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S. Alfonso Maria de Liguori
Selva di materie predicabili

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Esempj di diversi sentimenti di notte colle loro parti distinte.

Canzoncina.

Viene Dio tutto pietà

A chiamarti in questi giorni;

Ma se presto a Dio non torni.

Dio non più ti chiamerà.

 

I. Introduzione. Cristiano mio, son venuto stasera a portarti due nuove, una d'allegrezza, un'altra di spavento: se tu ritorni a Dio, ora ch'è venuto a chiamarti colla s. missione, esso ti abbraccerà come figlio; ma se non torni e non torni presto, Dio non ti chiamerà più; e sarai dannato. II. Ampliazione. Intendi, fratello mio, il Signore perdona i peccati a chi si pente, ma non può perdonare a chi ha volontà di peccare. Vedi da quanti anni Dio ti sopporta; quante chiamate ti ha fatte; quante volte ti ha detto al cuore: Figlio, finiscila, muta vita, non mi offendere più! E tu che hai fatto? sempre un'arte; ti sei confessato, hai promesso, e pur sempre da capo, sempre hai tornato ad offenderlo. Che aspetti? che proprio Dio ti levi dal mondo e ti mandi all'inferno? Non lo vedi, che Dio non ti può sopportare più? III. Moralità ed invito a penitenza. Via, finiscila ora ch'è venuta la s. missione; datti a Dio che ancora t'aspetta ed è pronto a perdonarti tutte le offese che gli hai fatte se vuoi mutar vita. Vieni alla chiesa dove si fa la missione, vieni a sentir le prediche e fatti una


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bella confessione. E non dubitare, che se tu veramente vuoi lasciare il peccato ti prometto io da parte di Gesù Cristo ch'esso ti perdona. IV. Avviso della missione. Ecco Gesù C. a posta è venuto colla s. missione, la quale dimani comincia. I padri missionarj hanno la facoltà di assolvere da tutti i casi riservati, anche dalle censure riservate al papa; possono ancora dispensare i voti. Nella chiesa poi vi saranno tanti belli esercizj di salute, rosarj, istruzioni, prediche mattina e sera. Di più chi assiste a questi esercizj e si confessa e comunica guadagnerà indulgenza plenaria quando all'ultimo riceverà la benedizione papale. Ecco che per te si apre il banco della misericordia di Dio. Ora ti puoi far santo se vuoi. V. Sentenza terribile. Che dici? che risolvi? la vuoi finire di disgustare Dio o no? Chi sa se questa è l'ultima chiamata che ti fa Dio? Presto risolviti; che? vuoi aspettare che proprio la finisca Dio e ti mandi ad ardere per sempre all'inferno, senza speranza di poterci rimediare più? Va, fratello mio, alla casa e pensa un poco stasera a quello che hai inteso, raccomandati alla Madonna e pregala che ti dia luce, va.

Sei nemico al tuo Signore,

E non tremi, o peccatore?

Lascia, figlio, il tuo peccato,

Se non vuoi morir dannato.

 

I. Introduzione. Sei nemico al tuo Signore, e non tremi, o peccatore? Fratello mio, se tu stai in peccato, è certo che ti è nemico Dio: Dio, dico, che se vuole in questo punto medesimo può mandarti all'inferno. E tu dormi? e tu ridi? e non tremi? e non piangi? II. Ampliazione. Figlio, ti piango io, perché il peccato ti ha accecato e non ti lascia vedere il pericolo nel quale stai di morire ad ogni momento e di andare ad ardere in quella fossa di fuoco per tutta l'eternità. E che? forse hai per nemico qualche signore di terra, dal quale puoi nasconderti, puoi fuggire o puoi difenderti? Ah no, hai per nemico Dio che ti vede in ogni luogo dove vai, che ti arriva dove stai; e se ti vuol castigare, chi mai può difenderti dalle sue mani? III. Moralità ed invito. Fratello mio, dimmi, è via questa di poterti salvare, di'? Che salvare? che salvare? Non lo vedi, povero te, che sei dannato? Non lo vedi che Dio non ti può sopportare più, no? Senti me stasera: ora t'è nemico Dio, è vero, perché tu l'hai offeso assai; ma esso è pronto a perdonarti se gli cerchi perdono e vuoi mutar vita. Via, cristiano mio, vieni alla missione, confessati e lascia il peccato; presto datti a Dio, che ancora t'aspetta e ti chiama; non lo sdegnare più. IV. Avviso della missione. Ecco Gesù Cristo ch'è venuto a chiamarti sin dentro la casa tua, ed a posta per te ha mandata qui la s. missione, dove i padri hanno la facoltà ec. V. Sentenza terribile. Peccatore mio, che vuoi più da Dio, che? Via su, non ti sconfidare, spera: ma spera e trema; se vuoi mutar vita, spera; ma se vuoi seguitare ad aver Dio per nemico, trema, ti dico, trema che questa di stasera non sia l'ultima chiamata per te, alla quale se non risolvi di darti a Dio, Iddio forse stasera medesima ti abbandona, e tu sarai dannato. Va, figlio mio ec.

