II.
I
MALFATTORI A PALERMO E NEI SUOI DINTORNI
§ 52. — Caratteri speciali
dell’industria del delitto a Palermo e suoi dintorni. Loro cagioni.
Per chi abbia un poco seguito
durante questi ultimi anni la discussione nel Parlamento e nella stampa sulla
questione della pubblica sicurezza in Sicilia, è cosa ormai conosciuta che la mafia
ha il suo tipo più perfetto e le sue manifestazioni più energiche in Palermo e
nei suoi dintorni. Anzi, a questo proposito, conviene notare che molte
descrizioni dove si credono generalmente esposte le condizioni di Sicilia
tutta, dovrebbero invece riferirsi esclusivamente a Palermo e a quel territorio
che la circonda ed è in relazioni immediate e continue colla città.
Nell’analisi che ora cercheremo di fare del fenomeno, terremo dunque più
specialmente in vista le sue manifestazioni in codesto angolo dell’Isola.
Le particolarità che a prima
vista lo distinguono dalle altre parti di Sicilia dove pure predomina la
violenza, sono specialmente le seguenti. Una estrema facilità ai delitti di
sangue in gran parte degli abitanti, la quale produce una quantità
straordinaria, anche per la Sicilia, di facinorosi per mestiere, avuto riguardo
al numero della popolazione e all’estensione del territorio. Questo primo fatto
rende possibile l’esistenza delle altre caratteristiche speciali che ci
presenta Palermo e i suoi dintorni, cioè, il grandissimo numero dei casi dove
questi facinorosi prendono occasione per esercitare la violenza, da relazioni fra
persone non appartenenti alla classe dei malfattori e l’infinita varietà degli
interessi propri e altrui che fanno valere per mezzo della medesima; il che ha
non di rado per effetto che vari mafiosi abbiano interessi opposti, e
siano in lotta fra di loro.
La gran facilità al sangue della
popolazione della città e dell’agro palermitano, ha, secondo l’opinione
generale, la sua origine in talune cagioni che, quantunque siano in parte
ipotetiche, pure hanno un gran carattere di verità. Le principali sono: il gran
numero di bravi che i signori residenti in Palermo tenevano a loro
servizio e i cui discendenti hanno conservato la tradizione di famiglia; la
forte mistura di sangue arabo e sopratutto berbero negli abitanti; l’essere stati
ad ogni nuova conquista respinti da Palermo nei dintorni tutti gli elementi di
resistenza e di malcontento. Inoltre, la popolazione senza mezzi regolari di
sussistenza, che abbonda in ogni capitale, sopratutto dove l’industria e il
commercio siano scarsi, è stata in Palermo molto accresciuta dopo il 1860 dalla
soppressione di molti uffici governativi, che sotto il Borbone avevano sede in
Palermo, e sopratutto dalla soppressione dei conventi che assicuravano
l’esistenza di un numero infinito di persone in mille maniere, o cogli impieghi
nelle loro amministrazioni, o colle elemosine. Non aggiungeremo a queste
cagioni quella del clima, giacchè quando si ammettesse, rimarrebbe difficile a
spiegare la dolcezza dei costumi della gran massa della popolazione nella
provincia di Siracusa. E nemmeno adopereremo la nota figura rettorica del suolo
vulcanico: la maggior parte delle popolazioni che abitano le falde dell’Etna
sono fra le più tranquille dell’Isola.
La straordinaria agglomerazione
dei malfattori ha potuto dare all’industria del delitto in Palermo e suoi
dintorni, le caratteristiche speciali cui abbiamo or ora accennato, per essere
Palermo un centro importante, avuto riguardo alla Sicilia, di affari di ogni
specie. Inoltre, si trova riunito in quella città un gran numero di membri
della classe dominante, più che altrove disposti ad usare la violenza per
raggiungere i loro fini. Però, giova ripeterlo, qualunque sia l’origine prima
delle cagioni che imprimono all’industria del delitto in codesto territorio le
sue caratteristiche speciali, queste cagioni sussistono ed operano i loro
effetti, perchè da un lato hanno trovato le condizioni sociali cui già
accennammo, dall’altro non hanno incontrato forza alcuna, estranea alla società
siciliana, che le combattesse.
Difatti, i numerosissimi
facinorosi trovandosi in un centro importante di relazioni d’interessi di ogni
genere quale può essere una grande città, porto di mare, contornata da un
territorio dove predomina la piccola coltura esercitata da affittuari; e d’altra
parte vedendosi intorno una popolazione pronta ad accettare come legittima ogni
autorità privata in qualunque modo acquistata, pronta a sottomettersi con
rassegnazione alla violenza del più forte; assicurati di non trovar mai da
combattere nel seno della Società dove vivevano contro alcuna forza sociale che
non fosse la violenza; certi dell’impotenza dell’autorità governativa (e ne
diremo più sotto la ragione), avevano tutte le circostanze propizie per
intromettersi in tutte le faccende, sia per loro esclusivo profitto, sia a
vantaggio di chi li compensasse del loro aiuto. E così fecero. La grande
quantità delle occasioni di esercitare siffatta industria fa sì che molti
trovino la loro convenienza a darcisi, e che il numero dei facinorosi si
mantenga, anzi, cresca sempre, e sia per crescere continuamente finchè non
sopravverrà una forza estranea alla società siciliana che colla energia nella
repressione dei delitti faccia in modo che cessi il tornaconto a prendere il
mestiere di commetterli.
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