§ 88. — Finanza.
Lo stato della finanza pubblica ha pure una
potente influenza sulla condizione delle classi lavoratrici, e in Italia su
quella specialmente della classe agricola, poichè l’agricoltura è l’industria
nostra meglio impiantata, più sicura e più prospera. È quindi anche con una
buona amministrazione finanziaria che lo Stato può giovare, e sovrattutto può
evitare di nuocere, come fa, ad un progressivo miglioramento della situazione
economica dei contadini.
A parte la questione della gravità delle imposte,
che inceppa così evidentemente il libero sviluppo dell’industria nazionale, e
che è conseguenza di una improvvida gestione del danaro pubblico, ogni
imprestito fatto dallo Stato, dalle Provincie, o dai Comuni, e con ogni
garanzia d’interessi che faccia lo Stato direttamente o indirettamente in
favore di alcune imprese particolari, sono altrettanti interventi illegittimi
in favore del capitale nella lotta tra esso e il lavoro. Lo Stato interviene
col ritirare altrettanto capitale dalla concorrenza dei capitali nel mercato; e
mantenendo artificialmente alto il saggio dell’interesse, nuoce alla società e
dal punto di vista della produzione e da quello della distribuzione; da una
parte rovina ogni industria e danneggia così indirettamente il lavoro col
togliergli impiego, e dall’altra rende impossibile ogni efficace azione dei
lavoranti per ridurre coll’accordo il saggio dei profitti del capitale, ad
aumento della retribuzione del lavoro. Finchè si continuerà a ritirare forti
somme dalla concorrenza sul mercato col garantir loro interessi elevati, quale
sarà il capitale che vorrà darsi alle industrie, le quali sempre importano un
grave rischio, mentre potrà fruttare comodamente e sicuramente col semplice
impiego in valori pubblici o garantiti, in cui non pagherà imposte di sorta?
E il sole che riscalda il nostro suolo è, come fu detto, il carbon fossile
d’Italia; e la maggior parte dei capitali tolti all’industria sono tolti
all’industria agricola.
Del resto l’influenza della buona finanza sulle
condizioni della classe rurale è per tante ragioni così evidente, che non ci fermiamo
a maggiormente spiegare questo punto, e passiamo a discorrere di tutti quei
modi in cui a quelle condizioni si potrebbe giovare con riforme nella nostra
legislazione. L’argomento è così vasto, che non possiamo che accennare di volo
alle questioni principali, ai dubbi, alle riforme che si propongono e a quelle
che reputiamo inefficaci o inaccettabili. E procedendo con ordine diremo prima
delle leggi d’imposta, quindi di quelle sui contratti, e in terzo luogo delle
Opere pie.
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