Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO PRIMO   CONDIZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE DELLA SICILIA
    • Capitolo IV. RELAZIONI ECONOMICHE E AMMINISTRAZIONI LOCALI
        • § 88. — Come la legislazione italiana sancisca e ribadisca nelle province meridionali il potere illimitato ed assoluto della classe abbiente su quella povera.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

§ 88. — Come la legislazione italiana sancisca e ribadisca nelle province meridionali il potere illimitato ed assoluto della classe abbiente su quella povera.

Gli effetti della nostra legislazione e della nostra pratica specialmente amministrative sulle relazioni fra la classe abbiente e la proletaria non sono speciali alla Sicilia; ed in tutte le province meridionali, vediamo ripetersi con una dolorosa uniformità il fatto che queste hanno ribadito e sancito la dipendenza delle classi povere dalle abbienti, ed alla servitù economica hanno aggiunto quella amministrativa. Le leggi hanno affidato gl’interessi locali alla popolazione abbiente di ogni luogo. I Consigli comunali e provinciali sono eletti dalle persone che pagano una data somma d’imposta rispettivamente nel Comune e nella Provincia, e fra quelle persone. Sono pure elette da loro le Giunte esecutrici di questi Consigli, la maggioranza dei Consigli scolastici, delle Congregazioni di carità ec. Nei Comuni, il sindaco è scelto dal Governo, ma fra i membri del Consiglio comunale. Al Consiglio comunale e al sindaco è dato per così dire, in balìa il Comune. Essi, da , o per mezzo della Congregazione di carità e della Commissione del Monte frumentario amministrano il patrimonio pubblico. Colla distribuzione delle tasse, la cui scelta è solamente sottoposta ad alcune limitazioni legislative piuttosto elastiche, possono influire sulla fortuna privata dei cittadini. Al sindaco s’indirizza l’autorità governativa per avere informazioni sulle condizioni economiche del paese. A lui tocca dare i certificati di stato civile, di moralità, di miserabilità. Da lui principalmente riceve informazioni il pretore sulle persone da sottoporsi all’ammonizione. Egli è ufficiale di polizia dove manca, e come tale ha diritto di eseguire arresti in certi casi. Sicchè il contadino non solo per i suoi guadagni e per la sua prosperità economica, ma anche per tutte le necessità della vita, nascita, matrimonio, morte, e per rimanere e per partire, per la sua libertà personale stessa, dipende in gran parte da coloro che sono alla testa del municipio.

È facile imaginare quali possono essere gli effetti di quella onnipotenza assoluta della classe abbiente, combinata colla speciale condizione del senso giuridico che già descrivemmo. Le amministrazioni locali sono, ad esclusione di poche eccezioni, tanto più degne di ammirazione quanto sono più rare e contrarie allo spirito generale, dirette ad esclusivo vantaggio della classe abbiente (e più specialmente di una parte di essa, come esporremo tra breve). Parimente, nelle relazioni d’indole privata, la volontà di chi è ricco, o per qualunque altra ragione potente trova raramente ostacolo nelle leggi ed è assoluta di fronte non solo dei proletari veri e proprii, ma anche di coloro che hanno scarsa fortuna, o sono deboli per qualche altra causa. Per modo che il non imporre a torto la propria volontà è, nell’uomo potente, atto di carità, non dovere nel senso giuridico della parola. Sotto questo aspetto la differenza sola che distingua dalle altre la parte dell’Isola infestata dai malfattori, si è che in questa, alle cause ordinarie che rendono un uomo potente, alla ricchezza cioè, all’abilità, o alla cognizione della legge, bisogna aggiungere il potere usare direttamente o indirettamente la violenza.

