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S. Alfonso Maria de Liguori
Opera omnia italiane
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L'edizione critica delle Opere ascetiche di S. Alfonso

L'edizione critica delle opere di S. Alfonso è stata e per ora rimane ancora un sogno da concretizzare: sogno del Santo, che in vita ha desiderato fortemente una edizione critica almeno delle opere ascetiche, e un sogno dei devoti del Santo, che in tutto il mondo non sono davvero pochi.

In questo secolo sono stati fatti generosi tentativi per l'edizione critica delle Opere Ascetiche. Il cammino, iniziato con buona volontà, si è arenato, nonostante che all'immane lavoro si siano alternati diversi studiosi del Santo. Perché? Il pericolo paventato mentre si pubblicava la prima serie dell'edizione critica, che dovesse essere sospesa per mancanza di fondi, tuttora non convince. Anche se c'era una preoccupazione di tal genere, la difficoltà economica non fu la principale. Dopo alcuni anni l'edizione critica delle Opere Ascetiche ha ripreso per la tenacia e la capacità dei padri Oreste Gregorio e Giuseppe Cacciatore; ma la morte non ha permesso loro il completamento dell'opera. In seguito, probabilmente la carenza di studiosi appassionati (di lingua italiana) o la mancanza di capacità scientifica nel settore ha determinato un deplorevole stallo, dal quale ancora oggi le opere di S. Alfonso non riescono a uscire.


1. Primi passi della edizione critica
"L'anno scorso (1927) quattro reverendi padri furono convocati nella nostra curia romana dal M. R. P. Generale, perché, sotto la guida del P. Antonio Di Coste, consultore generale, si impegnassero a portare a termine il desiderio dell'ultimo capitolo generale: "Il postulato sulle opere di S. Alfonso è piaciuto al Capitolo, cioè che si rinnovasse l'edizione critica di tutte le opere originali secondo i tempi.

Il reverendo P. Luigi Walter, olandese ma passato alla provincia inglese, da tempo si è assunto l'incarico di rivedere le opere (Pratica di amar Gesù Cristo, Il gran mezzo della preghiera, Selva); il P. Giacomo Litz della Germania Inferiore si è assunto l'incarico di rivedereLe glorie di Maria; il P. Felice Delerue, della Provincia di Lione, La vera sposa; il P. Salvatore Gianni, della Provincia Romana, i Sermoni per tutte le domeniche dell'anno. Terminate queste opere ne seguiranno altre. Auguriamo a questi confratelli le più abbondanti grazie celesti per l'ardua fatica perché il bicentenario 1932 veda pubblicata almeno tutte le opere ascetiche del Santo fondatore secondo l'esigenza di una sana critica".
da Analecta
(bollettino di informazioni redentoriste) VII (1928), 41-42


2. Piano previsto dell'opera
(Da un rapporto del 1935 su Analecta XIV, 274-77)
Della edizione critica delle Opere di S. Alfonso si parlò per la prima volta nel capitolo generale del 1921 e nell'autunno del 1927 si pose mano alla grande opera. Alla fine del 1933 uscì il primo vol. (Pratica di amar Gesù Cristo e vari opuscoli sull'amore di Dio) con il plauso e il consenso dell'allora Sommo Pontefice.
Due anni dopo uscirono altri tre volumi: il Vol. V (Passione di Nostro Signore Gesù Cristo) e i Voll. XIV e XV (La vera sposa di Gesù Cristo)
Nel 1935 il vol. VI (Le glorie di Maria, parte prima) era in stampa e coll'aiuto di Dio seguirono negli anni successivi altri volumi restanti. Ma non tutti.

Il prospetto dell'intera opera era:

I - Trattati generali
I - Pratica di amar Gesù Cristo - Opuscoli sull'amore di Dio
II - Via della Salute - Gran mezzo della preghiera - Due trattati brevi
III - Apparecchio alla morte - Massime eterne - Esercizi Spirituali

II - Trattati speciali
a - Gesù Cristo
IV - Incarnazione, Eucaristia, Sacrificio di Gesù, Sacro Cuore
V - Passione del Signore

b- Madonna
VI-VII - Le Glorie di Maria

c - Santi
VIII - Le vittorie dei Martiri

d - per i Sacerdoti
IX-X - Selva - Istruzioni per i predicatori - Metodo delle missioni
XI - Discorsi sacri e morali
XII - Salmi e Cantici
XIII - La Messa e l'officio strapazzato - Apparecchio alla Messa - Ceremonie della Messa - Riflessioni utili a' Vescovi - Regolamento per i Seminari

e - per i Religiosi
XIV-XV - La Monaca Santa
XVI - Opuscoli sullo stato religioso - S. Teresa - Alcune vite di Servi di Dio
XVII - Miscellanea
XVIII - Dissertazioni di opere precedenti - Cronologia delle Opere - Indici


