§ 83. —È necessario in Sicilia
un personale giudiziario e di polizia con qualità eccezionali.
Ad ogni modo, non solamente
quest’ultima nostra proposta, ma tutte quelle da noi fatte, hanno, per
condizione indispensabile e per fondamento principalissimo la scelta di un
personale di pubblica sicurezza, giudiziario e politico non solo
d’intelligenza, di energia, di coraggio e d’onestà eccezionali, ma ancora
inaccessibile a qualunque influenza locale, anche alle più lecite. Nè diverso
potrebbe essere il fondamento di qualunque proposta diversa che altri facesse.
Per dimostrarlo dovremmo riassumere tutto il già detto in questo libro fin
dalla prima parola; non crediamo sia necessario il farlo.
È adunque necessario prima di
tutto, (già lo dicemmo dimostrandone il perchè) che nell’amministrazione della
pubblica sicurezza, come in tutti i gradi della gerarchia giudiziaria, il
personale sia estraneo all’Isola, eccettuata una parte della bassa forza di
polizia, e anche quella, colle condizioni cui già accennammo. Le difficoltà per
imparare il linguaggio, per capire i gesti, per conoscere le abitudini e le
persone, le località, si risolvono in una quistione di tempo ed in conseguenza
di misura nelle traslocazioni. Non ci fermeremo qui sui mezzi per ottenere
siffatto personale, perchè avremo luogo di parlarne a proposito di tutti gli
impiegati d’ogni ordine e grado in Sicilia. Diremo solamente che andrebbe
scelta con maggior cura quella parte precisamente che adesso è più negletta; i
pretori cioè, poichè, almeno a parer nostro, dovrebbero esser la base e il
perno di tutto l’ordinamento di polizia e giudiziario in Sicilia.
Ma finchè il personale
giudiziario inferiore e superiore, sarà qual’è adesso in gran parte, finchè si
potrà dare il caso che una persona contro cui è iniziato processo per mandato
di omicidio possa venire a Palermo, fare pubblicamente gli affari suoi con
tutto comodo per due o tre giorni, poi, la sera verso le dieci, montare in
carrozza a due cavalli, escire di città per una delle porte principali e
sparire; ed essere contro di essa rinnovato il mandato di cattura il giorno
dopo la sua partenza dal magistrato istruttore invano sollecitato per otto
giorni, il parlare di migliorare la pubblica sicurezza o di provvedere a
qualunque altro male in Sicilia è uno scherzo di cattivo genere.
Abbiamo finito per adesso
coll’argomento della pubblica sicurezza siciliana, e dovremo tornarci solamente
quando avremo da parlare del sistema generale di governo tenuto in Sicilia dal
60 fino ad oggi. Per ora ci rimane solamente da parlare delle ragioni le quali,
a parer nostro, sono causa che le condizioni sociali e morali, uguali in tutta
l’Isola, producano solamente in una parte di essa sulla pubblica sicurezza
quegli effetti che abbiamo adesso descritti. Già le abbiamo in massima parte
accennate nel corso dei nostri ragionamenti. Adesso ci contenteremo di
riassumerle.
Nelle parti dell’Isola dove la sicurezza pubblica è migliore,
la generalità della popolazione d’indole molto mansueta, almeno nelle
circostanze ordinarie, non basterebbe a fornire un numero di reclute
sufficiente alla classe dei facinorosi. In gran parte per questa cagione
stessa, manca nella classe dominante di queste province, la tradizione,
l’abitudine e la necessità di usare la violenza a sostegno della loro autorità
privata. Per la prima di queste cagioni non ebbe occasione di nascere la classe
dei facinorosi. Per la seconda non ha avuto luogo di perpetuarsi e soprattutto
di fiorire in quei luoghi dove sia nata spontaneamente186.
Siccome in tutti i fenomeni
sociali la forma influisce sulla sostanza, così è innegabile che il non esservi
tradizioni di violenza nelle province delle quali adesso parliamo, influisce
sui costumi in generale, dispone meglio le menti ad accettare miglioramenti di
ogni genere, e soprattutto rende più agevole l’introdurli ad una forza estranea
all’Isola. Ma, quantunque il non esser nelle tradizioni l’uso della violenza,
come mezzo di prevalere, faccia sì che sia più difficile che ad alcuno venga in
mente d’impiegarla, nonostante, già lo dicemmo, quando alcuno vi si risolvesse,
troverebbe gli elementi pronti. Troverebbe istrumenti in quei malfattori che,
in numero più o meno grande, si trovano in qualunque paese. Potrebbe adoperarli
con libertà e sicurezza per quelle medesime cause che già descrivemmo a proposito
delle altre province dell’Isola. Giacchè in qualunque parte di questa, la forza
sociale del Governo non ha potuto affermarsi, e la forza privata con qualunque
mezzo manifestata, s’impone negli animi nel medesimo modo. In tutta l’Isola, la
violenza usata più o meno spesso nell’atto pratico, pure è ritenuta un mezzo
legittimo d’imporsi ed in conseguenza di difendersi. Difatti, il colpevole di
delitto violento trova nelle parti più tranquille di Sicilia non solo chi lo
nasconda e lo soccorra, ma anche chi interceda per lui presso le autorità, gli
dia al bisogno falsi attestati di presenza in un dato luogo, e, appoggiato in
tal modo, sa farsi temere abbastanza per impedire non di rado i testimoni di
parlare e i giurati di condannarlo. Del resto, per questi ultimi, dove non
valgono le intimidazioni valgono le arti già descritte di certi avvocati che
fioriscono principalmente nelle parti più tranquille dell’Isola. La differenza
principale, sotto questo aspetto, fra le parti tranquille e quelle che non lo sono,
sta in ciò, che in quelle è possibile una repressione più rapida del male
soprattutto se còlto nel suo principio; pur sempre però coi medesimi mezzi.
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