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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE PRIMA                       CONDIZIONI ATTUALI
      • Capitolo V.   CONDIZIONI GENERALI DEI CONTADINI
        • § 54. — Relazioni tra le diverse classi.
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§ 54. — Relazioni tra le diverse classi.

Nelle relazioni tra il contadino e il proprietario, o in genere tra il contadino e il cosiddetto galantuomo, ossia la persona civile, molto è rimasto ancora dei costumi feudali; e non è da sorprendersene ove si pensi che il feudalismo in Sicilia fioriva ancora in tutta la sua pienezza al principio di questo secolo, e che la sua abolizione legale nel 1812, completata colle due leggi del 2 e 3 agosto 1818, non fu provocata, accompagnata, seguìta da alcuna rivoluzione, da alcun movimento generale che mutasse d’un tratto le condizioni di fatto della società siciliana. Quella che era stata fino allora potenza legale, rimase come potenza o prepotenza di fatto e il contadino, dichiarato cittadino dalla legge, rimase servo ed oppresso. Il latifondista restò sempre barone, e non soltanto di nome: e nel sentimento generale la posizione del proprietario di fronte al contadino, restò quella di feudatario di fronte a vassallo. Vi è poi la classe della borghesia, non molto numerosa, e , come dappertutto, avida di guadagno, e imitatrice della classe aristocratica soltanto nelle sue stolte vanità e nella sua smania di prepotenza.

La proprietà vi è ancora considerata come una vera e propria dignità. Il proprietario siciliano sdegna di vendere la sua terra, anche quando ridotto all’estremo dai debiti o dalla sventura. L’alienazione di una parte delle sue proprietà gli appare come una vera capitis diminutio, come cosa indecorosa per lui e per la sua famiglia. Ma pur troppo l’idea di dignità, che si annette al fatto della proprietà fondiaria, non ha condotto all’idea di ufficio e di dovere.

Manca generalmente del tutto il sentimento della solidarietà tra le varie classi; o per dir meglio, esso non si dimostra che nella sola diffidenza di fronte al non siciliano. Per ogni altro riguardo il galantuomo non considera il borgese o il giornataro che come uno strumento di guadagno, o come un terreno da sfruttare, mentre essi non vedono alla loro volta nel benestante che un oppressore, o qualcuno che vigila su ogni loro necessità per sempre più sottoporli a , e smungere loro i miseri guadagni.

Citeremo un caso che ci pare abbastanza tipico: A Modica, come abbiamo visto al




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