Se vogliamo ricercare le manifestazioni esterne di questo stato di cose, vediamo che le imposte municipali in grandissimo numero di Comuni sono distribuite in modo da gravare specialmente sulla classe povera195. A questo proposito citeremo il fatto seguente che ci sembra abbastanza caratteristico. In un Comune dove la sovrimposta municipale gravava per una somma di 95.000 lire sul dazio consumo (il quale per l’indole sua colpisce più specialmente la classe povera), rimanendone intieramente esente la fondiaria, il sindaco rispose alle osservazioni in proposito dell’autorità politica, che il territorio del Comune essendo tutto in mano di pochi proprietari, quando si fosse sovrimposto la fondiaria, ognuno di essi avrebbe dovuto pagare una grossa somma, e sarebbe stato in conseguenza ingiustamente gravato. Il medesimo spirito si manifesta nella distribuzione delle spese in molti luoghi, dove vediamo sprecate somme considerevoli per spese edilizie di lusso, mentre mancano in campagna le strade e talvolta in città le cose più necessarie per la generalità della popolazione196. Del resto, la cagione della cattiva distribuzione delle imposte non sta sempre in chi regge i Comuni, ma talvolta anche nei difetti della loro circoscrizione territoriale197. Pur tuttavia esistono, benchè rari, esempi di autorità comunali che anche con gravi sacrifizi pigliano i provvedimenti più atti a giovare le classi meno fortunate. Se non che nell’assoluta mancanza d’unità nell’indirizzo del governo, o nell’inaudita confusione dei concetti che lo dirigono, accade talvolta che questi provvedimenti vengano dall’autorità governativa avversati od anche impediti per cagioni d’indole burocratica. L’amministrazione delle Opere pie198 è in un disordine tale che la minor parte delle loro rendite giunge alla classe povera, cui è destinata; lo stesso dicasi per il maggior numero di quei pochi Monti frumentari che esistono ancora.

Riguardo alle relazioni fra privati, non staremo a parlare degl’innumerevoli abusi nell’esecuzione dei contratti fra padroni e contadini, specialmente in quanto riguarda la misurazione o la qualità dei generi, nella restituzione delle anticipazioni. Queste sono conseguenze pur troppo inevitabili dell’assoluta dipendenza economica dei lavoranti della campagna. Ma che dire, per esempio, del fatto di un accollatario di lavori, influente e prepotente in paese, che per la costruzione di una strada si fornisce della ghiaia occorrente nel fondicello di una povera vecchia rifiutando di pagarla? È impossibile conoscere nemmeno alla lontana quanti casi di tal genere avvengano in Sicilia, giacchè la maggior parte di essi, per la stessa natura loro, riman nascosta, o per lo meno conosciuta da pochissimi, che non trovano la cosa strana. Ma è un fatto che i rimedi dati dalla legge contro siffatti abusi sono illusorii. In un paese dove molte persone della classe ricca sono convinte della necessità che intervenga un faccendiere quando abbiano che fare colle autorità, sarà ben raro che una persona della classe inferiore creda poter ricorrervi direttamente. E quando ciò non fosse, quando d’altra parte l’autorità morale dei prepotenti non fosse così grande, e quella della legge così piccola, da toglier dalle menti perfino il pensiero di ricorrere ai magistrati, quale giustizia potrebbe nel più dei casi ottenere un pover uomo dal giudice conciliatore, persona per lo più del paese, o dal pretore, quale è adesso, sottoposto alle influenze locali? Ne risulta che il povero non ha altro rimedio che la rassegnazione o la reazione violenta; ch’egli ha maggior garanzia contro i soprusi dove i costumi sono violenti e sanguinari; che può accadere talvolta al brigante o al malandrino di acquistare nelle classi inferiori fama di giustiziere, mentre fa una speculazione per conto proprio, operando un ricatto lucroso, o uccidendo taluno per incutere salutare timore agli altri.

Riguardo agli abusi nelle amministrazioni locali, poi, la legge non concede neppure rimedi teorici alle classi inferiori, giacchè i miserabili non sono elettori. Le altre libertà garantite dai cosiddetti immortali principii dell’89 non sono nemmeno fatte per essi. Il parlare a proposito di loro della libertà di stampa o degli altri modi d’influire sull’opinione pubblica, è ridicolo. Del diritto di riunione, i contadini non sanno usare che per correre addosso ai proprietari, ucciderli e bruciar loro le case. Contro i soprusi amministrativi, come contro gli altri, la violenza è il loro solo rimedio. Il quale del resto non è sempre del tutto inefficace. È curioso osservare come in molti dei Comuni i quali ebbero a sperimentare che cosa siano le sommosse di una plebe semiselvaggia, si vada a rilento nell’imporre le tasse che gravano più le classi povere, quella di fuocatico, per esempio; e come, quando si siano stabilite, ai primi segni di malcontento, si alleggeriscano o si tolgano del tutto.

