§ 110. — Il tentar di
reprimere una sola categoria di disordini non può dare in Sicilia risultato
alcuno.
Comunque siasi, non si potrà
pensare a rimediare ai disordini descritti in questo volume, finchè il
personale amministrativo e giudiziario non avrà le qualità necessarie in tutti
gli ordini e in tutti i gradi; giacchè si tenterebbe invano di
assicurare il predominio della Legge in un ordine solo di fatti, lasciando gli
altri andare per il loro verso. I disordini di ogni specie che presenta la
Sicilia sono manifestazioni della medesima cagione, la prepotenza privata. Ora,
i prepotenti appoggiano la loro autorità sopra punti tanto diversi fra loro,
che se la non si combatte in tutti i lati alla volta, nelle sue relazioni così
coi facinorosi come colle amministrazioni locali e colle società, associazioni
e persone di ogni genere, troveranno modo di schermirsi dagli assalti,
valendosi dei mezzi di cui è lasciato loro libero l’uso. Il volere sopprimere
la prepotenza in una sola delle sue manifestazioni è cercare di stringere con
una mano sola una grossa vescica a metà piena d’aria. L’aria scappa nella parte
libera, e si rimane colla sola membrana in mano. Ma d’altra parte, la
moltiplicità dei punti d’appoggio, se apre più vie al prepotente per sfuggire
alle autorità, è cagione per contro ch’egli presenti a questa maggiore numero
di punti vulnerabili, quando l’autorità lo assalga da ogni lato. Chi non ha
potuto esser convinto di mandato d’omicidio potrà mandarsi in galera per
malversazioni in un’amministrazione locale, e dove per il primo delitto sarà
mancato chi volesse testimoniare, forse per il secondo non difetteranno le
denuncie segrete che ne faranno scuoprire le prove di fatto. Il lettore avrà
forse già osservato che dopo aver fatto lunghe teorie sulla difficoltà di
distinguere il manutengolo forzato da quello volenteroso e che dal
manutengolismo ritrae lucro, non abbiamo indicato criterio per distinguere
l’uno dall’altro; difatti un criterio a priori a parer nostro non
esiste, e già cercammo di dimostrarlo. Un funzionario intelligente, con una
grandissima pratica dei luoghi e delle persone, ha mille modi di distinguere
quelle persone che nel favorire i malfattori hanno per iscopo principale di
acquistare autorità e denari, ma ben di rado potrà trovar contro di loro prove
da addurre in giudizio. Questa difficoltà non si vincerà mai prendendola di
fronte. Il manutengolismo è effetto delle condizioni sociali generali e non si
può vincere che combattendo queste. Con questo mezzo però la vittoria è sicura.
Colui che non è manutengolo solamente per paura, è necessariamente un
prepotente, in conseguenza il funzionario che conosca ciò ch’egli è, non ha che
da tenerlo d’occhio per trovare in breve tempo piuttosto dieci che una cagione
di porlo sotto processo, all’infuori del manutengolismo. In questo modo saranno
colpiti non solo i manutengoli, che dalla loro complicità ritraggono vantaggio
materiale, o guadagno pecuniario, ma anche coloro che ne ricevono vantaggio
solamente morale, e che nel massimo numero dei casi sarebbe assolutamente
impossibile di potere giuridicamente convincere.
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