3. Caratteristiche dell'edizione critica - prima serie, 1933-1935
Di questa edizione critica la caratteristica è doppia:
· il testo primitivo è restituito con debita cura,
· vengono esaminate le testimoniane e gli esempi che S: Alfonso riporta dalle fonti.

I - Ricostruzione del testo e delle note
C'era bisogno di una revisione del testo, perché il testo di S. Alfonso troppe volte si trova stampato male o in qualche modo cambiato ed interessa molto avere un testo come è stato voluto l'ultima volta dallo stesso S. Alfonso. S. Alfonso era solito fare a sue spese, a Napoli, la prima stampa di pochi esemplari; sui fogli stampati correggeva successivamente molte cose, come scrive al Remondini nel maggio 1759.
Quando il testo così corretto vedeva la luce con il dovuto permesso di entrambe le autorità, ogni tipografo si accaparrava il diritto di pubblicarlo a proprie spese: S. Alfonso a volte si lamentava della scorrettezza di queste edizioni.
Se ciò avveniva ancora vivente S. Alfonso, dopo la sua morte vari tipografi, anche il Marietti nella famosa edizione stereotipa, trattarono molto liberamente il testo originale, come appare evidente dalla comparazione delle edizioni.
C'è molto da lamentarsi che l'edizione remondiniana di tutte le opere ascetiche, vivamente desiderata da S. Alfonso e già pronta, non sia mai uscita. Di essa nell'epistolario alfonsiano si parla una seconda volta a partire dal 4 giugno 1761.
Nel 1762 S. Alfonso inviò a Venezia le opere e gli opuscoli destinati ai volumi primo e secondo di questa edizione e nel 1763 quelli che avrebbero formato il terzo volume.
Magari ci fossero arrivati almeno tutte queste opere, ma fino ad oggi non conosciamo se non quattro opere riviste del primo volume (Apparecchio alla morte, Novena del S. Natale, Le glorie di Maria, L'amore delle anime) e due opere del secondo volume (Discorsi da farsi in tempi di flagelli, Messa ed ufficio strapazzato).
Il segretario della tipografia del Remondini, B. Gamba, le diede in dono al museo civico di Bassano, vicino Venezia, da dove ci furono prestate per l'edizione critica. Le Glorie di Maria, in questa edizione di tutte le opere, avrebbero ricevuto all'inizio, al posto del precedente Avvertimento al lettore, un nuova protesta dell'Autore che tuttavia fino ad oggi non è stata ancora stampata.
Anche uno dei due fogli sui quali l'autore esprime minuziosamente la sua volontà sulla stampa del testo, sono stai conservati: "Quando si trova scritto: per i, è errore, onde si metta sempre: per li". - "Si avverta dove dice deve, si metta sempre: dee, perché deve non è una buona parola. - E dove trovate inoltre, dividete e fate in oltre".
Le note: quelle che sono di S. Alfonso (che del resto sono semplici citazioni) si trovano inserite nel testo, come venne fatto da lui medesimo nelle edizioni originali; tutte le altre (dei commentatori) sono poste a pie' pagina.
Quando allora si trova una edizione corretta di S. Alfonso essa viene usata scrupolosamente nella nuova edizione; quando manca, il testo genuino si ricava diligentemente dalla più antiche e migliori edizioni realizzate da due Padri redentoristi italiani. Gli editori dunque desiderano proporre fedelmente il testo primitivo e non pensano di apportarvi alcuna correzione.

