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Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
La Sicilia nel 1876

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO   I CONTADINI
    • PARTE TERZA                       RIMEDI E PROPOSTE
      • Capitolo supplementare.   IL LAVORO DEI FANCIULLI NELLE ZOLFARE SICILIANE
        • § 132. — Argomento.
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Capitolo supplementare.

 

IL LAVORO DEI FANCIULLI NELLE ZOLFARE SICILIANE

 

 

 

§ 132. — Argomento.

Non tratteremo nelle seguenti pagine delle zolfare siciliane dal punto di vista puramente economico o industriale, ma da quello umanitario, dicendo più specialmente del lavoro dei fanciulli che vi sono impiegati. Il nostro intento è soltanto di recare una testimonianza di più a schiarimento dei termini di fatto di una questione già stata dibattuta nei giornali, e che il maledetto spirito di partito, che tutto infesta in Italia, ha fatto il possibile per intorbidare. Siamo giunti a questo; di vedere un partito che si dice progressista e democratico, adoperarsi a tutt’uomo a soffocare una questione umanitaria, e ciò per la buona ragione che prime ad inalzar la voce a difesa degli oppressi furono persone appartenenti al partito politico opposto. Esporremo soltanto e senza commenti i fatti che abbiamo veduto coi nostri occhi in parecchie miniere grandi e piccole situate in luoghi diversi delle due provincie di Girgenti e di Caltanissetta, fatti che possiamo attestare a quei partigiani esagerati della scuola economica che prende nome da Adamo Smith, i quali per amore dei principii assoluti ed a priori, negano che avvenga o che sia nemmeno possibile che avvenga, quello che avviene ogni giorno in centinaia di miniere al cospetto di tutti, e che in Sicilia non è ignorato da nessuno.

 

Le zolfare in Sicilia.

Le miniere di zolfo in Sicilia variano moltissimo le une dalle altre per il numero, la lunghezza e la profondità delle gallerie di estrazione, a seconda delle grandi varietà di giacimento degli strati del minerale, e anche dello sminuzzamento della proprietà del suolo alla superficie. I metodi però di estrazione dello zolfo sono simili in quasi tutte le miniere, ed eguale è pure la condizione dei minatori, tanto uomini che ragazzi, così nelle zolfare grandi come nelle piccole. Solo in alcune poche e grandissime, si sono scavati pozzi verticali di estrazione per tirar fuori il minerale con macchine di vario genere; e talvolta pure vi si vede qualche rara galleria a leggiero declivio, per cui si estrae il minerale sopra carrette che corrono su rotaie, e che sono o spinte a braccia, o mosse per trazione funicolare da argani situati alla bocca della miniera.

 

Impiego dei fanciulli.

Però anche nelle zolfare dove l’estrazione del minerale fino alla bocca della miniera si faccia in tutto o in parte con mezzi meccanici, il lavoro dei fanciulli si adopera per il trasporto dello zolfo dalle gallerie di escavazione fino al punto dove corrisponde il pozzo verticale o la galleria orizzontale; come pure sopra terra per il trasporto del minerale dal luogo ove resta ammucchiato in casse, fino al calcarone, ossia la fornace dove vien fuso. In moltissime gallerie però di queste stesse grandi miniere, e in genere in tutte le altre zolfare della Sicilia, il lavoro di fanciulli consiste nel trasporto sulla schiena, del minerale in sacchi o ceste, dalla galleria dove viene scavato dal picconiere, fino al luogo dove all’aria aperta si fa la basterella delle casse dei diversi picconieri, prima di riempire il calcarone327.

 

Contratti coi picconieri.

Il lavoro dei picconieri, cioè dei minatori che col piccone rompono la roccia che contiene lo zolfo, viene pagato a fattura, ossia a tanto per cassa, il picconiere dovendo consegnare il minerale sopra terra nella prossimità dei calcaroni, e ammucchiato sul luogo che gli vien designato dai capimastri della zolfara. Nelle zolfare maggiori l’amministrazione tratta però generalmente non coi singoli picconieri, ma con dei capipartito o partitanti; i quali alla loro volta stipulano patti diversi coi singoli picconieri. A questi partitanti si concede pure talvolta oltre il prezzo convenuto per le casse di minerale, una compartecipazione nello zolfo che si ritrarrà da quelle casse, finita la fusione nel calcarone. Ciò si fa per poter diminuire le spese di sorveglianza ed evitare le frodi, sia nella qualità del minerale di cui si formano le casse, sia nel modo di ammucchiarlo per aumentarne apparentemente la quantità. Il partitante ai singoli picconieri lo stesso acconto che riceve lui sulle casse di minerale, riservando per il guadagno della compartecipazione nello zolfo fuso; o più spesso loro qualcosa di meno anche sul prezzo delle casse; oppure li paga a giornata, ma calcolando questa a tanti viaggi di ragazzo. Con quest’ultimo mezzo egli può meglio sindacare la quantità e la qualità del minerale che produce ogni picconiere, poichè volta per volta esamina la cesta del ragazzo, e lo rimanda indietro quando il contenuto non sia di sua soddisfazione: è poi naturalmente il ragazzo quello che ne busca.

 

 




327 Calcarone si chiama la fornace in forma di conca che serve per fondere lo zolfo e così separarlo dalla pietra, e dalle altre sostanze con cui si trova unito. S’ammucchia il minerale nel calcarone, quindi si ricuopre questo ermeticamente; e vi si il fuoco. È lo zolfo stesso che brucia e fa da combustibile, onde lo spreco del prezioso minerale è tuttora enorme. Quando lo zolfo è fuso, si apre un foro nella parte inferiore del calcarone e si fa colare il minerale in apposite forme, dove si lascia freddare. Casse si dicono i mucchi (in media di circa 2 metri di lato per 1 di altezza) di minerale grezzo, che vengono formati sopra terra col minerale scavato da ogni picconiere, e che formano l’unità di misura sulla quale viene stipulato il prezzo che l’amministrazione della zolfara paga ad ogni picconiere. La basterella è formata dalla riunione di più casse.






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