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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE TERZA                       RIMEDI E PROPOSTE
      • Capitolo III.   MEZZI D’AZIONE DEI CONTADINI
        • §121. — I mezzi d’azione dei contadini.
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Capitolo III.

 

MEZZI D’AZIONE DEI CONTADINI

 

 

 

§121. — I mezzi d’azione dei contadini.

Ogni azione dei contadini intesa a migliorare la loro sorte deve seguire una di queste direzioni — o deve tendere all’aumento dei loro guadagni, oppure al migliore impiego dei guadagni stessi. Tra i mezzi che tendono al primo intento, e che sono alla disposizione dei contadini, i soli legittimi e che possono essere durevolmente efficaci sono l’associazione e l’emigrazione. Al secondo fine servono l’istruzione, e anche l’associazione, ma con natura e forme diverse da quando essa abbia per iscopo precipuo l’aumento della parte del lavoro di fronte a quella del capitale. Anche ai due mezzi enumerati nella prima categoria si potrebbe aggiungere quello dell’istruzione, quando la forma consuetudinaria del contratto agricolo, oppure l’azione stessa di uno di quei primi due mezzi accennati, potessero garantire al contadino il continuato godimento di quell’aumento di produzione che risulterebbe indubbiamente dalla sua maggiore istruzione; nello stato attuale però delle relazioni tra il lavoro e il capitale non vi è ancora ragione, ammenochè si tratti di contadini proprietari, di sperare che alcuna parte di un tale aumento possa toccare al lavoro agricolo. Si dovrà per ciò prima attendere che le condizioni attuali siano state modificate per l’azione di qualcuna delle altre forze da noi enumerate.

L’istruzione insomma può servire ora ai contadini siciliani, considerati nel loro insieme, piuttosto come uno strumento che renda loro più facile di prevalersi dell’associazione o dell’emigrazione, anzichè come un mezzo diretto per aumentare i propri guadagni. Ma anche ridotta a questo più umile ufficio di sola preparazione, l’importanza dell’istruzione resta grandissima, poichè senza di essa ogni azione pensata e conscia di , della classe dei contadini, è resa del tutto impossibile; onde questa si vede privata affatto dell’arme potente dell’associazione, e vede spuntarsi nelle mani oppure rivolgersi contro di lei l’altra dell’emigrazione.

Saremo brevissimi. L’argomento è ingrato, perchè sappiamo di parlare al vento. I contadini non sono in grado di apprezzare consigli; questi anzi non possono ora nemmeno giungere ai loro orecchi. Potremmo, è vero, appunto perciò parlare più chiaro, senza timore di destare nessuno spirito di ribellione in quegli animi abbrutiti e ancora in gran parte inconsci della propria abiezione; ma a che sfiatarsi quando nessuno vi ascolta! Non vorremmo nemmeno d’altra parte creare dei fantasmi che impauriscono quella gente timida e nervosa, che allarmata ai primi segni di bollore, vorrebbe sempre stringere a forza il coperchio sulla caldaia, credendosi più sicura quando la tiene chiusa ermeticamente. Procederemo per ordine, cominciando dalle associazioni dei contadini che siano dirette ad aumentare la parte del lavoro di fronte a quella del capitale, nella repartizione dei prodotti dell’industria agricola.

 

 




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