§ 109. — Modificazioni nei
contratti agricoli.
Eccoci ora al grande problema: — quali sono le
modificazioni nei contratti agricoli e nei sistemi di conduzione agraria, che i
proprietari potrebbero utilmente introdurre in Sicilia? — La questione è stata
già esaminata implicitamente in tutta la seconda parte di questo lavoro, nella
quale abbiamo cercato di dimostrare i difetti principali delle forme di
contratto ora esistenti nell’Isola, difetti che in alcuni luoghi sono rimediabili
con piccole innovazioni di patti, ma che in altri richiederebbero una
trasformazione completa della presente economia rurale. Per non cadere dunque
in inutili ripetizioni, noi non ci occuperemo che della prima delle due grandi
zone di cui abbiamo già descritte le condizioni presenti, come quella dove i
mali sono più acuti e generali, ed un rimedio radicale più urgentemente
richiesto. Negli altri luoghi sarà facile a chiunque, sulla scorta delle
critiche contenute nella Parte seconda, e delle osservazioni che dovremo ancora
fare, di giudicare dei mezzi che possano volta per volta ritenersi utili pel
miglioramento delle condizioni della classe agricola. Quando si fossero curate
le piaghe che travagliano la società siciliana nell’interno dell’Isola, non vi
sarebbe più ragione a dubitare di un completo risanamento del corpo sociale in
tutte le sue parti; e l’immaginazione non arriva a figurarsi quali potrebbero
essere in tal caso i limiti della prosperità avvenire del giardino d’Italia.
Soppressione degl’intermediari.
Un primo mezzo per migliorare le condizioni
agrarie di almeno tre quarti dell’Isola, sarebbe quello di sopprimere tutti
gl’inutili intermediari tra il proprietario del suolo e il coltivatore. Non
diciamo soltanto della caterva di affittuari e subaffittuari che non son altro
che speculatori, e nulla si curano dell’industria agricola; ma anche di tutti
quegli affittuari o gabellotti che ora conducono i feudi per coltivarli a
terzerìa, ossia concedendo via via ai contadini, coi contratti di terratico
o di metaterìa, tutta la parte del latifondo destinato alla immediata coltura
dei cereali. La conduzione diretta del fondo per parte dei proprietari, sarebbe
un immenso passo verso una trasformazione delle condizioni agrarie dell’Isola:
e se la maggioranza dei grandi proprietari siciliani continuerà a non volersi
occupare affatto dei propri fondi, non rimane da sperare che nella progressiva
sostituzione della classe attiva ed energica dei gabellotti attuali, a quella
infingarda, boriosa, egualmente ignorante e più corrotta, degli attuali
proprietari. Ma non ci tratteniamo su questo punto, perchè già ce ne siamo
occupati nella Parte seconda ai
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