§ 35. — La Conca d’Oro.
— La Conca d’Oro. — Chi è che non ha
letto qualche descrizione delle impareggiabili bellezze dell’ampia arena che si
eleva intorno al golfo di Palermo, la vegetazione lussureggiante della quale le
ha meritato il nome di Conca d’Oro? — Certo la mia umile penna non si attenta a
tanta impresa, degna soltanto d’un Goethe. Se quella vista rapisce in estasi il
poeta e l’artista, non meno grata riesce all’agronomo e all’economista, che sentono
narrare con stupore come ogni ettaro di terra vi renda migliaia di lire; come
ingenti capitali si profondano ogni anno sul suolo; come l’opera diligente
dell’uomo tragga l’acqua dalle viscere profonde della terra, per irrigare i
giardini innumerevoli di agrumi.
Attenti
però di non lasciarci invadere da troppo entusiasmo, e di non voler esaminare
troppo da vicino tutte quelle maraviglie, che in qualche piacevole passeggiata
non ci abbia a cogliere per isbaglio, malgrado le numerose stazioni di bersaglieri
e le molte pattuglie, una fucilata di vendetta o di chiacchierìa243,
tirata al padrone dall’ingenuo agricoltore appostato dietro il muro di cinta di
uno di quegli ombreggiati giardini; oppure che qualche pittoresco furfante non
ci obblighi a consegnargli l’orologio e il portafogli. Imperocchè è questo il
regno della mafia, che tiene i principali suoi covi nelle città e nelle
borgate che fanno corona a Palermo, nel distretto dei Colli, a Morreale, a
Misilmeri, a Bagherìa, ecc. Per quanto riguarda l’agricoltura e le classi
agricole, la mafia esercita la sua azione nella imposizione dei
gabellotti e dei guardiani, ai proprietari dei giardini d’agrumi; e nelle
associazioni camorristiche, come la società detta della posa, che
riscuotono dazi sulla molitura, sui trasporti e sui magazzini dei grani.
La coltura principale di questa regione è
indubitatamente quella degli agrumi, aranci o limoni, i quali in questa parte
dell’Isola hanno sofferto molto meno della malattia della gomma, che
nella parte orientale. L’irrigazione si fa con acqua di sorgente o più spesso
con acqua tirata su da grandi profondità per mezzo delle norie o senie,
che sono il bindolo moresco perfezionato, e che vengono mosse da bestie o da
piccole macchine a vapore. Anche la coltura degli orti è importante, e si
pratica molto sotto le piante giovani di agrumi, prima che queste diano frutto.
Il
sistema generale di conduzione agricola è il fitto. Vi è qualche piccolo
proprietario che lavora o sorveglia da sè il suo piccolo agrumeto, prendendo
pure spesso in affitto qualche altro giardino, come pure evvi qualche
proprietario maggiore che conduce il suo giardino per mezzo di un fattore o
agente, aiutato da guardiani salariati; ma la regola in questa regione è di
affittare tutto a un gabellotto, il quale da solo o coll’aiuto di guardiani,
sorveglia i braccianti che prende a giornata per i lavori necessari di
zappatura e d’irrigazione244. I giardini sono qui tutti circondati da
alte mura, a difesa dai ladri, che pullulano da ogni lato. Il gabellotto, o il
guardiano, abita una casetta posta nel giardino: i braccianti dimorano nelle
città.
Si affittano anche i campi per uso di orti, come
pure allo stesso uso, per sei o per otto anni, i giardini d’agrumi mentre gli
alberi sono piccoli. L’agrume dà frutto dopo sei anni, ma molti usano
prolungare l’affitto per otto anni, perchè l’ortolano colla speranza di quei
due ultimi anni di frutto, curi maggiormente nei primi sei la pianticella
giovane. Son proibite per patto espresso alcune colture che possono danneggiare
gli agrumi.
È naturalmente molto numerosa la classe dei
giornalieri, dalla quale la mafia toglie il maggior numero dei suoi
strumenti. Si sono però visti all’occasione gli stessi gabellotti ed anche i
proprietari, tirare da sè e per proprio conto una fucilata a un nemico. I
salari sono relativamente alti, da L. 1.50 a 2 lire, secondo le stagioni; il
massimo nel novembre; e il lavoro non manca. Nell’estate si paga una lira per
la sola mezza giornata: nel giugno molti emigrano nell’interno per lavorare
alle mèssi. Alla raccolta degli aranci e dei limoni, che comincia coll’ottobre,
lavorano gli uomini e le donne. Un uomo vi guadagnerà L. 2, e una donna da L.
0.50 a L. 0.60. L’agricoltore vende il frutto sull’albero, ed è il compratore
che pensa a farlo raccogliere, a incartarlo e a incassarlo per metterlo in
commercio. Una gran quantità va esportata per NewYork.
I
grandi aumenti verificatisi nei prezzi degli agrumi durante l’ultimo decennio,
hanno creato delle rapide fortune nei proprietari e nei gabellotti della Conca
d’Oro: — un ettaro a limoni può rendere più di 2500 lire annue al
proprietario245. La proprietà è molto suddivisa e frastagliata, ma una
gran parte però è posseduta da ricchi proprietari, e sono frequenti le ville e
i palazzi dove vanno, o meglio dove andavano una volta a villeggiare
nell’autunno i signori palermitani.
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