XXII Gli infermi provvedano prima all'anima poi al corpo
L'infermità del corpo dipende talora dal peccato, come disse il Signore
all'ammalato che aveva sanato: Va e non voler più peccare, perché non debba
accaderti di peggio 34, col presente decreto pertanto stabiliamo e
comandiamo severamente ai medici dei corpi che quando sono chiamati presso gli
infermi, prima di tutto li ammoniscano e li inducano a chiamare i medici delle
anime, cosicché dopo che è stato provvisto alla salute spirituale degli
infermi, si proceda al rimedio della medicina corporale con maggior efficacia:
cessando infatti la causa, cessa anche l'effetto.
Questo decreto è motivato dal fatto che alcuni, quando soffrono, e i medici
cercano di persuaderli a provvedere alla salute della loro anima, cadono in una
estrema disperazione, da cui segue più facilmente il pericolo di morte.
I medici che trasgredissero, dopo la sua pubblicazione da parte dei prelati
locali, questa nostra costituzione, siano esclusi dall'ingresso in chiesa fino
a quando non abbiano soddisfatto nel debito modo per questa trasgressione.
Del resto, poiché l'anima è molto più preziosa del corpo, proibiamo ai
medici sotto minaccia di anatema di consigliare all'ammalato per la salute del
corpo qualche cosa che si risolva in danno per l'anima.
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