La tua vita ha da finire,

E non sai quando sarà.

Fratel mio, forse chi sa

Se stanotte hai da morire?

 

I. Introduzione. Fratello, hai inteso come dice la canzoncina? La


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tua vita ha da finire, E non sai quando sarà. Vedi, peccatore mio, la bella vita che fai, ah! lontano da Dio, lontano da' sacramenti, lontano dalla chiesa? Appena la festa ti senti una messa strapazzatamente, e poi tutto l'altro tempo a che lo spendi? ad offendere e sdegnare Dio. Vivi in somma come non avessi mai da morire. II. Ampliazione. Povero te! alla morte non ci pensi, no? Ma, o ci pensi o non ci pensi, o voglia o non voglia, ha da venire un giorno in cui questa vita tua ha da finire: hai da lasciar questo mondo: il corpo tuo ha da esser portato alla fossa, e l'anima all'eternità. Ci credi, figlio mio, o non ci credi! È certo, è di fede che hai da morire e che dopo questa vita hai da cominciare un'altra vita che non ha mai da finire. E se la sgarri e ti danni avrai da fare una vita infelice e disperata per sempre, mentre Dio sarà Dio. III. Moralità ed invito. Dimmi, se stanotte, se ora che predico ti venisse la morte, che sarebbe dell'anima tua poverella? dove andresti, misero te? Eh via presto, fratello mio, presto rimedia ora che Dio t'aspetta e ti tempo di confessarti e di aggiustare i conti prima che venga la morte. Che dici? che vuoi fare? risolviti. IV. Avviso della missione. Ecco è venuto Gesù Cristo colla missione a chiamarti ed a perdonarti, se vuoi. (Si avvisino le facoltà ec). V. Sentenza terribile. Torno a dire, che dici? che vuoi fare? vuoi tornare a Dio? Pensa, da che fu l'altra missione in questo paese, quanti ne son morti, e quanti ora ne staranno all'inferno; e perché? perché non l'han voluta finire, e l'ha finita Dio. Che? vuoi che succeda lo stesso a te, e te ne vada a piangere nel fuoco dell'inferno per tutta l'eternità? Va, figlio mio ec.

Hai un Dio che tanto t'ama,

Anzi ch'è l'istesso amore.

Ti va appresso, ognor ti chiama,

E ti dice. O peccatore,

Torna, figlio, torna al padre,

Torna, agnello, al tuo pastore.

 

I. Introduzione. O Dio, quanto siete buono e pietoso cogli uomini! Gli uomini fuggono da voi, e voi andate loro appresso! Essi vi disprezzano, e voi offerite loro la pace e il perdono! II. Ampliazione. Fratello mio, ecco ch'io vengo questa sera da parte di Gesù Cristo ad offerirti il perdono e la salute se la vuoi. Dimmi, meritavi tu questa grazia? Esso potea farti morire e mandarti all'inferno nello stesso punto in cui tu l'offendevi. Ma vedi la gran misericordia che ora t'usa Dio: in cambio di castigarti, eccolo ch'è venuto a chiamarti colla santa missione per perdonarti; ed esso stesso ti va cercando per far pace con te; basta che tu ti penta delle offese che gli hai fatte, e gli prometta di non offenderlo più. III. Moralità ed invito. Ecco come stasera ti dice:

Torna, figlio, torna al padre,

Torna, agnello, al tuo pastore.

 

E tu che dici? che rispondi a questo Dio che ti chiama? Presto torna a' piedi suoi, vieni alla chiesa e fatti una buona confessione. IV. Avviso. È venuta già la missione, i padri hanno tutta la facoltà ec. V. Sentenza terribile. Senti, fratello mio: se tu vuoi servirti di questa bella occasione e vuoi tornare a Dio, esso sta colle braccia aperte pronto ad abbracciarti. Ma se vuoi seguire a fare il sordo, come hai fatto per lo passato, trema che Dio non ti abbandoni e non ti chiami più: e se Dio t'abbandona, povero te! morirai nel tuo peccato ed anderai a piangere disperato nell'inferno,


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senza speranza di trovar più rimedio alla tua ruina eterna. Va, figlio

ec.

Quanti ciechi al fuoco eterno

A penare ognor sen vanno!

Vanno, oh Dio! perché non sanno

Che gran male sia l'inferno.

