§ 112. — Come sia infondata
l’asserzione che i Siciliani sieno più difficili a governare che altri popoli.
Dopo quindici anni d’insuccessi
nel governare la Sicilia, molti pretendono che i Siciliani sono ingovernabili.
Noi personalmente crediamo l’asserzione falsa; e ad ogni modo essa è
ingiustificata; giacchè appare necessariamente ingovernabile qualunque popolo
che si voglia governare con mezzi contradittorii fra loro.
Si è pure attribuito la
difficoltà di governare i Siciliani a un chè di arcano che distinguerebbe gli
isolani in genere dal rimanente dell’umanità. Questa spiegazione ci sembra
avere un poco troppa analogia con quella data nella commedia di Molière del
perchè l’oppio faccia dormire «quia est in eo virtus dormitiva quae facit
dormire.» Ad ogni modo, se essa è molto comoda per chi voglia scaricarsi
della responsabilità che gl’incombe, crediamo che non possa reggere dinnanzi ad
una osservazione seria dei fatti. Se si paragonano i Siciliani per esempio
cogl’Inglesi, e cogl’indigeni dell’isola di Tahiti, crediamo ben difficile di
trovare la più lontana somiglianza nelle relazioni di ciascuno di questi popoli
colla autorità pubblica. Bene è vero che se limitiamo l’osservazione alle
grandi isole del Mediterraneo, l’analogia fra loro diventa grandissima, non
solo nel particolare ora accennato, ma in tutto; e la spiegazione di questo
fatto ci sembra molto semplice e chiara. La Sicilia, la Corsica, la Sardegna,
dal Medio Evo fino ad epoca recente, sono rimaste ugualmente fuori dalla
corrente della civiltà Europea. Certamente a questo ha molto contribuito la
loro posizione isolana, però a siffatta cagione se ne sono aggiunte molte altre
speciali, le quali non si sono manifestate, a modo di esempio, per l’Inghilterra.
Le grandi isole del Mediterraneo si rassomigliano fra loro non perchè isole, ma
perchè tutte egualmente simili al rimanente d’Europa quale era quattro secoli
addietro.
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