§ 80. — Impiegati dei
feudi.
Sebbene alquanto meno dura e sovrattutto meno esposta
alle incertezze e alle variazioni del mercato del lavoro, sia la vita degli
impiegati delle grandi fattorie, non per questo è da considerarsi come molto
prospera, per quanto riguarda specialmente i lavoranti di grado inferiore, i
garzoni, i famuli e i bifolchi. Questi ultimi poi non hanno
comunemente impiego che per 7 o 8 mesi nell’anno. Le abitazioni di questi
impiegati inferiori, nei caseggiati dei feudi, sono indecentemente cattive:
essi vivono inoltre la maggior parte dell’anno separati dalle loro famiglie; e
i loro guadagni non si possono considerare come molto lauti. Non parliamo delle
posizioni di fiducia, in cui le condizioni sono naturalmente subito molto
superiori. Disgraziatamente i titoli per acquistare alcune di queste posizioni,
e specialmente quella del campiere, che è il vero padrone del contadino,
sono spesso, in gran parte della Sicilia, piuttosto la prepotenza, la violenza
e la poca simpatia per le prescrizioni del Codice, anzichè la morigeratezza,
l’onestà, l’intelligenza e la disciplina.
Anche per i salariati fissi dei feudi è
indispensabile che una gran parte dello stipendio venga loro pagato in generi
di consumo, giacchè vivendo essi in mezzo alla campagna, e lontani assai da
ogni mercato, sarebbe loro impossibile acquistare da sè tutto quanto loro
abbisogna; e sarebbero inoltre troppe le questioni e troppo facili i soprusi da
una parte, o gl’inganni dall’altra, se l’impiegato dovesse volta per volta
comprare dal padrone quanto gli è necessario per vivere.
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