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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE TERZA                       RIMEDI E PROPOSTE
      • Capitolo I.   L’AZIONE DELLO STATO
        • § 106. — Autorità provinciali e comunali.
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§ 106. — Autorità provinciali e comunali.

Tracciata così di volo la lunga serie di provvedimenti e di riforme con cui lo Stato può contribuire al miglioramento delle condizioni della classe agricola, dovremmo ora parlare della missione analoga delle autorità provinciali e comunali; ma per non tediare il lettore con inutili ripetizioni, diremo soltanto che una parte di quelle misure di cui abbiamo parlato fin qui come di spettanza governativa, potrebbero esser rese superflue da un intervento energico ed imparziale delle autorità provinciali e comunali a pro delle classi bisognose. Questo renderebbe se non altro superflua ogni maggiore e più vigile tutela dello Stato sui corpi locali, giacchè la necessità di siffatta tutela dipende intieramente da una questione di fatto — dal verificarsi cioè o no certi disordini e certe oppressioni, e dall’avere o no le autorità locali il potere o la volontà di mettervi riparo.

Le nostre leggi attuali dànno pure ai Consigli provinciali una missione di tutela e di alta sorveglianza sui Comuni, la quale potrebbe bastare ad evitare molte magagne, quando le autorità provinciali fossero veramente animate da uno spirito più elevato ed imparziale di quel che non siano ora. Ad esse inoltre competono ora la sorveglianza sulle Opere pie, le disposizioni intorno alle risaie, ecc. Dai Comuni poi dipendono i regolamenti per la macerazione del lino, causa di tanta malaria in Sicilia, l’istruzione elementare, l’ordinamento delle tasse comunali, le strade, e in gran parte le quotizzazioni dei beni comunali, ecc. Noi quindi non potremmo qui che sfogarci in vane esortazioni a tutte queste autorità, onde facciano ciò che non fanno, e non facciano molte cose che fanno.

Qualunque mutamentoradicale nello spirito che informa le amministrazioni locali, non potrebbe essere che il risultato di un mutamento generale degli animi, di un risveglio della classe agiata alla coscienza dei suoi doveri, oppure di un’azione più efficace, perchè più minacciosa, delle classi inferiori, diretta ad ottenere il rispetto dei loro diritti. È dunque a tutte queste classi che ci dirigeremo direttamente, e soprattutto a quella civile; e ciò non colla speranza di ottenere un grande ascolto, ma per indicare possibilmente la via a coloro, fossero anche pochissimi, i quali resistendo alla corrente, e non abbandonandosi allo scoraggiamento, credono al progresso umano, e virilmente vi agognano, e la patria e l’umanità mettono innanzi agli interessi individuali o di classe.


 

 




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