§ 103. — Strade.
Abbiamo accennato ai diversi modi di cui lo Stato
può con opportune riforme nell’amministrazione, nella finanza e nella
legislazione, ed una più vigile azione in ogni ramo di tutela governativa,
contribuire al miglioramento delle condizioni della classe rurale in Sicilia,
per non dire in tutta Italia; e ciò senza escire dal campo legittimo della sua
attività, e senza invadere quello più esteso riserbato all’iniziativa
individuale, alla quale non si toglierebbe alcuno stimolo, e la cui forza di
azione non s’indebolirebbe in nessun modo. Ma vi sono, oltre quelli già detti,
molti altri mezzi con cui il nostro Stato può contribuire in modo e diretto e
indiretto a togliere i mali sociali che affliggono gran parte del bel paese; e
se li accenniamo in ultimo non è perchè li crediamo meno importanti o meno
efficaci, ma perchè si tratta di quei provvedimenti di cui tutti riconoscono
l’urgente necessità, e che da tutti sono già stati reclamati ad alta voce.
Diciamo delle strade, e dell’istruzione; e a queste si potrebbero aggiungere i
provvedimenti riguardanti l’emigrazione; quelli che colla creazione di colonie
lontane tendono a rendere l’emigrazione più proficua alla intiera nazione, e ad
aumentare i mercati per lo smercio dei prodotti nazionali; e tutti infine gli
atti di politica commerciale.
La necessità del miglioramento delle condizioni
deplorevolissime di viabilità della Sicilia è così patente e così
universalmente riconosciuta, che non importa che qui ci tratteniamo a
discorrerne: già molto si è fatto in questa via, ma molto più resta ancora da
fare. Se da un lato, come già dicemmo, le facilitate comunicazioni da luogo a
luogo possono avere la tendenza di alzare i prezzi di alcuni generi, che ora si
consumano sui luoghi per le difficoltà e le spese del trasporto, dall’altro
però esse liberano il coltivatore dalle pressioni delle camorre locali nella
vendita dei suoi prodotti, aprono più vasto il mercato al suo lavoro, tolgono
l’incubo delle carestie locali, facilitano l’emigrazione sì temporanea che permanente,
agevolano il frazionamento delle grandi aziende agrarie, avviando così alla
coltura piccola e media, e promuovono potentemente l’incremento
dell’agricoltura, e l’impiego dei capitali nel suolo, ossia quelle condizioni
di fatto che, se non bastano da sè sole ad assicurare il benessere del
contadino, sono però un termine necessario perchè quel benessere si possa con
qualunque altro mezzo raggiungere e mantenere.
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