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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE TERZA                       RIMEDI E PROPOSTE
      • Capitolo III.   MEZZI D’AZIONE DEI CONTADINI
        • § 122. — Associazioni cooperative di produzione.
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§ 122. — Associazioni cooperative di produzione.

Tali associazioni possono essere di due specie: le associazioni cooperative di produzione; le associazioni dirette a restringere artificialmente la mutua concorrenza dei contadini, col sostituirvi l’accordo.

Di vere associazioni cooperative di produzione composte di contadini e applicate alla condotta di una vasta azienda rurale, non potremmo citare che un solo esempio fortunato, che fu iniziato in Inghilterra fin dal 1830 sopra una sua tenuta da un grande proprietario, il signor Gurdon di Assington Hall nel Suffolk305. I risultati ottenuti in quel primo esperimento furono splendidi, e tali da indurre il signor Gurdon nel 1854 a estenderne l’applicazione ad una seconda tenuta. Sono nell’insieme 57 famiglie di lavoranti agricoli che da uno stato di miseria hanno potuto elevarsi colla cooperazione ad una condizione di relativa agiatezza, e sono arrivate a possedere in comune un capitale d’industria di circa 60,000 lire. Eccellenti sono pure stati gli effetti sulla condizione morale ed intellettuale di quella gente306.

Non ci fermiamo però su questo unico esempio di vera associazione agricola cooperativa di produzione, perchè riteniamo che una tale forma di associazione sia per ora inapplicabile in Sicilia, fuorchè forse in proporzioni minutissime. Per la riuscita di siffatte associazioni ci vorrebbe nella classe dei contadini tale una misura di accortezza, d’istruzione, di prudenza e di abnegazione, quale non è dato sperarla in un avvenire che non sia lontanissimo: oppure i proprietari dovrebbero con sagrifici di denaro e di tempo anticipare ai contadini i capitali necessari per una vasta azienda agricola, e di più logorarsi un buon po’ a regolare l’andamento dell’azienda, e la repartizione dei profitti tra i soci. Tutto ciò è teoricamente possibile che avvenga, ma temiamo che in pratica non sia per molto tempo il caso di discorrerne. Dobbiamo avvertire però che un’associazione di natura simile fu tentata qualche anno fa a Valledolmo; essa si prefiggeva, a quel che ci fu riferito sui luoghi, di prendere in affitto un feudo per poi coltivarlo con forme quasi cooperative; ma malgrado un forte mutuo fornitole dal presidente, il signor M..., possidente di quei dintorni, sembra che la società non arrivasse a poter fornire il feudo affittato dei capitali necessari, oltre la garanzia da darsi al proprietario, onde si dovè subaffittare il tutto a un gabellotto, e la società si sciolse, con perdita di parecchie spese incontrate.

Havvi però un’altra forma di associazione, che ha stretta attinenza con quella anzidetta, e della quale esiste già qualche esempio in Sicilia307. Parliamo delle associazioni composte di un numero di contadini che riuniscono i loro mezzi e il loro credito per poter prendere in affitto diretto dal proprietario un latifondo, onde poi dividerlo tra i soci in tanti poderi distinti e divisi in proporzione dei mezzi di ognuno. Qui non si tratta tanto di vera associazione di produzione che conduca cooperativamente una vasta azienda rurale, quanto della sostituzione della responsabilità collettiva e solidale di un numero di famiglie coloniche, a quella del gabellotto capitalista, e ciò all’intento di far godere i contadini di tutti i guadagni che ora vanno a quell’intermediario tra essi e il proprietario.

A Sanfratello già da molti anni un’associazione di circa trenta borgesi e pastori tiene in affitto alcune terre di proprietà del duca di Terranuova. Una o due persone compariscono di fronte al proprietario, ma esse sono legate per contratto con gli altri soci. Si determina in comune la divisione generale delle colture, e quindi si divide la terra da coltivarsi in tanti appezzamenti quanti i membri della società. Questi lavorano pure la terra da , facendosi aiutare da salariati308.

Anche a Mistretta si è costituita da un anno, sopra un modello simile a quello dell’associazione di Sanfratello, una Società di massari che ha preso un feudo in affitto. Promotori della società sono stati due ricchi proprietari mistrettesi. È questa del Mistrettese difatti la regione dove più vivo è lo spirito di associazione nelle popolazioni rurali, e prova ne sono tutte le varie associazioni pastorali di cui abbiamo fatto cenno nella prima parte di questo lavoro, le quali pure sono altrettante vere e proprie associazioni cooperative (




305 Vedi pei particolari nel Thornton, op. cit., pag. 544 e seg., e Von der Goltz, op. cit., pag. 301.



306 Un altro esempio di cooperazione agricola di produzione troviamo nel Viganò: La fratellanza umana, Milano, 1873, a pag. 172 e seg., ed è quello avvenuto a Ralahine nella contea di Clare in Irlanda per iniziativa del proprietario Vandeleur, e del suo agente Craig. Però sembra che l’esperimento cominciato nel 1830, non continuasse al di del 1833. — Nell’altro esempio citato dal Viganò, come promosso dal Von Thünen nelle sue terre di Tellow nel Meclenburgo, non si tratta di associazione cooperativa di produzione, ma di semplice partecipazione dei lavoranti al prodotto dell’azienda condotta per conto del proprietario. Vedi su ciò Von der Goltz, op. cit., pag. 257 e seg., dove si trova pure la narrazione di un altro esempio importante di partecipazione introdotta nei suoi beni dal signor Neumann, grande proprietario di Posegnick.



307 Anche in Lombardia, e specialmente in una tenuta del marchese Parravicino a Greco, presso Milano, e in altra del marchese Soncino in Castello di Lecco, abbiamo riscontrato esempi di associazioni di coloni sul genere di quelle descritte nel testo. La forma non era precisamente la stessa, vista la diversità delle colture locali, ma vi era l’elemento comune della responsabilità solidale, di fronte al proprietario, di un numero di contadini affittuari, la quale si era sostituita a quella dell’affittuario capitalista. Nel numero del Politecnico di Milano dell’agosto 1871 troviamo pure una Memoria dell’ingegnere Giorgio Manzi, in cui conto di un esperimento simile, iniziato nel 1864 dalla Congregazione di Carità di Milano, sopra un podere di 57 ettari posto in Lazzate, il quale fu affittato direttamente a una società di contadini. L’esperimento fu coronato da un pieno successo. Il Manzi cita pure altri quattro esempi di affitti simili, avvenuti in Brignano, in Rovellasca, in Cirimido, e in Lazzate.



308 Non potremmo garantire l’assoluta esattezza di questi dati, non avendo potuto recarci sul luogo per verificarli, ma ci sono stati forniti da persona molto bene informata, abitante a Mistretta, e alle cui informazioni abbiamo ogni ragione di prestare fede completa.






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