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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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56. A D. NICOLA MARIA CELESTINO DE ROBERTIS.1 

Lo anima ad eseguire senza dimora e con segretezza la sua allo stato religioso.

 

Sia laudato il SS. Sacramento e Maria Immacolata!2

CIORANI, 15 MARZO 1744.

 

Essendomi pervenuta la notizia della buona risoluzione o inclinazione che V. S. aveva circa la sua vocazione, mi sono alquanto forte maravigliato che V. S. ha voluto comunicarla


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agli altri e non a me, ch'era il più proprio ritrovandomi Superiore. E mi sono ancora alquanto rammaricato che vi fu data una risposta di molta dimora, per l'esecuzione della vostra vocazione: la quale dimora vi può essere di molto pericolo di perder la vocazione; mentre il demonio in questi affari, quando non può arrivare a distogliere, almeno procura di far pigliare tempo lungo, perché così gli è riuscito più volte di far perdere a tanti le vocazioni più belle.

Come sento, la vocazione sua, secondo le circostanze, mi pare certo che fu da Dio; onde dall'eseguirla dipenderà certamente la sua salute eterna. Pertanto la prego di procurare quanto più presto di abboccarsi costà con me, perché penso di farle abbreviare molto la via, se V. S. persevera nella buona volontà.

Se ella sta risoluta, non le mancherà il modo di venirmi a trovare, almeno con qualche pretesto, o di andare in altro luogo qui vicino, oppure di venire qua per un giorno a togliersi qualche scrupolo, o di fare un giorno di ritiro, o simile. V. S. è grande, ha giudizio, non le mancherà modo di venire: in queste cose, quando si tratta di obbedire alla voce di Dio, V. S. già intende che bisogna farsi animo e violenza; e non importa il disgustare tutti i parenti, purché si dia gusto a Dio e si assicuri l'anima.

Forse questa mia penso che a V. S. sarà inutile, perché, avendo avuta quella risposta di tanta dilazione, o avrà mutato pensiero 


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o si sarà raffreddato. Basta: servirà almeno per ricordarle la voce, che le fece sentire Gesù Cristo, di volerlo tutto suo, e per farle intendere il desiderio che ho avuto io di aiutare la sua risoluzione. Almeno, se affatto non può venire subito, V. S. mi scriva per l'istessa via che riceve questa mia, acciocché almeno io sappia se dura il pensiero, e lo possa aiutare per quel che posso.

La prego frattanto a raccomandarsi di nuovo a Gesù Cristo su questo affare, nelle comunioni e nell'orazione di ogni giorno, la quale spero che V. S. non abbia lasciata; e se mai l'ha lasciata, la ripigli con fervore, specialmente per l'esito di questa risoluzione, e cominci una novena a Maria Immacolata, acciò le ispiri il meglio per la sua salute eterna e che più può consolarlo in punto di morte.

Non credo ch'ella non gradirà questa mia, colla quale dimostro tanta stima verso la sua persona e tanto desiderio di vederlo tutto di Dio.

Le raccomando, quanto posso, la segretezza di questa mia e della sua vocazione con chi che sia; perché queste cose manifestate, il demonio ben trova modo d'impedirle o raffreddarle, mettendosi esso a parlare per bocca d'altri. Oh quanti così han perduta la vocazione! e Dio non faccia che così V. S. si sia raffreddato! Ora basta quanto ho scritto; aspetto la risposta quanto più presto, e se V. S. sta in Napoli o in Sieti, mi faccia intendere per qual via sicura le ho da scrivere e risponde, e dove in Napoli le posso far capitar la lettera di risposta, se mai mi scrive. Ma più mi consolerei se venisse di persona. Non altro. Resto... Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

Devmo ed obblimo servitore

ALFONSO DE LIGUORI del SS. Salvatore,

Rettore Maggiore.

 

Conforme ad una antica copia.




1 Ecco ciò che si legge nel Catalogo della Congregazione di questo santo soggetto: " Nell'anno 1745 a' 10 luglio fu ammesso al noviziato D. Celestino de Robertis, nato a 19 maggio 1719 nella terra di Sieti del comune di Giffoni in diocesi e provincia di Salerno, non ancora iniziato con verun Ordine. Fece l'oblazione nelle mani del nostro Padre il 9 luglio 1746, nel collegio di S. Maria della Consolazione in Iliceto. Morì in odore di santità nella nostra casa di Caposele, a' 20 aprile 1807. Era sì amante di Maria Ssma, che con una sua figurina operava prodigi, e volendo grazie, le diceva: Fammi questo piacere. La maggior parte del giorno, la spendeva in orazione."

2 Il Santo era allora occupato a scrivere l'operetta Visite al SS. Sacramento ed a Maria SS. per ciascun giorno del mese, e perciò cambiò la solita sua esclamazione Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa! in quest'altra: Sia laudato il SS. Sacramento e Maria Immacolata!




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