II - Esame delle testimonianze e degli esempi
Se la restituzione del testo ha richiesto un grosso lavoro, il controllo critico delle note allegate è risultato molto più difficile. Lo dimostrano chiaramente gli editori nelle note poste in fondo alla pagina e negli excursus abbastanza lunghi aggiunti nell'appendice di ogni volume.
"Così è nata una straordinaria ricchezza di note, come una sinfonia dopo un canto e ciò che vale per le testimonianze degli autori vale anche per le dottrine e le persone; e non mancano nell'apparato critico notizie assai utili, capaci di rendere la lettura doppiamente proficua come studio ed esercizio spirituale".
Oreste Gregorio ha tracciato un profilo di questa edizione critica: L'edizione critica delle Opere ascetiche di S, Alfonso M. de' Liguori, in La Scuola Cattolica, Aprile 1936, pp. 1-13)

4. Caratteristiche dell'edizione critica - seconda serie, 1960-1968
Nel 1960 i redentoristi Oreste Gregorio e Giuseppe Cacciatore ripresero il disegno di continuare l'edizione critica almeno delle Opere ascetiche.
Essi si fecero un convincimento che per la restituzione del testo critico non poteva tracciarsi un'unica norma generale fatta su misura, ma ciascun libro aveva bisogno di attenzioni speciali: a volte occorreva appoggiarsi sulle edizioni napoletane ed a volte su quelle remondiniane. Una strategia che ha dato buoni frutti.
Dice il Gregorio: "Per arrivare al termine giusto, nella combinazione di edizioni, l'itinerario non resterà in balia dell'arbitrio sotto influenze soggettive, ma verrà documentato dall'apparato critico. Le varianti, che riporteremo a pie' di pagina, vigilandolo, ne descriveranno l'evoluzione subita.
Il testo della prima edizione, apertamente controllato da s. Alfonso, rimane la posizione di partenza, e ne è sempre la base. In qualunque edizione critica dei suoi libri non si può mai prescindere dal testo napoletano.
Le ristampe venete o bassanesi, volute dal Santo, rivestono un valore notevole e talvolta decisivo: il testo remondiniano è da anteporsi agli altri, se il Paci (napoletano) non ci offre gli ultimi ritocchi. Le eccezioni non mancano; verranno segnalate al loro luogo.
Come si osserva, s. Alfonso non si appagava della prima stampa: secondo il suo metodo vi ritornava su e accomodava senza le smanie dell'esteta. Carpendo l'occasione, rivedeva lo stesso testo remondiniano col desiderio di renderlo più proficuo ai lettori. Ciò spiega la presenza di varianti nelle edizioni napoletane, che si cercano invano in quelle venete.

In questa collezione critica miriamo a porre davanti agli studiosi un documento sicuro, sul quale possano fondarsi per ristampe popolari e per nuove traduzioni, e a mettere a loro disposizione elementi sufficienti per approfondire il pensiero e la forma letteraria dello zelantissimo scrittore, il cui messaggio dottrinale per le anime desiderose di vita soprannaturale e di progresso è tuttora palpitante siccome in passato.
Riguardo al testo non vi saranno che poche innovazioni sostanziali: liberato da alterazioni formali eseguite da editori ottocenteschi senza scrupoli e fissato nei suoi termini, apparirà intatto siccome lo pubblicò s. Alfonso. Benché poche, il vantaggio non sarà di scarsa entità, specialmente per le citazioni, che quando sono malfatte disorientano il lettore. (Significativa è la trasformazione di due citazioni dall'Apparecchio alla morte: s. Antonino diventò s. Antonio e poi s. Agostino, rimanendo tale anche nelle traduzioni estere e così pure S. Eucherio diventato S. Eusebio nelle ristampe di Marietti e dipendenti dalle medesime come quella Paolina).
"Tutto il lavoro della nostra revisione verrà esposto a pie di pagina in doppio piano con caratteri e segni distinti: nel primo saranno indicate le varianti e nel secondo le fonti dirette o indirette usate dal santo Dottore con eventuali note giustificative o illustrative. È bene sapere che nella collazione dei testi settecenteschi la cronologia non sarà presa come criterio assoluto: tanto meglio se l'ultima edizione coincide con quella che presenta i caratteri più decisivi.
Bramiamo che gli studiosi trovino nel quadro non erudizione ingombrante ma sussidi proficui per ulteriori ricerche intorno alle opere ascetiche alfonsiane.
È l'intento che ci siamo proposto di conseguire mediante incessanti e minuziosi raffronti, tenendo presente la norma preziosa di Vittorio Rossi: "Io penso che le edizioni critiche si facciano per avere un testo quanto più sia possibile prossimo a quello che uscì dalla penna dell'autore, e non per mettere a dura prova la virtuosità tecnica dell'editore"

  (S. Alfonso M. de Liguori, Opere Ascetiche,
Introduzione generale,
a cura di O. Gregorio, G. Cacciatore, D. Capone,
Roma 1960, Ed. di Storia e Letteratura, pp. 97-101)

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