Per modo che in Sicilia, lo Stato si trova in questa dolorosa condizione, che nell’adempiere al primo dei doveri di uno Stato moderno, il mantenimento, cioè dell’ordine materiale, esso non difende la Legge, ma le prepotenze e i soprusi di una parte dei cittadini a danno degli altri. Difatti, mentre l’azione del Governo è efficacissima e pronta contro i disordini popolari, rimane miseramente impotente contro quelli i quali, come il brigantaggio e la mafia, si fondano sopra la classe abbiente, o almeno sopra la parte dominante di essa.

Per altro, se tutta la classe povera, meno poche eccezioni individuali, riceve danno nella maggior parte dei Comuni dall’attual sistema di amministrazione locale, non tutta la classe abbiente ne trae ugual vantaggio. Anzi, in questo campo, più che in qualunque altro, è elemento di potenza l’intelligenza e l’astuzia, per modo che talvolta chi trae maggior vantaggio dalle amministrazioni locali, non è il ricco proprietario, ma l’uomo di mediocre fortuna e perciò più attivo. Di più, in molti Comuni dove i ricchi non risiedono o non vogliono occuparsi direttamente delle faccende municipali, la cosa pubblica è in mano di piccolissimi proprietarii e commercianti e di membri della classe media inferiore199.

 

 




195 Questo argomento essendo trattato nel libro secondo del presente lavoro, ne riproduciamo qui, per comodo del lettore, il brano che vi si riferisce:

«§ 56. — La classe dei cosiddetti galantuomini ha in mano tutte le amministrazioni comunali, e inoltre la gestione di tutto il denaro delle Opere pie.

«Quanto al modo in cui si vale delle amministrazioni comunali a suo profitto, ed a danno dalla classe dei contadini, basterebbe esaminare Comune per Comune i ruoli delle imposte per averne qualche idea. Così noi troveremo generalmente imposta in modo gravissimo la tassa sulle bestie da tiro e soma, ossia principalmente sui muli e sui cavalli, che sono la proprietà maggiore dei contadini; e invece raramente e in proporzioni minime la tassa vera sul bestiame, ossia sulle vacche e sui bovi, perchè questi sono posseduti dai proprietari. Il contadino paga in moltissimi luoghi fino a 8 lire per un mulo, o 5 lire per un asino, e il gabellotto e il proprietario non pagano nulla, o relativamente pochissimo, per centinaia di vacche o di bovi. La tassa comunale sulle bestie da tiro e da soma ammontava in Sicilia nel 1874 a 589,557 lire, mentre la tassa sul bestiame non era che di 146,493 lire.

«E lo stesso fenomeno si presenta se esaminiamo le cifre del dazio consumo comunale, e quelle della sovraimposta comunale sui terreni. Si tenga in mente come in Sicilia la immensa maggioranza della popolazione delle città, e talvolta la quasi totalità, è composta di contadini e delle loro famiglie; e la cifra di lire 10,332,081 di provento del dazio consumo comunale (1874) di fronte a quella di lire 2,857,110 della sovrimposta sui terreni, diventa molto significativa.

