.: la seconda della b. Vergine: Concede nos famolus tuos etc.: la terza del santo titolare: la quarta pel sommo pontefice: la quinta pel nostro monarca. Dappoi si canteranno le strofe del Pange, lingua, e s'incenserà de more. Indi si diranno i versetti: Panem de coelo etc. e poi l'orazione: Deus, qui nobis sub sacramento etc. Il diacono prenderà il Venerabile e lo darà al sacerdote inginocchiato sull'ultimo gradino, cioè il più vicino all'altare. Il sacerdote poi si volterà col sacramento verso il popolo, ed allora il predicatore dall'altare, intimando il silenzio, dirà: Figli miei, io v'ho benedetti col crocifisso, ma Gesù Cristo ora vi vuol benedire esso stesso nel ss. sacramento. Eccolo qua: ravvivate la fede e pregatelo che siccome stiamo qui uniti stasera in questa chiesa, così un giorno abbiamo da trovarci tutti uniti in paradiso. Ma chi va in paradiso? chi ama Dio. Su dite a Gesù Cristo, mentre vi benedice: Gesù Cristo mio, t'amo e non voglio lasciar più d'amarti. Via, Signore, benediteli: sonate l'organo, sonate le campane, e voi piangendo alzate la voce: Gesù mio ec.

 




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