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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO PRIMO   CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE DELLA SICILIA
    • Capitolo III. LA PUBBLICA SICUREZZA
      • II. I MALFATTORI A PALERMO E NEI SUOI DINTORNI
        • § 52. — Caratteri speciali dell’industria del delitto a Palermo e suoi dintorni. Loro cagioni.
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II.

I MALFATTORI A PALERMO E NEI SUOI DINTORNI

 

 

§ 52. — Caratteri speciali dell’industria del delitto a Palermo e suoi dintorni. Loro cagioni.

Per chi abbia un poco seguito durante questi ultimi anni la discussione nel Parlamento e nella stampa sulla questione della pubblica sicurezza in Sicilia, è cosa ormai conosciuta che la mafia ha il suo tipo più perfetto e le sue manifestazioni più energiche in Palermo e nei suoi dintorni. Anzi, a questo proposito, conviene notare che molte descrizioni dove si credono generalmente esposte le condizioni di Sicilia tutta, dovrebbero invece riferirsi esclusivamente a Palermo e a quel territorio che la circonda ed è in relazioni immediate e continue colla città. Nell’analisi che ora cercheremo di fare del fenomeno, terremo dunque più specialmente in vista le sue manifestazioni in codesto angolo dell’Isola.

Le particolarità che a prima vista lo distinguono dalle altre parti di Sicilia dove pure predomina la violenza, sono specialmente le seguenti. Una estrema facilità ai delitti di sangue in gran parte degli abitanti, la quale produce una quantità straordinaria, anche per la Sicilia, di facinorosi per mestiere, avuto riguardo al numero della popolazione e all’estensione del territorio. Questo primo fatto rende possibile l’esistenza delle altre caratteristiche speciali che ci presenta Palermo e i suoi dintorni, cioè, il grandissimo numero dei casi dove questi facinorosi prendono occasione per esercitare la violenza, da relazioni fra persone non appartenenti alla classe dei malfattori e l’infinita varietà degli interessi propri e altrui che fanno valere per mezzo della medesima; il che ha non di rado per effetto che vari mafiosi abbiano interessi opposti, e siano in lotta fra di loro.

La gran facilità al sangue della popolazione della città e dell’agro palermitano, ha, secondo l’opinione generale, la sua origine in talune cagioni che, quantunque siano in parte ipotetiche, pure hanno un gran carattere di verità. Le principali sono: il gran numero di bravi che i signori residenti in Palermo tenevano a loro servizio e i cui discendenti hanno conservato la tradizione di famiglia; la forte mistura di sangue arabo e sopratutto berbero negli abitanti; l’essere stati ad ogni nuova conquista respinti da Palermo nei dintorni tutti gli elementi di resistenza e di malcontento. Inoltre, la popolazione senza mezzi regolari di sussistenza, che abbonda in ogni capitale, sopratutto dove l’industria e il commercio siano scarsi, è stata in Palermo molto accresciuta dopo il 1860 dalla soppressione di molti uffici governativi, che sotto il Borbone avevano sede in Palermo, e sopratutto dalla soppressione dei conventi che assicuravano l’esistenza di un numero infinito di persone in mille maniere, o cogli impieghi nelle loro amministrazioni, o colle elemosine. Non aggiungeremo a queste cagioni quella del clima, giacchè quando si ammettesse, rimarrebbe difficile a spiegare la dolcezza dei costumi della gran massa della popolazione nella provincia di Siracusa. E nemmeno adopereremo la nota figura rettorica del suolo vulcanico: la maggior parte delle popolazioni che abitano le falde dell’Etna sono fra le più tranquille dell’Isola.

La straordinaria agglomerazione dei malfattori ha potuto dare all’industria del delitto in Palermo e suoi dintorni, le caratteristiche speciali cui abbiamo or ora accennato, per essere Palermo un centro importante, avuto riguardo alla Sicilia, di affari di ogni specie. Inoltre, si trova riunito in quella città un gran numero di membri della classe dominante, più che altrove disposti ad usare la violenza per raggiungere i loro fini. Però, giova ripeterlo, qualunque sia l’origine prima delle cagioni che imprimono all’industria del delitto in codesto territorio le sue caratteristiche speciali, queste cagioni sussistono ed operano i loro effetti, perchè da un lato hanno trovato le condizioni sociali cui già accennammo, dall’altro non hanno incontrato forza alcuna, estranea alla società siciliana, che le combattesse.

Difatti, i numerosissimi facinorosi trovandosi in un centro importante di relazioni d’interessi di ogni genere quale può essere una grande città, porto di mare, contornata da un territorio dove predomina la piccola coltura esercitata da affittuari; e d’altra parte vedendosi intorno una popolazione pronta ad accettare come legittima ogni autorità privata in qualunque modo acquistata, pronta a sottomettersi con rassegnazione alla violenza del più forte; assicurati di non trovar mai da combattere nel seno della Società dove vivevano contro alcuna forza sociale che non fosse la violenza; certi dell’impotenza dell’autorità governativa (e ne diremo più sotto la ragione), avevano tutte le circostanze propizie per intromettersi in tutte le faccende, sia per loro esclusivo profitto, sia a vantaggio di chi li compensasse del loro aiuto. E così fecero. La grande quantità delle occasioni di esercitare siffatta industria fa sì che molti trovino la loro convenienza a darcisi, e che il numero dei facinorosi si mantenga, anzi, cresca sempre, e sia per crescere continuamente finchè non sopravverrà una forza estranea alla società siciliana che colla energia nella repressione dei delitti faccia in modo che cessi il tornaconto a prendere il mestiere di commetterli.

 

 




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