«Oppure, per meglio isolare il fenomeno, si paragonino le due tasse in Sicilia e in Toscana, prendendo soltanto come termini di paragone i Comuni rurali, i quali, se in Toscana contengono pure una numerosa classe cittadina raccolta nei centri di meno di 6000 anime, in Sicilia sono invece esclusivamente abitati da campagnuoli. In Toscana pei Comuni rurali, anno 1874, abbiamo 484,235 lire di dazio consumo comunale contro L. 5,058,140 di sovrimposta sui terreni, mentre la Sicilia ci L. 611,294 di dazio consumo comunale contro L. 1,097,173 di sovrimposta fondiaria. E ciò mentre i Comuni rurali in Toscana (1871) contano una popolazione di 1,562,294 abitanti, di cui una buona frazione non appartiene alla classe campagnuola, onde una gran parte del dazio consumo comunale non aggrava i contadini, e invece in Sicilia la popolazione dei Comuni rurali è di 779,514, quasi tutti agricoltori, i quali abitando nei centri, pagano il dazio per ogni litro di farina che consumano. Non sono pochi i Comuni in Sicilia dove nulla si sovrimpone sulla fondiaria, e tutto invece si aggrava sul dazio consumo.

«E che dire poi dell’imposta comunale sul macinato, che si riscuote da dieci anni in un Comune importante dell’Isola, con piena annuenza della prefettura; e valendosi per la riscossione dell’antico sistema delle bollette, usato prima del 1860 dal Governo borbonico!!

«La cifra complessiva della tassa di famiglia non ci rivela nulla, ma se vorremo girare i singoli Comuni troveremo le stesse ingiustizie di repartizione tra le diverse classi. Il minimo e il maximum della tassa variano molto secondo i Comuni: qua l’imposta anderà da 2 lire a 50; da lire 5 a 80, a 100; o anche da lire 10 a 80: ma dovunque troveremo una sproporzione nella repartizione. Il metatiere pagherà da 5 a 10 lire, o il giornaliere da 2 a 5, dove due o tre signori ricchissimi pagheranno il maximum di 50 o di 100 lire, e tutta la classe di borghesi e di proprietari agiati pagheranno 20 o 30 lire.

«Quanto alle spese dei Comuni, poco si può ricavare dalle statistiche troppo generiche, ma chi giri ora la Sicilia rimane sorpreso del grande numero di teatri comunali stati eretti dal 1860 in qua, o che tuttora si stanno costruendo. È venuta dappertutto nei municipii la manìa, la furia delle spese di lusso, e specialmente di quella del teatro: si sente di migliaia di lire spese in costruzione e riparazione di teatri, e di ricche sovvenzioni annue pagate per rappresentazioni di opere e ballo da municipii, che mancano ancora quasi affatto di strade, o almeno son lontani dall’aver nemmen messo mano a tutte quelle che loro incombono per legge, e i quali difettano di cimiteri, e di medico condotto.

«L’accentramento poi dei contadini nelle città rende difficile più che altrove la nettezza pubblica, e la rigida applicazione dei regolamenti municipali; e anche qui troviamo esempi del come alcune volte un progresso necessario ed imprescindibile arreca con danni gravi e senza compenso a numerose classi della popolazione. Così in molte città dell’Isola si è voluto togliere lo sconcio dei maiali che girano liberi per la strada, e si sono imposte gravi multe ai contravventori, onde il contadino il quale non ha che una stanza per abitazione e non può girare a cercare il nutrimento per il suo maiale, ha dovuto privarsi di allevarne, e ha così perduto, con grave sacrificio, una sorgente di guadagno. In altri luoghi invece i contadini hanno dovuto rinunziare a tenere il maiale per non aver potuto soddisfare ai forti depositi che si richiedevano da loro, come cauzione per il pagamento del dazio consumo al momento della vendita».



196 Vedi la nota precedente. Non abbiamo bisogno di spiegare come ci sia impossibile dividere, riguardo alle spese edilizie di lusso, il sentimento della Relazione della Commissione d’inchiesta per la Sicilia, dove sono considerate come segno di «un moto di trasformazione civile» al pari delle spese realmente utili (Vedi la Relazione, a pag. 8).



197 Vedi in proposito: Relazione della Commissione d’inchiesta per la Sicilia, pag. 44 e seg.



198 Vedi in proposito il libro secondo, § 56, Opere Pie, e la Relazione della Commissione d’inchiesta per la Sicilia, pag. 84 e seg.



199 Riguardo agli abusi e disordini di ogni genere nelle amministrazioni comunali, vedi la Relazione della Commissione d’inchiesta per la Sicilia, pag. 93 e seg.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License