Capitolo
III.
LA PUBBLICA SICUREZZA
I.
CAUSE
E CARATTERI GENERALI
§ 47. — Cagioni generali e
divisione della quistione.
Quali sono le cause delle tristi
condizioni della pubblica sicurezza in una parte di Sicilia? Perchè talune
provincie dell’Isola godono la tranquillità più perfetta, mentre altre sono
dalla mafia, dal brigantaggio e dal malandrinaggio infestate in modo che
gli sforzi fatti dal 1860 in poi per estirparne questi mali sono rimasti vani?
La risposta a queste domande è difficile; gli elementi del problema sono
numerosi e complicati. Noi cercheremo adesso, secondo le nostre forze, di
scioglierlo analizzando minutamente i fenomeni che a questo si riferiscono.
Diremo però, fino da ora che, a nostro avviso, la cagione prima dello stato di
violenza che regna in una parte di Sicilia sta in quella condizione sociale
comune a tutta l’Isola, la quale fa sì che, per una tradizione non interrotta
dal Medio Evo fino ai nostri giorni, la potenza personale vi abbia conservata
autorità efficace e riconosciuta. Il Governo è impotente a reprimere la
violenza perchè, per la stessa indole sua, adopera per governare le forze
sociali che gli fornisce l’Isola. La causa poi per la quale la medesima
condizione sociale non ha prodotto il predominio della violenza ugualmente in
tutta la Sicilia, sta in questo che, per la diversità di certe circostanze
locali costanti, la potenza privata ha avuto luogo di manifestarsi e di farsi
rispettare per mezzo della violenza in talune parti dell’Isola, e in talune
altre no. Apparirà in che consista questa diversità, dall’analisi che siamo per
fare dei modi in cui la violenza si esercita.
Oltre alle cagioni adesso accennate, ve ne sono state altre,
temporanee, casuali, senza nesso necessario colle condizioni sociali siciliane.
Avremo luogo di parlarne nel corso dei nostri ragionamenti. Possiamo però già
adesso accennarne due: la liberazione di quasi tutti i carcerati dell’Isola nel
1860, e quell’interregno, che seguì la caduta del Governo borbonico97,
durante il quale, per l’assenza assoluta di ogni autorità regolare, mancò
perfino quel debole freno che oppone adesso il Governo all’esercizio della violenza.
Queste cagioni ed altre simili, se sarebbero atte a produrre un dissesto
momentaneo nella pubblica sicurezza anche in un paese in condizioni normali,
pure non sono tali da non potere esser vinte dalle forze di un governo
regolare. Esse, nelle parti di Sicilia dove domina la violenza, non hanno fatto
altro che esacerbare uno stato di cose esistente e persistente per altre
cagioni.
Siffatte cagioni però non hanno
effetti assolutamente identici in tutte quelle parti di Sicilia dove predomina la
violenza. Questi effetti, pur sempre uguali fra loro nella loro sostanza,
differiscono in taluni particolari a seconda delle circostanze locali, e si
possono in modo approssimativo dividere, per quanto abbiamo potuto giudicare,
in due categorie di fenomeni: quelli che si manifestano a Palermo e nei suoi
dintorni, e quelli che si manifestano nelle altre parti dell’Isola infestate
dai malfattori. Noi esporremo adesso, prima i caratteri comuni alle violenze in
tutte le parti dell’Isola dove viene esercitata, poi le caratteristiche
speciali a ciascuna delle due categorie in cui le abbiamo divise. Finalmente,
determinati gli elementi della violenza, risulterà da per sè come il non
esistere siffatti elementi in alcune provincie siciliane, sia cagione che in quelle
non si eserciti per mezzo di essa la potenza privata.
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