 

I. Introduzione. Peccatore che dici? che dici? Dici che se vai all'inferno, non sarai solo? Dici che se ti danni, pazienza? Oh Dio, così dicono tanti poveri accecati, e così tanti se ne vanno all'inferno. E perché? hai inteso come dice la canzoncina?

Vanno, oh Dio! perché non sanno

Che gran male sia l'inferno.

 

II. Ampliazione. Senti: come ora dici tu, così diceano ancora tanti dannati che ora stanno ad ardere in quel fuoco eterno: Se ci vado, non sarò solo; se ci vado, pazienza. Ma ora non dicono così, no, no. Oh vorrei che stasera uscisse un dannato da quella fossa, e parlasse in vece mia. Gli sentiresti dire: povero me! io diceva che nell'inferno non sarei stato solo; ma ora dico, giacché son dannato, almeno fossi solo a patire. Oimè! in mezzo a questo fuoco che mi divora, in mezzo a queste tenebre, a questo fumo che mi accieca, in mezzo a tant'altre pene, di più ho da avere il tormento di stare in mezzo a questi maledetti compagni, che mi soffocano colla loro moltitudine, che mi assordano colle loro grida, che mi ammorbano colla loro puzza. Io diceva: se vado all'inferno, pazienza. Che pazienza! io mi muoio di rabbia ogni momento, grido, urlo da disperato; vorrei morire, ma non posso neppure morire. III. Moralità. Senti, fratello mio, senti come parlano quelli che non facevano conto dell'inferno, come non ne fai conto tu. Ma senti all'incontro quel che ti dice Dio per bocca mia stasera: figlio, per quei miserabili non v'è rimedio più, ma per te ci è, se lo vuoi, cercami perdono, ed io ti perdono e ti libero dall'inferno. IV. Avviso ecc. Perciò il Signore ti ha mandata la santa missione, dove i padri hanno tutta la facoltà ec. V. Sentenza terribile. Peccatore, chi sa se questo è l'ultimo avviso, l'ultima misericordia che t'usa Dio? Finiscila, Dio non può sopportarti più. La sua divina vendetta ti starà vicina. Non ci vuoi credere all'inferno, se proprio non ci arrivi eh! Vedi che ci vai, vedi che ci vai; e se ci vai una volta, pensa che non vi potrai rimediare più; pensa, se cadi una volta in quella fossa di fuoco, non ne potrai uscire mai più, mai più, mai più. Va, figlio mio ec.

Pensa, pensa all'eternità,

Peccator che cieco stai:

Pensa, figlio, pensa a quel mai

Che in eterno non finirà.

 

I. Introduzione. Oh eternità! oh eternità! Tremano i santi in pensare e in nominar solamente eternità; e tu, peccatore, che stai in disgrazia di Dio, non hai paura? non tremi? È di fede che chi muore in peccato va ad ardere nel fuoco dell'inferno per tutta l'eternità. II. Ampliazione. Che cosa è inferno? È un luogo oscuro dove altro non si vede che mostri orribili, altro non si sente che urli e grida, altro non si prova che fuoco e tormenti. E tutte queste pene per quanto tempo hanno da durare? Per tutta l'eternità, sempre, sempre. E non avranno mai fine? no mai, mai. Esci stasera dall'inferno, misero Giuda, tu che da mille settecento e più anni ti ritrovi nell'inferno; dimmi, quanto avranno da durare queste tue pene? Risponde Giuda: sempre, sempre. Parla tu, infelice Caino; dimmi


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da quanti anni stai in questo fuoco? risponde Caino: Ah povero me! ci sto da cinque mila e più anni. E quando finirà l'inferno tuo? Che finire, che finire? mai, mai. III. Moralità. Fratello mio, che ti pare? Dimmi: come puoi dormire, stando col peccato nell'anima, nemico di Dio? questo inferno ancora tocca a te per tutta l'eternità? Perché non ti risolvi a lasciar questa vita infelice che fai? perché non rimedii, ora che puoi, a questa gran ruina che già ti sta apparecchiata, se presto non fai pace con Dio? Presto rimedia, fatti una buona confessione, mettiti in grazia di Dio, il quale non ti vuole vedere dannato, no. IV. Avviso ec. Già lo sai è venuta la missione. Che viene a dir missione? viene a dir Gesù Cristo che viene a salvare i figli perduti e a liberarli dall'inferno. Sappi che i padri hanno tutta la facoltà ec. V. Sentenza terribile. Figlio mio, non t'abusare di questa gran misericordia che ora t'usa Dio. Ora con una lagrima sparsa a' piedi d'un confessore puoi liberarti dall'inferno. Ma se non muti vita, sentimi, apri l'orecchio stasera: andrai finalmente, misero te! a piangere in questo inferno, finché Dio sarà Dio, per tutta l'eternità. Va, figlio mio ec.

 




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