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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE PRIMA                       CONDIZIONI ATTUALI
      • Capitolo I.   DIVISIONE GEOGRAFICA — ZONA INTERNA E MERIDIONALE —REGIONE MONTANA
        • § 6. — I pastori.
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§ 6. — I pastori.

Siccome le greggi e gli armenti in Sicilia emigrano periodicamente secondo le stagioni dalle terre più alte alle mezzaline, e quindi in quelle più basse, che si dicono indistintamente terre di marina, e siccome i campi della zona più alta vengono coltivati da villani che dimorano per lo più nelle città più basse, non vi è molto di speciale da osservare intorno alla condizione della popolazione rurale della zona montana. La vita dei pastori è qua, come dappertutto, vita dura e di stenti. Il loro vitto si compone quasi esclusivamente di pane più o meno buono, e di un po’ di ricotta salata: di carne mangiano soltanto quella di qualche animale morto per malattia o per disgrazia. Coperti di pelli di montone, vivono la maggior parte dell’anno sotto la vôlta del cielo, esposti giorno e notte a tutte le intemperie. Sono inoltre, com’è facile il credere, privi affatto di qualunque istruzione. I caprai poi, possessori di una cinquantina di capre, e che errano di luogo in luogo mantenendo il gregge in gran parte sul pascolo abusivo, e sull’erba che costeggia le trazzere, cioè i sentieri, che percorrono, costituiscono più specialmente una classe pericolosa, che sta in continui rapporti coi latitanti e coi malandrini che battono la campagna; ne mantiene le relazioni tra un luogo e l’altro; li avvisa dell’approssimarsi della forza pubblica, e contribuisce a tener viva quella piaga speciale dell’agricoltura siciliana, l’abigeato, ossia il furto del bestiame.

Nella zona alta di cui parliamo, manca affatto ogni abitazione. La proprietà è tutta a latifondi, che sono per la massima parte posseduti dai baroni, eredi degli antichi feudatari; e il resto dai Comuni. Le proprietà ecclesiastiche sono andate, qui come altrove, in mano dei grossi proprietari; ma su ciò torneremo nell’ultima parte, quando ci occuperemo del censimento delle terre ecclesiastiche.


 

 




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