§ 51.— La mafia.
Principieremo colla mafia.
Abbiamo già accennato100 come questa parola sia sul
Continente usata per lo più in un senso improprio. Si crede generalmente che i
fenomeni abbracciati da questo suo significato comune compongano da sè soli un
fatto sociale completo, mentre ne sono solamente manifestazioni parziali.
Laonde si cerca dentro di essi le loro cagioni per non trovarci invece che una
confusione inestricabile di fatti disordinati e spesso contraddicenti fra di
loro. Il fatto completo di cui solamente un fenomeno è compreso nel significato
comune della parola mafia, è una maniera di essere di una data
Società e degli individui che la compongono ed in conseguenza, per esprimersi
efficacemente ed in modo da ottenerne un’idea chiara, conviene significarlo non
con un sostantivo, ma con un aggettivo. L’uso siciliano, giudice competente di
questa materia, lo esprime precisamente coll’aggettivo mafioso, col
quale non vien significato un uomo dedito al delitto, ma un uomo che sa far
rispettare i suoi diritti, astrazione fatta dei mezzi che adopera a questo
fine. E siccome nello stato sociale che abbiamo cercato di descrivere, la
violenza spesso è il miglior mezzo che uno abbia di farsi rispettare, così è
nato naturalmente che la parola usata in senso immediatamente derivato, venisse
ad esprimere uomo dedito al sangue. Laonde il sostantivo mafia ha
trovata pronta una classe di violenti e di facinorosi che non aspettava altro
che un sostantivo che l’indicasse, ed alla quale i suoi caratteri e la sua
importanza speciale nella società siciliana davano diritto ad un nome diverso
da quello dei volgari malfattori di altri paesi.
Stabilito in tal modo il
significato che noi, in conformità coll’uso siciliano e colla realtà dei fatti,
intendiamo dare alla parola «mafioso» e la sua diversità da quello usato
generalmente, potremo liberamente per la comodità del discorso e per evitar
perifrasi inutili, usare la parola mafia nel suo significato comune e
parziale, ed in questo caso lo segneremo in carattere corsivo.
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