V Della dignità dei patriarchi
Rinnovando gli antichi privilegi delle sedi patriarcali, decretiamo, con
l'approvazione del santo e universale concilio, che, dopo la chiesa Romana, la
quale per volontà del Signore ha il primato della potestà ordinaria su tutte le
altre chiese, come madre e maestra di tutti i fedeli cristiani, la chiesa di
Costantinopoli abbia il primo posto, l'Alessandrina il secondo, quella di
Antiochia il terzo, quella di Gerusalemme il quarto, ciascuna col proprio
rango; così che, dopo che i loro prelati hanno ricevuto dal Romano pontefice il
pallio, simbolo della pienezza della loro dignità pontificale, possano
lecitamente dare a loro volta, quando sia stato prestato loro il giuramento di
fedeltà e di obbedienza, il pallio ai loro suffraganei, ricevendo per sé la professione
canonica, e per la chiesa Romana la promessa di obbedienza.
Facciano anche portare dinanzi a sé, dappertutto, la croce del Signore, meno
che in Roma, e dovunque fosse presente il Romano pontefice o un suo legato, che
faccia uso delle insegne della dignità apostolica. In tutte le province
soggette alla loro giurisdizione, quando è necessario, si faccia ricorso ad
essi, salvi gli appelli interposti alla sede apostolica, a cui bisogna che
tutti si attengano umilmente.
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