XXVI Pene contro chi conferma una elezione irregolare
Nulla nuoce maggiormente alla chiesa di Dio, quanto che indegni prelati
siano assunti al governo delle anime.
Volendo rimediare a questo male, stabiliamo con un decreto irrevocabile che,
quando uno è eletto al governo delle anime, quegli a cui compete la sua
conferma esamini con diligenza il procedimento dell'elezione e la persona
dell'eletto e se tutto si è svolto secondo le norme, conceda la conferma. Se
invece si fosse proceduto con poca prudenza, non soltanto dovrà essere rifiutato
chi è stato indegnamente promosso, ma dovrà essere punito anche chi l'ha
promosso irregolarmente. Stabiliamo anche che questi, quando consti la sua
negligenza, specie se ha approvato un uomo di scienza insufficiente, di vita
disonesta, o di età insufficiente non solo sia privato del potere di confermare
l'elezione del successore, ma, perché non possa in nessun caso sfuggire alla
pena, sia anche sospeso dal percepire i frutti del proprio beneficio, fino a
che, se sarà creduto opportuno, non meriti il perdono. Che se poi venisse
convinto di aver mancato intenzionalmente, sia sottoposto ad una pena maggiore.
Anche i vescovi, se vogliono sfuggire alla pena canonica, cerchino di
promuovere agli ordini sacri e alle dignità ecclesiastiche soggetti che diano
affidamento di adempiere degnamente l'ufficio loro affidato.
Quelli che sono immediatamente soggetti al Romano Pontefice, per ricevere la
conferma del loro ufficio, se possono si presentino personalmente alla sua
presenza, altrimenti inviino persone adatte, capaci di rispondere all'inchiesta
sul procedimento dell'elezione e sugli eletti stessi. Finalmente dopo attenta
considerazione del complesso della cosa, con, segua la pienezza del suo
ufficio, avendo soddisfatto le leggi canoniche. Quelli però le cui sedi sono
molto distanti, cioè fuori d'Italia, se sono stati eletti senza opposizione,
abbiano provvisoriamente l'amministrazione spirituale e temporale in
considerazione della necessità e dell'utilità delle chiese, a patto però che
non alienino assolutamente nulla dei beni ecclesiastici. Saranno consacrati o
benedetti come si è usato finora.
|