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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO PRIMO   CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE DELLA SICILIA
    • CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE         Capitolo I. CONDIZIONI GENERALI
      • II. LE PROVINCE INFESTATE DAI MALFATTORI
        • § 31. — Militi a cavallo. Loro modo di procedere.
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§ 31. — Militi a cavallo. Loro modo di procedere.

I militi a cavallo non hanno tutte le cagioni d’ignoranza e d’impotenza dei carabinieri. I loro regolamenti e soprattutto la loro pratica di servizio, lasciano il campo aperto all’iniziativa individuale, e d’altra parte le tradizioni del loro corpo, dal 1543 in cui furono creati21 in poi, non sono tali da renderli molto rigidi osservatori delle forme legali e delle garanzie che lo Statuto e i codici assicurano ai cittadini. Nessuno è con loro in mezzo ai campi e ai boschi per verificare se osservano le regole della legge, per scuoprire e arrestare i delinquenti. Se talvolta accade loro di ottenere da qualche villano una confessione o una denunzia a suon di bastonate, l’eco di queste giunge talmente indebolito alle orecchie dell’autorità, che passa inosservato da loro. In quanto al pubblico, la gran maggioranza non prova per un tal mezzo di polizia, se usato sulle spalle altrui, tanta antipatia da lamentarsene. Tratti dal seno della popolazione vivono in mezzo ad essa, continuano a farne parte. Nel girare la campagna, se giungono a una masseria, vi trovano, essi e le loro giumente, da bere, da mangiare, da dormire. I briganti non sarebbero ricevuti meglio. La sera arrivano ad un paese, scendono all’osteria, depongono le armi in un canto, si mettono a tavola a bere coi mulattieri, coi barrocciai, colla gente d’ogni specie. Parlano con tutti, salutano tutti, conoscono tutti. Giunge la notizia di una grassazione o di un ricatto. Montano a cavallo, perlustrano la campagna, ma nel più dei casi non vedono, non conoscono, non trovano più nessuno. L’intera contrada è diventata ad un tratto per loro terra incognita. Solamente quando per caso i carabinieri e la truppa siano giunti a sospettare il covo dei briganti, se avvisano i militi per ottenere la tanto desiderata unità di azione, accade talvolta che messasi la spedizione in marcia, contornato il luogo indicato, non trovi più nessuno. In altri termini, in buon numero di casi i militi a cavallo, o perchè hanno paura delle vendette, o perchè dividono il prodotto dei delitti, sono complici dei malfattori almeno col silenzio e coll’inazione. Ciò non toglie che abbiano dati parecchi esempi di bellissime operazioni e di atti di eroismo. Talune sezioni di militi a cavallo composte di elementi puri, hanno purgato per qualche tempo il loro circondario dal malandrinaggio. Ma sono eccezioni.

 

 




21 Vedi, a pag. 37, l’opuscolo: Il brigantaggio in Sicilia, di autore anonimo. Palermo, 1876.






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